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-Pensavo non te lo ricordassi.- La voce di Jeno uscì flebile, quasi un sussurro, tremante e piena di stupore. Mai si sarebbe aspettato di trovarsi in quella situazione, fronte contro fronte con la prima persona di cui gli sia veramente importato, dopo mesi di silenzio e puro ignorarsi, dopo aver creduto che tutto ciò che era successo fosse solo parte del passato, che fosse stato tutto uno sbaglio. Dall'altra parte, invece, Jaemin voleva solamente ridere: come avrebbe potuto dimenticare una cosa così bella come baciare Lee Jeno? Come avrebbe potuto dimenticarsi di lui?
-Ricordo tutto. Volevo solo vedere se anche tu ricordassi.- disse chiudendo gli occhi e sospirando, un profumo di margherite appena raccolte lo stava lentamente avvolgendo. -Ricordo ogni singola parola, virgola, punto. Ricordo che quando stavi male non facevi che lamentarti, o che quando avevi fame venivi vicino a me affinché ti preparassi qualcosa. Eri così fastidioso.- Una leggera risata lasciò le labbra di entrambi. -Ricordi anche cosa facevo prima dei compiti in classe?- -Intendi quello stupido rituale? Abbracciavi tutti i tuoi pupazzi e dicevi che saresti tornato sano e salvo. Sembrava tu partissi per la guerra.- -Non era stupido.- un'altra risata, un soffio di vento, brividi sulla pelle forse per il freddo, forse no.
Un altro sospiro. -Ti ho odiato così tanto, per così tanto tempo. Ho odiato quel tuo stupido sorriso da subito, perché mi faceva sentire così strano, perché io non avevo mai sorriso così con nessuno, eppure con te, con te ho scoperto una parte di me che ignoravo.- -Jaemin..- -No Jeno, lasciami finire.
-Ti odio ancora. Perché ti è bastato così poco per rimpiazzarmi. Perché molto probabilmente non ti è mai interessato di me. Perché hai fatto in modo che io lasciassi crollare ogni mio pilastro per te. Perché mi hai abbandonato. Perché mi hai fatto così male. Perché nonostante questo non riesco a non pensarti, a non pensarci, a non amarci.-
-Jaemin. Jaemin guardami.- il ragazzo aprì gli occhi per incontrare quelli scuri dell'altro. Per un attimo si sentì come due anni prima, su quel giardino sotto le stelle di capodanno, perso nello sguardo dell'altro e nel loro piccolo mondo. -Non puoi dire che non mi sia mai importato di te, non puoi.
