ʳᵉᵐᵉᵐᵇᵉʳ

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-Adesso sarebbe colpa mia?-

Jeno si tolse le mani di Jaemin di dosso e si allontanò leggermente.
-Jaemin, lo scopo delle persone che ti circondano non è quello di capire cosa passa per la tua testa. È vero, avrei dovuto parlare, ma avresti potuto farlo anche tu.-

-Ed infatti l'ho fatto! Ti ho chiamato, l'ho fatto per parlarti di tutto.-
-Dopo due anni! Dopo che sono riuscito ad andare avanti. Jaemin, io non provo più le stesse cose. Ti ho amato, è vero, ma era uno di quegli amore giovani, quelli brevi, sciocchi, che non sono destinati a durare in eterno.-

-E allora perché provo le stesse cose? Perché ti amo ancora allo stesso modo, perché non riesco ad andare avanti?-
Jaemin spingeva leggermente Jeno ogni volta che gli poneva una domanda. Era furioso, perché aveva sofferto e ora gli venivano attribuite anche le colpe della sua sofferenza.
Lui lo sapeva, sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa prima, ma aveva avuto paura: non si era mai sentito così con nessuno, quel periodo era stato un turbine di emozioni assurdo ed implacabile. E poi ci aveva provato, ma Jeno gli aveva bloccato il numero e aveva cambiato stanza, quindi come poteva arrabbiarsi con lui?

-Jaemin i tuoi sono soltanto capricci.-
-Capricci?!- le mani del più piccolo si strinsero alla giacca dell'altro. -Perché sarebbero capricci, sentiamo.-
-Perché non c'è stato nulla tra di noi!-
-Ne stiamo parlando in questo momento, quindi non credo di essermelo inventato. Hai ammesso di avermi amato, che mi volevi, che volevi stare più tempo possibile con me, e che, solo perché ho sorriso a Donghyuck, hai deciso di dimenticarmi. Quindi dimmi Jeno, come si puó dimenticare qualcosa che non è mai esistita?-
-Non è perché hai sorriso a Donghyuck che ho deciso di dimenticarti..-
-Non hai risposto alla mia domanda.-
I due si guardarono negli occhi per qualche secondo prima che Jaemin gli desse le spalle e si allontanasse di qualche passo: quella vicinanza lo feriva, perché quel profumo di camomilla era mischiato ad un altro a lui sconosciuto, perché i ricordi lo stavano pugnalando da ogni angolo, perché non sarebbe mai più stato così vicino a Jeno come in quel modo.

Con le mani tra i capelli, prese un gran respiro e provò a riordinare i suoi pensieri. Aveva completamente perso la calma iniziale, stava andando tutto a rotoli.
Quando aveva deciso di chiedere a Jeno di incontrarsi, si era promesso di non abbandonarsi troppo alle emozioni, ma quando si era trovato l'altro davanti ciò gli era sembrato impossibile. Aveva bisogno di risposte, aveva bisogno di sincerità, e Jeno in quel momento non gli stava dando nessuna delle due.

-Sai perché ho sorriso in quel modo a Donghyuck quel giorno?-
Si voltò nuovamente verso Jeno, le braccia tese lungo il corpo, lo sguardo alto.
-Perché gli avevo detto di amarti.

Proprio come lo avevo detto a te
la sera prima.-

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Stiamo giungendo ad una "fine", friends.

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