Il dolore di uno sbaglio

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- davvero? Kelly non posso crederci! - Martina strillò incredula dopo il racconto della sua migliore amica su ciò che aveva fatto venerdì pomeriggio

- ti prego, è lunedì mattina, non fare certi strilli, mi buchi i timpani - si seccò la ragazza spostandosi di un paio di centimetri

- scusami, ma non credevo davvero che la vostra relazione fosse così seria! -

- ma zitta che tu ti sei scopata Robby quando nemmeno lo conoscevi -

- ma io ero ubriaca, non conta -

- fai così sempre - Kelly rise

- stronza - Martina si imbronció un poco, ma dopo qualche secondo tornò solare - sono molto contenta per te -

- grazie... però tu hai visto Alex fuori stamattina? -

- in realtà si, è strano che non è venuto a salutarti, di solito viene sempre... - pensò Martina - non era nemmeno insieme al suo migliore amico -

- uhm, hai ragione, di solito sono sempre insieme Robby e Alex... che cosa stava facendo Alex? - domandò Kelly curiosa

- stava parlando al telefono mi pare... No, non stava parlando, però aveva il cellulare in mano - si contraddisse Martina

- che strano... - Kelly sentì un piccolo dolore dentro di sé, al cuore, e sotto sotto cominciò a pensare di aver sbagliato a fare sesso con Alex - e se lui non mi volesse più? -

- smettila di essere così negativa Kelly! Certo che ti ama, lui non aveva mai fatto così per nessuna ragazza, mi ricordo dagli altri anni - Martina cercò di rassicurarla dicendo così, ma anche lei pensava che forse Alex si era davvero stufato di Kelly - non state insieme da molto -

- già, nell'intervallo andrò io a salutarlo - promise Kelly, mentre il professore della prima ora entrava in aula cominciando a fare lezione.

****

- vado da Alex, ci vediamo dopo Marty! - Kelly uscì in fretta dalla classe, diretta verso la classe di Alex con l'intenzione di fargli una sorpresa andandolo a trovare per prima

Aspettò un paio di minuti fino a quando il ragazzo uscì, molto di fretta

- hey ma sono invisibile? - gridò Kelly toccandogli una spalla

- ciao Kelly, scusami ma devo andare, non ho tempo - un'ombra passò negli occhi azzurri del ragazzo, e mentre con una mano scansava Kelly, con l'altra prese in mano il cellulare

Kelly rimase di pietra. Lui non aveva mai il cellulare, e prima di mettersi assieme, e anche prima di venerdì, Alex aveva sempre trovato tempo per lei; non l'aveva mai scansata in quel modo...

La ragazza tornó da Martina che stava chiacchierando con alcune compagne di classe, e Kelly si unì a loro, seppur con la tristezza nel cuore, mentre pensava a ciò che era appena successo.

****

- come sarebbe a dire? - Alex sbatté un pugno contro il muro, mentre ricacciava a forza le lacrime indietro, che minacciavano di sgorgare dai suoi occhi - arrivo subito - la campanella della fine dell'intervallo suonò senza preavviso, ma ad Alex non fregava un cazzo

Si diresse verso la porta d'entrata e ritirò il cellulare in tasca, tirando fuori le chiavi della macchina

- Dove stai andando? Devi farmi vedere la giustifica o un permesso per uscire! - la bidella si alzò di corsa dalla cattedra, ma non fece in tempo a fermare il ragazzo, che aprì la porta d'entrata e uscì con fare agitato e veloce

- la porto domani, firmata da me, ho cose urgenti da fare - Alex aveva leggermente la voce rotta, la bidella non osò fermarlo oltre, conoscendo il soggetto, e si diresse nella sua classe ad avvertire la professoressa, che stava già dando i numeri per quell'uscita ingiustificata

Alex era preoccupato, mortalmente preoccupato. Salì in auto e mise in moto di fretta, e con una grossa sbandata uscí dal parcheggio della scuola, rovinando leggermente il fianco della sua macchina; ma non gli importava, voleva solo fare in fretta.

Mentre era in auto cominció a sentire delle brucianti lacrime scorrere sulle sue guance, e guardandosi di sfuggita allo specchietto si accorse che la poca matita nera che aveva messo quella mattina sugli occhi era tutta colata lungo il viso.

Si vergognava di piangere, ma quella situazione era del tutto straordinaria.

Arrivò nel parcheggio dell'ospedale e mise l'auto nel posteggio disabili, per essere più vicino all'entrata. Scese di fretta e sbatté la porta, fino a crepare il vetro del finestrino

- sono qui per una visita - il ragazzo non sapeva come poteva apparire alla signora che stava all'ingresso, e che registrava ogni cosa che accadeva nel grosso ospedale della città

- nome del paziente? - domandò la signora stupita dalle sue condizioni, e leggermente spaventata dalla furia del ragazzo

- Robby Liz - la voce di Alex uscì leggermente strozzata

- Roberto Liz, piano 3, stanza 25 - lo informò la signora, passando a chiedere che cosa volesse una donna dietro Alex

Alex non aspettò oltre e si fece tutte le scale correndo, corse persino nel corridoio cercando la stanza dove era stato ricoverato il suo migliore amico. Si fermò qualche secondo davanti alla porta, e infine la spalancò

- oddio Robby! Che cazzo hai fatto? - Alex si lasciò totalmente andare una volta chiusa la porta della stanza

Si inginocchiò di fianco al letto dove Robby era sdraiato, pieno di fasce e cerotti ovunque

- Alex, come sempre sei troppo precipitoso, é stata solo una caduta in moto, puoi stare tranquillo - Robby parlò leggermente a fatica, guardando dolcemente Alex

Alex ormai aveva le lacrime agli occhi, teneva al suo migliore amico forse più di qualsiasi altra persona al mondo, e vederlo in un letto d'ospedale in quelle condizioni gli fece un effetto terribile

- com'è successo? - Alex gli afferrò una mano di colpo, accarezzandola

- sabato sera ero un po ubriaco, alla festa di Henry ho bevuto troppo, e siccome ero in moto uno stronzo davanti a me non ha rispettato la precedenza e mi ha fatto cadere - spiegò a fatica il ragazzo

- mi dispiace di non esserci stato... mi dispiace di non esserci stato ieri, l'ho saputo solo oggi... scusami, scusami, perdonami ti prego -

Alex si chinò sul suo migliore amico e gli lasciò un bacio a stampo sulle labbra, leggerissimo e delicatissimo, per paura di fargli male. Robby sorrise

- Alex ma che cosa stai dicendo? Sei perdonato, ti voglio bene, apprezzo che ti sei fatto in quattro per venire qui... -

- ti prego non affaticarti troppo, stai ancora male... rimango qui stanotte con te, va bene? -

- grazie mille - sussurrò Robby

- voglio sapere tutto quello che ti hanno fatto, raccontami per filo e per segno ti prego -

- lo saprai, ma piuttosto tu dimmi, Kelly? - domandó Robby lanciandogli un'occhiata indagatrice - dopo venerdì, che le hai detto oggi? -

- non sono innamorato di lei, credo che la eviterò - spiegò Alex riprendendosi dalla preoccupazione di colpo

- sei proprio uno stronzo lo sai? - Robby sghignazzò, tossendo leggermente

Alex aveva mentito ancora una volta. Sia al  suo migliore amico che a se stesso.

Innamorata di uno Stronzo Where stories live. Discover now