Sotto la pioggia

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- inizia a piovere... - osservò Kelly affacciata alla finestra di casa di Betty, dove vedeva delle piccole gocce cominciare a scontrarsi contro il vetro della finestra

- eh sì... sono tornati Robby e Alex? - domandò poi lavando l'ultimo piatto rimasto dalla cena. Avevano entrambe cenato presto, dato che Betty doveva andare a trovare i suoi genitori, e voleva essere da loro abbastanza presto e non in nottata - starò via tutto il week end, pensi di farcela da sola? - si preoccupò poi la ragazza mettendo un vestito in valigia

- sì... - sussurrò Kelly - davvero non sono un peso per te? - Kelly si ricordò della conversazione avuta poco prima con Betty, sul fatto che lei era una scroccona a stare nel suo appartamento senza contribuire con le spese

- ma no che non lo sei amore... - Betty si fermò dal fare la valigia e andò vicino a Kelly - te l'ho già detto prima, puoi rimanere quanto vuoi, non sei un peso e mi fa piacere avere un po di compagnia - esordí infine la ragazza, chiudendo la sua valigia ormai pronta - ci vediamo lunedì, mi raccomando, cerca di stare attenta! - e così dicendo Betty uscì, chiudendosi la porta alle spalle

Kelly la osservò partire con la sua auto perfetta e sparire dietro il vicolo che conduceva alla strada principale. Era sola.

Aveva tempo di riflettere su tutto ciò che voleva, nessuno che la distraesse dai suoi pensieri; ma proprio in quel momento osservó la macchina rossa di Alex parcheggiarsi sotto il palazzo, e i due ragazzi scendere.

Alex aveva una faccia da funerale; Kelly non l'aveva mai forse visto così come era in quel momento, sembrava molto triste e depresso. Robby, che camminava accanto a lui gli teneva una mano sulla spalla, sul suo viso capeggiava un'espressione di conforto verso il suo migliore amico.

Kelly si fermò ad osservarli salire le scale ed entrare nel condominio, per poi chiudere la porta alle loro spalle. Alex era sempre più strano e depresso negli ultimi giorni; forse perché Kelly non lo perdonava? Improbabile, pensò la ragazza sentendo i due salire le scale del palazzo, e vedendo l'intensità della pioggia aumentare sempre di più, mentre sbatteva contro il vetro della finestra di casa di Betty.

****

- Alex, credo che tra poco tornerò a casa - annunciò Robby sedendosi sul divano, dopo essere appena entrato a casa del suo migliore amico, allentandosi il nodo della cravatta dopo essersi tolto la giacca formale

- a casa? - Alex si bloccò mentre stava slacciando i bottoni della camicia bianca e immacolata che indossava - perchè? - domandò alla fine gettando la camicia e la giacca sul tavolo, rimanendo a petto nudo in piedi e in mezzo alla cucina

- penso che sia ora che torni a casa mia -

- ma le tue ferite... - tentó Alex

- Alex, sto bene, non ti devi preoccupare così tanto per me... - Alex si avvicinò all'amico e lo abbracció, per poi baciarlo lascivamente sul collo

Robby si tolse dalla presa del ragazzo e si alzò dal divano

- non lasciarmi solo... non oggi... ti prego... - sussurrò Alex singhiozzando

- andrò via domani allora - rispose Robby, comprendendo la pesantezza di quella particolare giornata per Alex

- ti prego... - singhiozzò ancora il ragazzo - rimani con me... non lasciarmi solo... -

Robby non sopportava di vedere così il suo migliore amico. Ma anche lui aveva una casa sua dove tornare

- Alex ascolta... - Robby gli mise una mano sul viso

Alex si scansò malamente

- ho bisogno di fare un giro - sputò a denti stretti, mettendosi sulle spalle la giacca formale del suo completo e uscendo, sbattendosi la porta alle spalle.

Robby non lo seguì, aveva bisogno di pensare per conto suo un paio di minuti, così lo lasció andare e si sedette di nuovo sul divano, e dopo aver tolto anche la camicia si addormentò, per lo stress e la stanchezza della giornata.

****

- ma dove va? - si chiese Kelly vedendo Alex uscire di corsa sotto la pioggia battente

Quanta voglia aveva di rincorrerlo e dirgli che voleva fare pace... alla fine aveva creduto alle parole che le aveva scritto in quel biglietto, secondo lei le sue scuse erano in fondo sincere.

Kelly non ci pensò su due volte. Senza prendere nessun ombrello uscii di corsa di casa e scese le scale con altrettanta fretta, rischiando quasi di cadere. Ma le importava solo di raggiungere al più presto Alex e risolvere le cose con lui. Voleva risolvere tutto quanto...

Ma quando arrivò in fondo alle scale e uscii sotto la pioggia battente lui non c'era già più, lo individuó per fortuna poco più avanti a lei, mentre correva probabilmente verso il piccolo parchetto che c'era a pochi minuti a piedi da lì.

Kelly si mise a correre come meglio poteva per raggiungerlo, mentre la forte pioggia le infradiciava i capelli.

****

Alex correva e non voleva più fermarsi, corse e corse, finché non cadde in ginocchio di fianco a una panchina.

La pioggia fredda e violenta si mescolava alle sue lacrime che non la smettevano di scendere dal suo viso; in poco tempo i suoi singhiozzi divennero un vero e proprio pianto liberatorio.

Alex non piangeva così da quando la sua amata nonna era morta, lasciandolo solo; si mise le mani davanti al volto e continuò a piangere

- nonna... perché te ne sei andata? - singhiozzò, sussurrando le poche parole che riusciva a dire - mi manchi troppo... nonna... - le lacrime non smettevano di bruciare sulle sue guance - Roberto... ti prego... non lasciarmi solo... rimani con me... - Alex rimase in ginocchio a terra ancora per un paio di minuti

Ma non aveva intenzione di alzarsi da terra, quello era il suo posto e lì doveva rimanere

- cosa ho fatto della mia vita... mi dispiace... perdonami nonna... perdonami... - Alex si artigliò con le unghie la spalla destra e si graffiò mordendosi con forza il labbro; sentii il sapore ferroso del sangue in bocca, che invadeva le sue papille gustative

D'improvviso sentii una piccola e delicata mano sulla spalla

- Alex, va tutto bene? -  la voce che aveva parlato era dolce e armoniosa

Non poteva essere...

- Kelly... che cosa ci fai qui sotto la pioggia?? - Alex si spaventò non poco di vedere la ragazza. Si asciugò le lacrime e la pioggia dal volto, e cercò di darsi una sistemata

- Alex, mi dispiace per tutto - disse solo Kelly, inginocchiandosi a terra di fronte al ragazzo

- cosa? - Alex sgranò gli occhi arrossati dal lungo pianto

- hai capito bene... voglio perdonarti... so che è anche stata colpa mia, ma... -

Alex le mise un dito sulla bocca, impedendole di proseguire. Kelly sentiva la tensione che c'era nell'aria, non sapeva più che cosa fare.

Ma fu Alex a muoversi verso di lei. Si avvicinò lentamente scostandole le ciocche di capelli fradici d'acqua dietro le orecchie, le afferrò gentilmente il volto, e con tutta la dolcezza di cui uno come lui era capace la baciò sulla bocca.

A Kelly mancò il respiro per qualche attimo, il suo cuore smise di battere, per poi riprendere con un battito più accelerato del normale. Alex invece sentiva il suo cuore sorridere dalla gioia, e sentiva dentro di sé che nonna Rosy sarebbe stata tanto orgogliosa di lui in quel momento, anche se nella sua vita ne aveva combinate di tutti i colori. 

Innamorata di uno Stronzo Where stories live. Discover now