Gentilezze

4.1K 135 1
                                    

Alex era ottimista quel giorno; avrebbe riprovato ad andare da Kelly, avrebbe riprovato a farsi perdonare, farsi perdonare dell'unica ragazza che gli era mai piaciuta in tutti i suoi diciannove anni di vita.

Diciannove anni e non era mai stato realmente interessato ad una ragazza. O meglio, lo era stato, ma si era scottato brutalmente con il sentimento chiamato amore, che gli aveva fatto fare pazzie più grandi di lui, perciò voleva solo dimenticare. Ma a quanto pare non ne era affatto in grado.

****

- tu non mangi Robby? - domandò Alex, quello era il secondo giorno che passava nella casa malmessa e sporca in cui Robby lo aveva portato

Il ragazzo seduto accanto a lui su di un lungo tavolo occupato da tanti altri bambini e ragazzini sorrise

- no, io non ho fame adesso, mangia pure, dopo la signora ti vuole vedere. Dice che ti iscriverà a scuola, e che metterà tutte le carte in regola per tenerti -

- e il mio patrigno? - Alex aveva voglia di vomitare al solo pensiero di quell'uomo, ma se non si sbagliava con la sua intelligenza inesperta di allora il suo patrigno aveva le carte in regola per tenerlo con

- ci penserà la signora, dopo pranzo ti accompagno da lei - Robby sorrise ancora, e fu guardando in faccia il gentile ragazzino che Alex si accorse che aveva un lungo taglio sotto al collo che ieri non aveva

- cosa ti è successo al collo? - chiese Alex mandando giù un cucchiaio generoso di minestra

- niente... - gli occhi di Robby si rabbuiavano di colpo, per poi tornare sorridenti - non ti preoccupare -

Una volta che Alex finì di mangiare Robby lo accompagnó fino all'ufficio della signora; la porta era chiusa, e sopra c'era una targhetta bianca pulitissima con sopra scritto 'ufficio della signora Park'. Robby bussò con la sua piccola manina alla porta, e si allontanò di qualche passo con aria intimidita. Aveva la stessa espressione di quando il giorno prima aveva bussato alla porta di quella grande casa

- avanti - ordinò imperiosa una voce all'interno

- vai, io non entro, non posso - sussurrò Robby ritornando verso le stanze dei bambini

Alex avanzò intimidito verso l'interno della stanza. Seduta dietro una scrivania c'era una signora di mezza età, grande e grossa, con focosi capelli corti e rossi, e con indosso un'eccentrico vestito rosa. L'ufficio era immacolato, non assomigliava per niente al resto della casa

Innamorata di uno Stronzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora