Capitolo10

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Le ragazze sono proprio di fronte a Lauren e Isabel. Quest'ultima cerca di trattenere le lacrime mentre guarda sua madre tenendole il broncio.
«Ehi» interviene Camila «Che sono queste lacrime, piccola?»
«Mamma non mi vuole più bene» piagnucola
La cubana lancia uno sguardo furtivo alla collega e poi torna a posare lo sguardo sulla bambina.
«La mamma ti vuole tanto bene, tanto, tanto bene» la rassicura «Me lo fai un sorriso? Sembri un mostriciattolo con questo faccino. Tu vuoi essere una principessa, giusto?»
«Si» tira su col naso
«Allora fammi vedere un bellissimo sorriso da principessa»
«No»
«Nooo?» domanda cambiando voce «Ora ti faccio vedere io»
Prende in braccio la piccola ed inizia a farle il solletico e la sua dolce risata inizia a farsi sempre più forte
Poggia Isabel a terra e iniziano a correre facendo la gara a chi arriva prima e Lauren guarda quella scena con nostalgia e malinconia.
Mordendosi il labbro prova trattenere le lacrime prima che possa scoppiare a piangere.
«Laur»
Normani poggia una mano sulla sua spalla e lei si scosta bruscamente
«Scusami» sibila rendendosi conto della sua reazione
«Vuoi parlarne? Noi siamo qui, sei libera di dire ciò che vuoi e mai ti giudicheremo»
«Grazie ragazze, davvero, ma non.. in questo momento vorrei solo buttarti da un ponte» scuote la testa mentre un sorriso amaro si accentua sul volto

Pochi isolati più avanti finalmente arrivano tutte a casa Jauregui.
La proprietà inserisce le chiavi nella toppa e lentamente apre la porta, sentendo di nuovo quell'odore familiare che una volta le faceva stare bene. Una volta questa casa era il suo rifugio.. una volta però, quando si sentiva parte della famiglia.
«Benvenute» sospira facendo accomodare le sue colleghe «Fate come se fosse casa vost.. Isabel niente cartoni è ora del riposino» ammonisce sua figlia
«Ma zia Tay mi fa..»
«Tua zia è stupida, lasciala perdere» la interrompe alzando gli occhi al cielo «Andiamo piccola dai» sospira prendendola di peso
Isabel inizia a dimenarsi tirando pugni sulla schiena della madre ma quest'ultima non cede e dopo dieci minuti buoni di insistenza riesce a a farla addormentare.
Scende le scale con passo pesante, trascina il suo corpo fino al salotto e si butta su una poltrona con un sospiro di frustazione.
«Dorme?» rompe il ghiaccio Camila
«Tra dieci minuti si sveglierà come sempre..» si passa le mani sul viso «Mia figlia mi odia, mia sorella è sul letto di morte. Cos'altro?» alza gli occhi al cielo
Allyson si poggia sul bracciolo della poltrona sulla quale siede la latina e le circonda le spalle facendo su e giù con la mano.
«Siamo con te, tesoro» prova a tranquillizzarla «Sempre»
«Gra.. grazie» sussurra con voce spezzata «Non..Non ho mai avuto amici o qua-qualcuno con cui condividere i miei pensieri..I-io..»
Non riesce a completare la frase, i singhiozzi riempiono la stanza.
Il corpo si irrigidisce ogni secondo che passa quasi a paralizzarsi e il respiro si fa talmente corto da bloccarsi e mandarla in apnea.
È accerchiata dalle sua band che le dá conforto e si stringono tutte intorno dandole forza ma lei non riesce a calmarsi, no fino a che Camila non si inginocchia e le prende con delicatezza le mani, accarezzandone il dorso.
Quel contatto, quelle stesse sensazioni provate nei giorni precedenti quando erano sul tettuccio a guardare l'alba e la cubana che piangeva permettendole di farsi asciugare le lacrime. I sorrisi, i lunghi sguardi.. il lungo abbraccio quando si sono addormentate nella cuccetta fronte contro fronte e i loro respiri all'unisono..
Non è una cosa qualunque, ora Lauren capisce che c'è qualcosa di più, molto di più di una semplice amicizia.
«Lolo» abbozza un piccolo sorriso interrompe quell'interminabile contatto visivo
«Camz» risponde poco dopo senza distogliere lo sguardo da quei meravigliosi occhi nocciola

Il telefono di Lauren inizia a squillare a gran voce interrompendo quel momento, rendendolo alla fine imbarazzante e lo estrae dalla tasca,  portandolo subito all'orecchio non appena legge il nome.
«Dimmi»
«Vieni subito in ospedale» dice velocemente la madre riattaccando quasi subito
Si alza di scatto cercando le chiavi di una delle macchine ma c'è talmente tanta confusione in testa che non ricorda più dove sono ed inizia ad aprire bruscamente ogni cassetto e mensola.
«Cosa è successo?» chiede preoccupata Dinah «Lauren?» insiste
«Devo correre in ospedale e non trovo le chiavi della macchina» ringhia tirando un pugno sullo stipite della porta «Dio.. se l'è successo qualcosa..»
«Ti porto io» afferma la cubana «Dammi il tempo di prendere la macchina, casa mia è a cinque minuti da qui
«State voi con mia figlia?»
«Vai Lauren, è in buone mani»a rassicura la nera quasi spingendola fuori dalla porta.
                          ***
Arrivate in ospedale corrono verso la stanza di Taylor, facendo le scale a due a due, scale che sembrano infinite e il tempo sembra che si sia rallentanto man mano che si avvicinano al piano interessato.
I signori Jauregui sono nella stanza della figlia, prima non si poteva entrare, magari ora è sveglia e lei sorride e ha chiesto della sorella maggiore..
Questo pensa Lauren e quella piccola scintilla di speranza di spegne non appena vede la madre a pezzi e il padre che cerca di fare il forte.
«Cos-cosa è..»
Si interrompe rimanendo paralizzata alla vista del colorito giallo di Taylor e la macchina della frequenza cardiaca che non segna più il battito.
«Abbiamo aspettato del suo arrivo prima di staccare completamente la spina» informa su medico
«No!» urla disperata «Tay-Taylor! Taylor ti prego»
Si butta sul corpo della sorella e la scuote come se volesse risvegliarla e credere che quello fosse solo uno scherzo.
«Signorina deve allontanarsi»
«No! No! No!»
Camila interviene prendendo dalla vita Lauren, facendole mollare la presa dal quel corpo privo di vita.
Quest'ultima si aggrappa alla cubana e la stringe forte urlando e singhiozzando sulla sua spalla.
«Ta-Tay-lor» riesce a dire tra un singhiozzo e l'altro
«Shh, Lolo» le bacia la testa la sua collega «Shh» tenendola ancora tra le sue braccia
«Mi sta strappando l'anima» sussurra con difficoltà 

Grahana ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora