Capitolo15

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Miami, Floridia
2 P.M.

L'aereo privato è appena atterrato. Camila e Lauren sono vestite di nero, incappucciate per non farsi riconoscere dai paparazzi.
Prendono un taxi per arrivare a casa Jauregui e non appena entrano in salotto Isabel corre urlando verso di loro.
«Mamma!»
«Amore!» esclama prendendola in braccio, riempiendola di baci «Amore mio»
«Piccoletta»
Camila le sorride togliendola dalle braccia della madre per stringerla forte a sé «Me lo dai un bacio?»
«Si» ridacchia poggiandole le labbra sulla guancia «Mi siete mancate»
«Anche tu amo..»
«Lauren?»
Sia Clara che Mike entrano nel salotto con aria al quanto stupita, non aspettandosi quella visita.
«Camila cara» accenna con tono rigido il padre «Cosa..Cosa ci fate qui?»
«Volevo stare un po' con mia figlia»
«E lei?»
Lauren inizia a perdere la pazienza perché fanno sentire la sua dolce cubana come una persona indesiderata.
«Lei cosa? Mi ha accompagnata fin qui per far visita a Isabel e alla sua famiglia» si affretta a rispondere, distorcendo le labbra
«Mhh, senti Lau..»
Squadra da capo a piedi la madre e ignorandola si abbassa sulle gambe arrivando all'altezza della sua bambina. Allunga un mano e le accarezza la morbida e rosea guanciotta facendola un enorme sorriso.
«Mi vuoi ascoltare? Grazie!» ringhia Clara «Io e tuo padre dobbiamo partire per due giorni, pensavamo di lasciare la bambina a tua nonna o a qualche vicino ma visto che sei qua...»
«Vicino? Mia figlia non deve stare sotto le grinfie di qualche vecchio decrepito? Chiaro?» alza la voce «Comunque sia, quando partite?» alza un sopracciglio
«Tra qualche ora» commenta Mike
«Bene, fate buon viaggio. Camz andiamo? Portiamo Isabel al parco, che dici?»
                            ***
Isabel prende per mano Lauren e Camila, camminano sull'erba e i sassolini di quel parco abbandonato in cui le due latine passarono per la prima volta del tempo insieme da sole.
«Mamá estas triste?»
Una tenera vocina risveglia le ragazze dai loro pensieri strappando loro un piccolo sorriso.
«No hija» la rassicura
«Non si dicono le bugie» cinguetta provando a salire sull'altalena «Mila mi aiuti?»
«Vieni qui tesoro»
Le grandi mani della cubana sollevano il corpicino di Isabel e l'adagiano sulla giostra, mollandola solo dopo essersi assicurata che fosse stabile.
«Camz mi dispiace per come..»
«Omofobi vero?» sorride amaramente «Non importa Laur»
«Laur? Seria?» aggrotta le sopracciglia «Camila..»
«Quando vi sposate?» interrompe la bambina
Le due si guardano imbarazzate mentre Isabel continua a dondolarsi aspettando una risposta
«Amore? Ma cosa dici?»
«Lo so che state insieme e io voglio Mila come mamma» cantilena
«Aah piccoletta!»
Camila inizia strapazzarla di baci facendo riecheggiare nel parco una dolce risata e subito dopo la prende in braccio alzandola in aria mentre gira come se fosse un aereoplano.
«Ancora Mila! Ancora!» insiste
«Attenzione signori, l'aeroplanino di Isabel Jauregui è pronto per decollare, godetevi il viaggio!» esclama facendo delle voci buffe «Oh no! Il nostro aereoplanino ha bucato il motore! Sta precipitando» continua fino a farle sfiorare il terreno con i piedini.

Lauren si siede su una panchina e da lontano guarda le due ridere e giocare e il sorriso che prima dipingeva il suo viso ora è svanito.
Pensa ai suoi genitori e al fatto che non si sente accettata e mai l'hanno fatto. A Camila che è così dolce con Isabel ed è così a suo agio e sembrano davvero una bella famiglia.. famiglia, già, quella che Lauren non ha.
«Ehi» sospira la cubana sedendosi accanto a lei «Pensavo di portarti in un posto magico per questi due giorni ed è anche un modo per chiederti scusa per..»
«Sono io che devo chiederti scusa per quello che hanno detto i miei genitori.. Dio quanto li odio» ringhia
«Hermosa, calmati» sussura avvicinandosi di più a lei «Prepara i bagagli e lasciati sorprendere. Io, te, Isabel e poi.. fidati e basta»
                              ***
Qualche ora più tardi tutte e tre sono sulla macchina di Camila, la quale guida da più di un'ora ormai con il vento tra i capelli, il sole che picchia forte e la musica a tutto volume.
Accennando un sorriso compiaciuto ferma finalmente la macchina e con passo svelto scende ad aprire la portiera a Lauren, si china a toglierle le scarpe e le afferra la mano aiutandola a scendere.
«Non togliere la benda» sussurra
Isabel corre da una parte all'altra saltellando mentre le due ragazze camminano lentamente. 
Una sabbia finissima solletica la pianta dei piedi della latina e passo dopo passo diventa sempre più morbida e un inconfondibile odore di mare le fa tornare il buon umore.
«Benevuta in paradiso»
La voce di Camila è calda, le labbra sono a contatto con il collo e le lasciano una scia di baci mentre la benda, lentamente, scivola via.
Due occhi verdi incontrano l'acqua limpida del mare e un tramonto stupendo. Una leggera brezza marina scompiglia i capelli e prese dal magico momento annullano le distanze tra di loro, muovendo lentamente le labbra.
«Camz è tutto così.. Così stupendo» boccheggia poggiando la fronte contro la sua, tenendo le mani tra i capelli.
«Aspetta di vedere la vista dalla mia baita»
«La tua.. tua..»
«Voltati» ridacchia sicura della sua reazione
Una enorme casa, proprio di fronte a lei, si affaccia sul mare e la bocca di Lauren cade a terra per la sua bellezza.
«Hermosa, vamos»
La prende a mo' di sposa e,
chiamando Isabel che non si è persa una virgola di tutta la scena, giungono in casa.
«Tu sei il mio paradiso, Camz»

Grahana ||CAMREN||Where stories live. Discover now