Capitolo12

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Passano due settimane da quel fatidico giorno. Due settimane da quando Lauren e Camila hanno dormito insieme nello stesso letto con Isabel in mezzo, come se fossero due mamme e la bambina la dolce figlioletta.
Due settimane da quando le ragazze sono partite riprendendo la tournée costrette dai manager.
Due settimane da quando Lauren ha smesso di parlare con tutti rimanendo sola a Miami.

Sono le otto di sera, le Fifth Harmony hanno un concerto a San Antonio e la prima canzone con la quale si esibiscono è Worth it. Subito dopo di essa dovrebbe partire la base di Work from home, ma, dal centro del palco, facendo una sorpresa a tutti, spunta una Lauren struccata, con la sua enorme cicatrice del famoso incidente sul volto e gli occhiali da sole per non mostrare le occhiaie nere.
«Buonasera San Antonio!» esclama con un filo di voce
Nelle precendenti settimane, passate a casa nella sua stanza insonorizzata, non ha fatto altro che incidere brani, scrivere, suonare e soprattutto urlare.. urlare fino a perdere la voce e rimanere muta per alcuni giorni.
«Questa canzone è diversa dal solito, lontana dal mio sound. Spero vi piaccia ugualmente»
Infila gli auricolari nelle orecchie e attacca stringendo forte il microfono dopo un giro di accordi della base.
Le parti più sentite, i punti in cui butta tutta la sua anima sono quelle più urlate, quelle dove la voce non esce sia per le lacrime che per averla quasi persa completamente.
«Pensavo che sarei finita accoltellato
che sarei impazzito
poi tutto è cambiato quando questa musica mi ha impossessato
è stato il rap che mi ha salvato.»
Salta giù dal palco, facendosi un po'male, e arriva vicino ai bodyguard che tengono in fan scalpitanti lontani dalle transenne.
«Mi ha insegnato che sei merda da sputare. Cristo santo devi farlo non esiste via di mezzo.
Io griderò per la gente come me, come me, quella gente griderà
per la mia città, per chi non ce la fa, griderò per chi è sempre giù, per chi non c'è più però è sempre qua.
Per le cicatrici e i lividi
per tutte quelle cose orribili che ancora io mi porto dentro
questa penna è la chiave della prigione. Stronzo comincia a scappare
le porte di stanno aprendo»
Si volta ripercorrendo gli scalini del palco per tornare e guarda Camila negli occhi, come se le ultime parole fossero riferite a lei.
«Notti infinite aspettando quell'alba che non sorgerà»

Conclude la canzone e subito ne parte un'altra.
Si siede sugli scalini e, mentre il fumo riempie tutto il palco, lei inizia la sua performance.
«Stenditi di fianco a me, condividiamo insieme il buio,
mano nella mano fra le tenebre,
sento di avere la mia vita in pugno.
E questi diavoli che ho intorno al letto
aspettano soltanto che io mi addormento.
La realtà degli incubi mi fa spavento,
un coltello mi apre il petto,
è un intervento a cuore aperto.»
Si alza camminando lentamente, muovendo i primi passi e con gli occhi chiusi immagina di essere in spiaggia, il vento sul viso, loro due mano nella mano e le labbra che si muovono lentamente all'unisono.
«Con la porta e le finestre chiuse qui non entra più la luce, ma se mi sfiori posso riaprire gli occhi,
le lacrime si seccano, ogni ferita si ricuce.»
Volta le spalle guardando nuovamente di sfuggita la cubana, dedicandole con il cuore ogni parola.
«Io ti prometto che imparerò
a non odiare tutto ciò che ho,
che sia pioggia o che sia neve,
sia nel male che nel bene,
per il tuo amore
io ucciderò»
Con dei passi veloci, va in mezzo alle ragazze, posa il microfono all'asta e afferra la chitarra accompagnando l'assolo di batteria.
Le dita scorrono veloci sul manico e con il plettro pizzica decisa ogni corda.
«Okay. Ripartiamo dall'inizio.
Sei tu che mi hai teso la tua mano
quando mi hai trovato appeso
sul precipizio. Noi chi siamo?
Un mostro ed una bambina, mano nella mano attraversano il mondo
verso una nuova vita.
Sono pronto. Questa qua è la risalita
dal fondo fino alla cima.
Dio mio che cosa sei?! Luce dentro ai giorni miei. L'ottava meraviglia del mondo, la figlia degli dei.
Tu che hai fatto l'impossibile,
mi hai ridato la voglia di vivere,
mi hai insegnato a cambiare,
a rendere magico anche qualcosa di orribile.
Come fai tu che solamente sorridendo
riesci ad uccidere quello che dentro
mi sta uccidendo ed insieme noi stiamo vincendo.
Appicchiamo un incendio, corriamoci dentro, voliamo col vento,
prendiamoci tutto. È il nostro momento e se questo mondo ci sta troppo piccolo ridefiniamo spazio e tempo noi!»
                         ***
A fine concerto, dopo varie foto e tanti autografi, le ragazze fanno ritorno nel bus e riempiono di complimenti Lauren. Provano anche abbracciarla, a chiederle se va tutto bene ma lei le tiene a distanza facendo capire di non voler alcun contatto fisico.
Dopo cena sale sul tettuccio, probabilmente l'unico posto che l'è mancato durante la sua assenza. Accende una sigaretta e si butta all'indietro rivolgendo lo sguardo alle stelle.
Non passano neanche due minuti che scorge il volto della cubana dalla botola e un piccolo sorriso spunta sul suo volto.
«Lolo»
Camila si arrampica, al solito goffamente, sdraiandosi accanto a lei. Scruta ogni suo movimento, dal portare la sigaretta alla bocca, aspirare e il fumo che esce dal naso.
«Un giorno perderò l'olfatto» sibila portando una mano su esso «Merda, brucia»
«Lo sai che non voglio che fumi» aggrotta le sopracciglia
«Camila abbiamo discusso abbastanza su questa cosa, non credi?»
La sua voce è andata, a malapena esce cosa che da molto fastidio alla latina.
«Come salgo sul palco nei giorni a seguire?» ringhia
«Io ti trovo sexy» le sorride la cubana inumidendosi le labbra
«Ah.. ehm..Gra-grazie» balbetta imbarazzata
Lauren nasconde il viso rosso dalla vergogna ma questo viene alzato delicatamente da Camila che cerca i suoi smeraldi.
«Cosa.. cosa c'è?» chiede ancora più imbarazzante di prima
«Quindi hai trovato il tuo sole?»
«Sole?» inclina la testa la collega
«La tua canzone d'amore parlava chiaro.. Era bellissima, ho avuto i brividi per tutto il tempo» confessa senza distogliere lo sguardo dagli occhi verdi
Lauren scosta il viso allontanandosi dal contatto della cubana e deglutisce rumorosamente mentre prova a calmare le sue emozioni.
«Sono..mh mh» si schiarisce la gola cercando di fare uscire qualche suono «Sono felice che ti sia piaciuta Camz»
Camila abbassa lo sguardo e lo rivolge verso il tatuaggio sul polso della collega, quella stupenda eclissi solare.
«Mi vergogno a parlare dei miei sentimenti, per questo ti ho.. cioè ho, senza ti.. ehm..» si porta le mani sul viso «Potresti non guardarmi, mi sento in imbarazzo e..»
Non fa in tempo a continuare la frase che le labbra della cubana premono sulle sue. Un innocente e piccolo bacio marchia le labbra di Lauren che riesce a sentire il paradiso e tutto il buio svanisce. Una luce, un forte calore la manda in delirio.
Quando si staccano sono fronte contro fronte, i battiti di entrambe sono accelerati, i respiri all'unisono.
«Anche io provo quelle cose e mai avrei creduto di innamorarmi del mio idolo a tal punto da non poter più stare senza di lei» sussurra determinata «Sono innamorata di te, Lauren Jauregui»

Grahana ||CAMREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora