Capitolo11

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I medici coprono il corpo di Taylor e muovono il lettino per portarla in obitorio. Lauren si stacca da Camila e butta un urlo soffocato quasi lanciandosi nuovamente sulla sorella.
Man mano che il lettino si allontana, i singhiozzi si fanno più forti e lentamente si ritrova a terra inginocchiata con le mani sul viso.
La cubana si accovaccia e con delicatezza sposta le mani della latina scoprendole il volto rosso dalla rabbia e da tutto quel mix di emozioni.
«Sei forte Lauren, sei forte» sussurra asciugandole la guancia «Lei ora non soffre più e sta meglio e ti voleva tanto bene, così tanto da volere la tua felicità e ora vorrebbe che tu fossi felice per lei perché è in un posto migliore»
«Vo-voglio mo-mori..re» riesce a dire tra un singhiozzo e l'altro
«No bimba» la stringe nuovamente tra le sue braccia «Ehi, sono qua, shh» la rassicura baciandole più volte la testa
«Non mi lasciare»
«Mai, Lolo, sarò sempre qua»
                         ***
Un quarto d'ora più tardi Camila e Lauren sono in macchina per tornare a casa Jauregui.
La radio è spenta, nessuna delle due proferisce parola, c'è solo un simbolico silenzio nell'autovettura che viene interrotto non appena dal finestrino Lauren intravede il vialetto di casa.
«Non.. non mi portare a casa»
Tiene lo sguardo fisso sulla strada di fronte a lei mentre Camila, con la mascella contratta, stringe forte il volante tra le mani.
Ascoltando le parole della latina, supera quella stradina e guida per altri dieci minuti fino ad arrivare in un punto morto di Miami, in un parco abbandonato.
«Scendi» intima aprendo la portiera
Il cielo è cupo e un forte tuono intimorisce Lauren cogliendola di sorpresa e a seguire vari lampi.
Nel momento in cui le due si siedono su una di quelle giostre che girano, varie goccioline d'acqua picchiettano su di loro fino a diventare un vero e proprio temporale.
Tra le ragazze regna un silenzio assordante, Camila non sa cosa dire, l'altra non ha più lacrime nel corpo. Ora è arrabbiata e furiosa e se fosse sola probabilmente distruggerebbe tutto ciò che è intorno a lei.
La cubana poggia una mano sul ginocchio della collega e poco dopo si ritrovano palmo contro palmo con le mani. Lentamente si chiudono fino a intrecciare le dita.
«Non so cosa dire Lauren..» sospira
«Mi dispiace moltissimo per la tua perdita e sappi che io ci sono per te, sempre e per qualsiasi cosa puoi contare su di me»
Entrambe le ragazze sono bagnate dalle testa ai piedi, il cielo è completamente nero e i tuoni si fanno sempre più forte.
«Se-sei l'unica persona della quale mi fido davvero» confessa annegando nei suoi occhi «Grazie Camz»
«Non devi ringraziarmi, farei di tutto pur di rivedere quel sorriso che è scomparso negli anni»
Con la mano libera le accarezza la morbida guancia senza mai interrompe il contatto visivo e un piccolo sorriso di imbarazzo fa largo sul volto di Lauren
«Vo-volevo vedere il tramonto con te ma..sembra che il tempo voglia rispecchiare la mia anima questo.. pomeriggio» sussurra con la sua solita voce roca
«Credo che il tramonto e l'alba li viviamo ogni volta che i nostri occhi si incontrano»

Grahana ||CAMREN||Where stories live. Discover now