Capitolo21

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14 Luglio, 7/27 tour
Destinazione: Detroit

Il concerto è terminato da poco e con esso il solito stressante meet and great in cui i fan fanno foto con le loro beniamine.
Ally, Dinah, Mani e Camila sono già sul bus eccetto Lauren, lei è rimasta a discutere con Simon per l'ennesima volta.
Esce da una stanza con faccia nauseata, recupera le sue cose e la latina si fa scortare dai bodyguard fino al loro bus. Già immagina di buttarsi sul divano, bere birra e urlare contro le ragazze, raccontando le boiate che quella materia organica prima di forma, comunemente chiamata merda, ha fatto uscire dalla sua fogna.

Una volta che la macchina, più un carro funebre che macchina, si ferma, lei scende frettolosamente, inserisce il codice e sbatte la porta alla sue spalle.
I suoi occhi si riempiono di ira non appena vede, nel mezzo del bus, Austin Mahone che parla con Camila e le altre colleghe.
«Mahone»
Butta lo zainetto alla sua destra, scrocchia il collo e fissa quell'essere davanti a sé, tenendo la mascella contratta.
«Jauregui» risponde tranquillamente
Il suo tono è particolarmente irritante e le mani di Lauren fremono dalla voglia di strozzarlo.
«Ancora qui sei? Evidentemente quella notte non feci un buon lavoro» alza le sopracciglia «Esci immediatamente dal mio bus prima che finisca davvero male»
«Fatti mettere un guinzaglio, cagna. Non è il tuo bus e comunque, riprovaci e ti denuncio. Non l'ho fatto anni fa ma posso benissimo farlo ora»
Gli occhi verdi lo squadrano da capo a piedi un paio di volte, prima che una risata amara esca dalla bocca della latina.
Distorce le labbra, si toglie il piercing dal naso e pericolosamente si avvicina a lui, alitandogli addosso.
Lo prende dal colletto e quasi lo alza da terra usando tutte le sue forze.
«Non ti è piaciuto quando ti ho spaccato in due la mascella, vero?» ringhia sadicamente «No? Allora vuoi un altro assaggio verme?! Rispondimi?!»
Bruscamente Austin riesce a liberarsi dalla presa di Lauren, finendo per tirarle un forte schiaffo.
«Drogata» scuote la testa «Sei una pazza, una drogata. Come fa Camila a stare con te? Guarda i tuoi occhi, quante pasticche hai preso?»
La latina muove le dita come se avesse un tic e passa la lingua sulle labbra più volte mentre l'adrenalina scorre nelle vene. È pronta a farlo fuori, questa volta per sempre.
«Lauren vieni»
Dinah interviene prendendola per il polso, la collega oppone resistenza, allora la poliensiana la tira ma finisce per trovarsi a terra.
Le basta uno scatto per ritrovarsi a cavalcioni sulla sua preda e picchiarlo a sangue con una serie di pugni.
«Lauren basta! Cazzo, qualcuno mi aiuti!» quasi urla Normani provando ad alzarla
«Questo è per aver provato a stuprare Camila quella notte» cantilena «Questo per averle fatto del male. Per averle...»
Camila afferra Lauren riuscendo a toglierla da Austin che ora è a terra con il viso gonfio e pieno di sangue.
Trascina la sua fidanzata nell'altro scompartimento e, dopo un breve silenzio, sbotta ed urla come ha mai fatto in vita sua.
«Ma sei pazza? Che hai in testa Lauren? Non ti ho ma chiesto di difendermi e odio la violenza e tu cosa fai? Lo picchi» l'ammonisce «Butti Dinah a terra, rispondi in modo arrogante, detti leggi, ti droghi.. Guarda le tue pupille Lauren! Fanno paura! Tu mi fai paura in questo momento e non sei la ragazza che amo, tu non sei la mia fidanzata. Quando tornerai in te allora chiedi scusa a tutti e prendi provvedimenti perché così non si va da nessuna parte!»
Le volta le spalle sbattendo la porta. Ora Lauren è sola, spaventata, in lacrime, con la testa piena delle urla di Simon, di Camila, della sua rabbia, dei messaggi degli haters e di tutte quelle cose che sono in giro su di lei.

Il suo telefono, dall'altra parte del bus, la fa torna alla realtá. Prima che possa fare il suo ingresso nella zona giorno Ally si affaccia da lei, porgendole l'iPhone

Chiamata in arrivo: Simon Cowell.

Rifiuta la chiamata e, lentamente, scivola a terra, tirandosi su le maniche della felpa.

Chiamata in arrivo: Simon Cowell.

Chiamata in arrivo: Simon Cowell.

Chiamata in arrivo: Simon Cowell.

Per ben nove volte rifiuta la chiamata del suo produttore. Non appena arriva la decima si porta il telefono allo orecchio.
«Cos'altro vuoi?» tuona
«Mi sono dimenticato di dirti una cosa importante, Lauren» accenna con voce stranamente calma «Guai a te se rimani un secondo in più con loro»
Quello strillo rimbomba nella testa, facendole fischiare l'orecchio.
Simon continua a parlare, Lauren gli chiude il telefono in faccia, ormai mentalmente stanca per sprecare inutilmente fiato.
Si passa le mani sul viso, ora i polpastrelli sono pieni di mascara e eyeliner, così, dopo un paio di sospiri mentre fissa il vuoto, si alza per struccarsi.
I suoi occhi sono rossi, scuri, spenti, lucidi, gonfi. Quella orrenda cicatrice è ancora lì e le fa ricordare il perché di tutto questo.
Abbassa lo sguardo e chiude la luce del bagno mentre, in modo apatico, sente di essere in un'altra realtà, in una nuova dimensione.
Forse ancora non ha metabolizzato che ha finito, che la sua carriera è finita, che deve scendere dal bus.
Forse ancora non ha capito che deve contattare al più presto Demi se vuole avere un produttore. Forse non ha capito che probabilmente la sua relazione con Camila è appesa a un filo perché, da quel giorno in cui la stuprarono, non ha mai smesso di farsi tra pasticche e canne.
Forse è semplicemente interrotta. Forse il treno corre ma lei è ferma e non riesce a captarlo.

Grahana ||CAMREN||Where stories live. Discover now