3.

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Le settimane dopo quell'ultimo scontro verbale con Malfoy erano passate lente ma tranquille.
Lezione dopo lezione, compito dopo compito, Harry aveva lasciato in disparte i pensieri sul Serpeverde.
L'ultima volta che lo aveva pensato, si era detto che nemmeno lui era così pazzo da tormentarlo con episodi simili a quello accaduto fuori dall'ufficio della Umbridge.
A meno che la cosa non gli fosse piaciuta.
Ma scartò subito l'ipotesi.
Draco Malfoy non era gay, come non lo era lui stesso.
Così si era messo il cuore in pace e non aveva più temuto suoi attacchi.

Tutto era tornato normale. Harry incontrava la sua nemesi solo in classe o in Sala Grande.
Si vedevano e si insultavano.
Come se nulla fosse successo, era veramente sollevato. La cosa lo aveva infastidito e messo a disagio.
Era semplicemente assurdo.
Avevano passato anni ad insultarsi, le cose non potevano cambiare. Non in quel modo.
Gli insulti non potevano assolutamente diventare baci presi a tradimento.
Erano abituati a darsi fastidio in altri modi.

Certamente i soliti insulti non avrebbero mai preso Harry alla sprovvista.
Il corvino non sapeva che Malfoy ci aveva pensato bene. Oltre a volerlo confondere ed evitare anche che cercasse vendetta, voleva prenderlo di sorpresa.
Forse Harry avrebbe dovuto temere quel periodo di normalità, perché la serpe amava l'idea di poterlo sorprendere in qualsiasi momento, adorava anche l'idea che la sua nemesi restasse incapace di controbattere, cosa quasi impossibile ormai, abituati da anni agli stessi insulti.

Ma ritorniamo alla storia con Harry intento a studiare pozioni in biblioteca con Ron, Hermione e Neville, aggiunto da poco al gruppo di studio.
Hermione stava provando a spiegare per la terza volta la procedura per la pozione della giovinezza, Harry ormai la sapeva a memoria, ma il povero Neville doveva ancora capirla bene.
Il corvino si permise di distogliere la sua attenzione dalla ragazza e fece vagare lo sguardo per gli scaffali colmi di libri.
Un particolare catturò la sua attenzione. Indovinate: Draco Malfoy, chi altri, che usciva furtivo dalla sezione proibita.
Lo vide uscire dalla biblioteca e senza pensarci troppo si alzò, si scusò con gli amici e lo seguì.
Certo avrebbe potuto benissimo fregarsi di quel combina guai e ritornare alla lezione impartita da Hermione, ma tutti sappiamo che Harry Potter non eccelleva nel trattenere la curiosità.

Lo seguì per un pò lungo un corridoio, tendando di fare meno rumore possibile, poi lo vide fermarsi. Subito si appostò dietro la porta di una stanza aperta e trattenne il fiato.
Lo sentì girarsi e avvicinarsi di qualche passo.
"Potter vedo che non ti decidi a farti gli affari tuoi" la sua voce risuonò lungo tutto il corridoio e fece sbiancare il grifone. Lo aveva visto? Come?
Lo sentì avvicinarsi ancora.
"Non serve che ti nascondi. Vieni fuori sfregiato, se non hai paura"
Certo che non ce l'aveva. Harry Potter non aveva paura. Non aveva avuto paura nell'affrontare il professor Raptor, un enorme Basilisco, decine di dissenatori e persino Voldemort in persona; di certo non aveva paura di un ragazzino viziato come Malfoy.
Deglutì e uscì a testa alta. "Che cosa stai combinando Malfoy?" Si prestò a dire per evitare lunghi silenzi.
La serpe non disse nulla, si avvicinò ancora un po'.
Continuando lentamente a camminare, disse " A quanto pare la lezione che ti ho dato qualche settimana fa non ti è servita" ormai era molto vicino, così riuscì a prendere Harry per un braccio e a spingerlo dentro la stanza aperta, chiudendosi la porta dietro le spalle.
Harry capì le sue intenzioni. Ma questa volta non glielo avrebbe permesso. Anche perché la cosa non gli piaceva affatto.

Come previsto Malfoy si lanciò famelico sulle labbra del grifone, che si credeva pronto a respingerlo; rimase invece pietrificato mentre il biondo faceva scontrare con maestria le due bocche.
Riuscì a far scivolare la lingua in mezzo ai denti di Harry e a cominciare una danza con essa, alla ricerca della gemella.
Harry appoggiò finalmente le mani sul petto del Serpeverde per allontanarlo, ma quello lo spinse contro il muro e lo tenne serrato con le braccia.
Harry si sentì impotente sotto al suo tocco ma non gli dispiacque come credeva.
Intanto il biondo continuò a baciarlo finché ebbe fiato, e quando si staccò entrambi erano affannati.
Il grifone credette avesse finito e tentò di liberarsi dalla presa così forte.
La serpe ghignò, ma non ancora soddisfatta e notando che i segni lasciati la volta precedente erano spariti, completò il suo lavoro avventandosi sul collo.
Harry sentiva quelle  labbra morbide ispezionare la sua pelle e si fece sfuggire dei gemiti.
Questo eccitò di più Malfoy che gli sbottonò di qualche bottone la camicia e fece scivolare la mano sul petto liscio.
Un brivido di piacere scosse la schiena del grifone che tirò indietro la testa per permettere al biondo di continuare a baciarlo sul collo.
Malfoy arrivò fino all'attaccatura dell'orecchio, poi smise; guardò la sua opera, poi Harry completamente affannato e con il viso in fiamme, sorrise soddisfatto e uscì dalla stanza.

Harry ci mise un po' a ricomporsi. Le gote erano in fiamme e tremava leggermente.
Si riabbottonò la camicia e si passò una mano fra i capelli.
Era successo di nuovo, ma a differenza dell'altra, questa volta Harry avrebbe potuto farla finita. Perché non lo aveva costretto a smettere?
Era ancor più confuso e inoltre cosciente del fatto che stesse dando a Malfoy ciò che lui voleva: un Harry completamente sottomesso a lui.
Capì che doveva fare veramente qualcosa la prossima volta (se ci sarebbe stata). Ma cosa?
Uscì anche lui dalla stanza e raggiunse la biblioteca continuando a pensare a quel che era successo.

Entrò e si sedette accanto a Ron, che aveva la testa china su di un libro.
"Eccoti Harry dove eri finito?" Chiese Neville, indicando con lo sguardo Hermione che sembrava non averlo lasciato respirare un secondo.
"Em...ecco"
"Harry...che cos'hai sul collo?" Hermione stava alludendo ad alcuni segni violacei comparsi sulla sua pelle. Harry si irrigidì e vi passò una mano sopra, notando ancora tracce della saliva di Malfoy.
Non riusciva a pensare a niente di credibile e stava cominciando ad agitarsi.
"Io lo so." Si intromise Ron dopo qualche secondo
"Fred e George stanno perfezionando una caramella che ti fa venire la varicella. Ti hanno costretto a mangiarla non è così?"
"Si...si è così. Sono andato in bagno lì ho trovati e me l'hanno fatta assaggiare."
Guardò Ron riconoscente e poi si concentrò sulla reazione di Hermione
"Accidenti! Avevo detto di finirla con quegli esperimenti e di non farli provare  agli studenti!"
Hermione era diventata un prefetto quell'anno  e teneva molto al suo compito. Solo Fred e George in effetti glielo rendevano difficile.
"Mi dispiace Harry. Come stai?" Chiese infine massaggiandosi le tempie
"Bene. Sembra non l'abbiano ancora perfezionata" rispose pronto Harry.
-
La sera Harry era col pigiama e pronto per fare una lunga dormita.
Anche Ron era pronto, così decisero di chiacchierare un po' prima di addormentarsi.
"Hai visto la faccia di Hermione quando gli hai detto delle caramelle di Fred e George?" Chiese Ron ridendo. Anche Harry rise, ma temeva di continuare quella conversazione.
"A proposito. Non era vero niente, eh?" Ron lo fissava ma Harry guardava altrove.
"Beh... si...cioè no..." queste parole convincenti fecero sospirare il rosso "non serve che mi nascondi niente. È stata Cho vero?"
"Chi?" Chiese Harry distratto
"Cho Chang, dai le sbavi dietro da un anno Harry, credevi non si notasse?"
Adesso Ron stava ridendo. Harry non aveva intenzione di dire che era stato aggredito da Malfoy e che non aveva fatto nulla per toglierselo di dosso così appoggiò la sua idea "Eh si...in effetti, mi hai scoperto Ron"
Il rosso rise e si coricò sul suo letto a baldacchino "quanto vorrei che succedesse anche a me" Harry sogghignò, credendo invece il contrario, ma visto che Ron pensava che avesse passato momenti di passione con Cho, sapendo già la risposta, chiese "ah si? E con chi?"
Adesso si sforzava di trattenere le risate vedendo che Ron era diventato rosso quanto i suoi capelli. "Con...ConHermionecredo..." disse cercando di non farsi sentire.
"Ron, se tu hai notato la mia cotta per Cho, io ho notato la tua per Hermione."
Il rosso sbiancò " si vede così tanto?"
Harry rise e lo guardò con lo sguardo più rassicurante che riuscì a fare "tranquillo, non credo lo sappia"
Detto questo gli diede la buonanotte e spense le luci.

Passò una notte terribile, piena di incubi che cominciavano a diventare abituali. Sognò Voldemort infuriato con qualcuno, poi sognò Malfoy che diceva a tutta la scuola che Harry era gay e infine sognò di nuovo la porta di una stanza ignota che desiderava aprire.
Finalmente arrivò il giorno e si svegliò tutto trafelato e sudato.
Andò a farsi una doccia veloce e poi corse fino in Sala Grande. Si era alzato più tardi del solito.

"Buongiorno ragazzi" per fortuna i suoi amici lo stavano aspettando "Ciao Harry" lo salutarono in coro.
"Scusa Harry, ti ho aspettato per salutarti ma ora devo correre a lezione" così Hermione si alzò e corse via, reggendo una borsa enorme piena di libri e calamai.
"Quella ragazza, sempre di fretta" disse Ron scuotendo la testa, per poi riprendere a mangiare una fetta di torta.
" La adoro, ma a volte mi da suoi nervi" questa affermazione sorprese Harry, ma restò zitto per ascoltare "quando si crede superiore. Si permette sempre di dirmi quando studiare e come farlo, tanto lei ha ottimi voti in tutto. Mi piacerebbe ogni tanto sorprenderla sapendo qualcosa che non sa per farla rimettere a posto. Ma è impossibile"
Harry sorrise a quell'affermazione e si servì anche lui di torta.

Mentre mangiava continuò a pensare a quella frase che gli era rimasta in testa. Come se potesse servigli.
Ed è così che ebbe un'idea.
Pensò che se avesse preso di sorpresa lui stesso Malfoy la prossima volta, quello si sarebbe convinto che ormai Harry non si sarebbe più fatto sottomettere. La cosa non entusiasmava Harry, ma era convinto che avrebbe funzionato, che Malfoy avrebbe ricominciato a sfotterlo come prima, dimenticando quei due episodi.
Doveva solo trovare il momento adatto per provare la sua tesi.

La travolgente verità    -DRARRY-Where stories live. Discover now