17.

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Harry capì di non dover più usare la scusa di Sirius per uscire con Malfoy. Lo aveva fatto sentire troppo in colpa perché i suoi amici si erano sinceramente preoccupati per lui.
li Aveva rassicurati dicendo che aveva sentito solo della nostalgia temporanea e che in realtà il suo padrino non aveva scritto nulla di speciale nella lettera, voleva solo sapere come andasse, tutto qui. Si scusò mentalmente più volte con i suoi amici e con Ginny, che in quel periodo sembrava essersi interessata a lui e ai suoi problemi come non aveva mai fatto. Harry sapeva di essere stato da sempre la grande cotta della rossa, quindi aveva imparato a non fare troppo caso alle sue smancerie, ma in quel periodo di erano intensificate.
La più piccola dei Weasley provava a rimanere sempre più spesso sola con lui, tentava conversazioni e Harry aveva notato che aveva cominciato a truccarsi e vestirsi meglio del solito.
Nonostante tutti gli sforzi però non riusciva a ottenere le attenzioni del grifondoro tanto amato. Non era di sicuro colpa sua, se solo avesse saputo che con chi doveva competere non era una ragazza ma un ragazzo, avrebbe smesso di tentare.

Durante un pomeriggio di inizio maggio
Harry si trovava proprio con la rossa in biblioteca a studiare. Aveva scelto lui quel posto, così la ragazza non lo avrebbe assillato di domande e lo avrebbe lasciato in pace.
Invece trovò il modo di comunicare ugualmente, dimostrando ancora di essere una ragazza tenace.
Mentre Harry rileggeva per la terza volta la prima riga del capitolo, davanti ai suoi occhi gli venne passato un bigliettino con su scritto:

Questo weekend andiamo ad Hogsmade insieme? Ci saranno i primi alberi in fiore e sarà molto romantico

Harry capì che Ginny aveva preso il coraggio di chiederglielo proprio perché non aveva dovuto parlare.
Sapeva che non lo avrebbe lasciato in pace, chiedendoglielo ogni fine settimana, così decise di accettare scrivendo un veloce si con la matita.
La ragazza si trattenne dal fare strilli emozionati e si limitò a sorridere raggiante.
Ancora una volta Harry aveva ottenuto un appuntamento da una ragazza che non gli interessava. Ma questa volta avrebbe subito chiarito il punto e non avrebbe permesso alla povera Ginny di farsi usare da lui; c'era già Malfoy con la Parkinson che pensava a coprirli, e il biondo non badava molto al fatto che fosse un imbroglio. Era abituato agli imbrogli fin da piccolo.
Così Harry, per quel pomeriggio, dovette smettere definitivamente di studiare, sobbarcato dai pensieri riguardanti Ginny e
,ovviamente, Malfoy.

Il giorno dopo entrambi erano già pronti sulla soglia dell'entrata di Hogwarts per raggiungere Hogsmade.
Ginny era molto carina: aveva indossato un vestito lilla con sopra una giacchetta di jeans e degli stivaletti neri e sembrava si fosse truccata leggermente gli occhi.
Harry aveva semplicemente aggiunto ai suoi soliti Jeans una maglia leggera bianca a maniche lunghe.
"Ciao Harry. Sei molto bello oggi" Disse sinceramente e arrossendo vedendolo arrivare. "Grazie, anche tu!" ricambiò il moro, pensando sinceramente che fosse una bella ragazza.
"Devo avvisarti che dopo ho allenamento di Quiddich e che quindi non posso rimanere fino a tardi con te" disse subito il moro. Ginny annuí e gli sorrise comprensiva.
I due si incamminarono per un viale circondato da alberi in fiore. Un tripudio di colori dal rosa al bianco sovrastava la coppia che passeggiava tranquilla e si godeva i primi caldi raggi primaverili.
Dopo interminabili minuti Harry tolse finalmente le mani dalle tasche e Ginny scelse il momento perfetto per afferrare la mano di Harry e tenerla vicino a se. Il moro si irrigidì, sorpreso da quel contatto e si fermò in mezzo al viale in fiore. "Scusa..." cominciò Ginny lasciando andare la presa e arrossendo. Prima di fare il gesto aveva dovuto prendere molto coraggio e ora si sentiva sciocca "No no...tranquilla. Mi ha fatto piacere. Solo che..." Harry non voleva colpirla al cuore così, subito, all'inizio della loro uscita, ma doveva bloccare subito le intenzioni della rossa.
"Solo che...?" Ginny gli pregò di proseguire mentre le tremavano le mani.
"Ginny io ho capito che ti piaccio" cominciò Harry dopo aver fatto un profondo respiro. Ginny sorrise e si avvicinò titubante di qualche passo "Si?" Harry si sentì meno sicuro di proseguire.
Un fiore di gelsomino fu adagiato da una ventata di tiepido vento, sulla giacca di Ginny. Quel fiore gli risvegliò i sensi, e si scoprì a ricordare il fresco profumo di Malfoy. Quel Malfoy che vedeva ormai di rado e che sembrava essersi offeso da quando aveva tentato di tirarsi indietro da quella strana relazione platonica. Una emozione simile alla nostalgia gli si risvegliò nel petto. Questo gli diede la forza di continuare. "Ginny io non provo quello che tu provi per me e...credo che non lo proverò mai. Non voglio ferirti, ma nemmeno illuderti" disse tutto d'un fiato e quando ebbe finito notò che il cuore gli batteva all'impazzata. Se fosse stato per il ricordo di Malfoy o per aver appena spezzato il cuore ad una dolce ragazzina non lo capì, ma non potè fermarlo.
Ginny trattenne le lacrime e lo guardò per un po' prima di scusarsi e allontanarsi dalla parte opposta.
Harry decise di lasciarla stare e di avviarsi al campo da Quiddich per gli allenamenti.
-
Era ormai tardi, quando Harry tornò al castello la sera dagli allenamenti di Quiddich.
Camminava per i corridoi bui per raggiungere la sua Sala Comune, consapevole del rischio di girare a quelle ore per il castello.
Era così stanco che sbagliò strada più volte finendo nei pressi del dormitorio dei Serpeverde; se ne accorse troppo tardi, quando ormai un gruppetto di studenti di quella casata lo aveva raggiunto.
Si trovò davanti ai più fedeli controllori della Umbridge: Pansy Parkinson, Tiger, Goyle, Blaise Zabini e Theodore Nott.
Non poteva capitargli una situazione peggiore: lo avrebbero spedito dalla professoressa senza troppi complimenti e lei avrebbe approfittato della sua punizione per fargli scrivere un altro po' di volte con quella tremenda penna a sangue.
"Potter, ti sei perso?" Gracchiò Pansy guardandolo dall'alto al basso. Harry decise di stare zitto, per evitare altri problemi "Mi stavo giusto annoiando. Mi divertirà vedere la Umbridge alle prese con lui" annunciò Blaise facendo sghignazzare tutti gli altri membri del gruppo. Harry inghiottì gli insulti che gli erano saliti in gola e lo guardò indifferente.
"Vieni, e non discutere" gli intimò Theodore afferrandogli un braccio; Harry non riuscì a trattenersi e si liberò dalla presa strattonandolo. Fece alcuni passi all'indietro per rispondere a tono ma andò a sbattere contro qualcosa...o qualcuno.
"'Sera ragazzi" salutò freddo il biondo appena arrivato. Harry si girò verso di lui e sospirò deluso: lo avrebbe di sicuro consegnato personalmente, magari suggerendo alla Umbridge di fargli bere del siero della verità, convincendola che si trovava in giro proprio perché voleva raggiungere gli altri dell'ES.
"Draco, stavamo giusto portando Potter, che si stava facendo un giretto, dalla Umbridge." lo accolse la ragazza sorridendogli provocante "Perfetto. Se non vi dispiace vorrei accompagnarlo io stesso" annunciò posando una mano salda sulla spalla del moro. "Te lo scordi. Non ti prenderai tutto il merito" disse Blaise sprezzante, incrociando le braccia al petto.
"Ma io penso di aver trovato finalmente il luogo segreto dove fa i suoi stupidi incontri" aggiunse Malfoy alzando un sopracciglio "Quindi è vero? Hai messo su un'organizzazione illegale e segreta!" Lo accusò Pansy puntando il dito e guardandolo torvo. Harry provò a controbattere ma Malfoy lo zittì stringendo la presa sulla sua spalla.
"Quindi, io la informerò, portandole anche il primo sospettato. Voi continuate il giro" terminò con voce autoritaria. Nessuno dei presenti sembrò voler ribattere, cosi il gruppo proseguì, accompagnato da Tiger e Goyle che provavano a far trattenere Blaise dallo sbraitare.
I due rimasero qualche secondo fermi immobili ad aspettare che gli altri sparissero dietro alla curva, poi Malfoy aprì il passaggio del dormitorio e vi spinse dentro Harry.
"Ma cosa?..." cominciò Harry confuso "È troppo tardi e il tuo dormitorio è troppo lontano. Ci beccherebbero entrambi subito. Rimarrai qui sta notte" chiarì subito il biondo facendosi seguire sopra una scalinata che conduceva alla stanza che divideva coi suoi compagni.
"Ma...pensavo...perché non mi consegni alla Umbridge ?" Domandò Harry standogli dietro titubante. Quando entrarono nella stanza Malfoy si girò verso di lui serio "Non ho scoperto niente in realtà. Non potevo permettere che ti portassero loro adesso che non so ancora niente del tuo club del cazzo. Voglio consegnarle il pacchetto completo." Spiegò Malfoy senza incrociare il suo sguardo.
Un pensiero si insinuò dentro la mente di Harry: e se Malfoy invece aveva cercato di proteggerlo, nascondendo il tutto con una scusa?
Ma lo scacciò subito, Malfoy non era uno protettivo, non con lui almeno, non vedeva l'ora di incastrarlo.
Malfoy sbuffò e tuffò le mani dentro al baule per tirarne fuori un pigiama verde menta. Glielo lanciò e gli indicò una porta che conduceva al bagno.
Quando Harry si fu vestito, uscì con le mani leggermente tremanti e trovò il biondo seduto sul suo letto con in mano un libro. Quando lo notò lo chiuse ed esclamò "muoviti, gli altri non staranno via tutta la notte" Harry si guardò intorno scoprendo che non c'erano altri letti, oltre a quelli delle altre serpi.
"Dove dormo allora?" Chiese un po' ingenuamente. Malfoy alzò un sopracciglio e si alzò dal letto a baldacchino. Si avvicinò ad Harry e lo prese per le braccia, sbattendolo sul suo materasso e mettendosi a cavalcioni su di lui per impedirgli la fuga. Chiuse le tende del baldacchino ponendo un incantesimo per tenerle serrate, onde evitare che qualcuno le aprisse scoprendo l'ospite indesiderato e uno silenziatore per lo stesso motivo.
Guardò la sua preda mordendosi un labbro.
Harry lo fissava con gli occhi sbarrati e la bocca aperta, non sapendo come liberarsi da quella situazione così scomoda ma intrigante.
"M...Malfoy..." disse incerto, agitandosi sotto il suo peso. Il biondo sospirò rilassando le spalle e gli bloccò i polsi accanto alla testa con le mani.
"Potter, scoprirò il vostro nascondiglio per ricevere crediti extra, lo sai questo?" Disse con voce chiara "Non scoprirai un bel niente, perché non succede un bel niente" rispose Harry per provocarlo.
Malfoy alzò le sopracciglia e gli lascio un bacio veloce ma sensuale sulle labbra, poi lo lasciò andare e scivolò accanto a lui.
Harry si girò di fianco per guardarlo, grato al fatto che non avesse continuato: era molto stanco e non avrebbe retto una provocazione così eccitante.
Malfoy rise e si coprí il volto con le mani "Harry Potter è nel mio letto... un anno fai avrei dato di matto e ti avrei cacciato a calci in culo" disse con voce rauca per poi girare la testa a guardargli gli occhi smeraldo "cosa dovrei dire io? Ti assicuro che sarei scappato ricoprendoti di insulti" ammise Harry sorridendo divertito. "Ma cosa diavolo mi è successo?" Chiese Malfoy tornando a guardare il soffitto "Te lo dico io cosa: la mia lingua" rispose Harry non riuscendo a trattenere una risata che contagiò anche il biondo.
Harry notò che la maglia del pigiama di Malfoy gli lasciava scoperta una spalla e si leccò le labbra senza volerlo. Malfoy se ne accorse e rise ancora "Mi fa piacere che ti piaccia quel che vedi, perché sta notte non toccherai niente di tutto questo" annunciò indicandosi con dei gesti ampi delle braccia.
Harry corrugò la fronte e si scoprì un po' deluso "ora si che mi riconosco. Far impazzire Potter facendolo dormire nel letto di un ragazzo molto eccitante- dicendo questo assunse un'espressione compiaciuta- senza la possibilità di fare nulla" disse Malfoy premendo l'indice contro il petto del grifone.
Harry alzò gli occhi al cielo e si girò dall'altra parte spazientito.
Il letto non era così ampio da permettere a due persone di avere il proprio spazio, infatti Harry sentiva il braccio di Malfoy contro la sua schiena e non potè fare a meno di rabbrividire.
Malfoy si girò di lato, appoggiando il petto alla schiena del moro e abbracciandolo da dietro, scaldandogli il collo con il fiato. Harry rabbrividì ancora e si rilassò sul cuscino.
"Hai freddo?" Sussurrò Malfoy quando lo sentì tremare per la seconda volta. Harry si girò verso di lui e lo guardò intensamente prima di abbracciarlo e far sprofondare il viso sul suo petto liscio, reso morbido dal pigiama.
Malfoy inizialmente si irrigidì, poi si rilassò e prese ad accarezzare i capelli scompigliati del grifone, prima che entrambi si addormentassero sereni.

La travolgente verità    -DRARRY-Where stories live. Discover now