21.

14.5K 745 224
                                    

Tutti i membri dell'ES erano stati avvertiti sulla Umbridge e il Veritaserum e Hermione aveva anche dato consigli utili su come evitare che facesse effetto.
Così quando gli alunni furono interrogati uno per uno, nessuno seppe dare validi motivi per essere punito o per scoprire l'associazione segreta.
La professoressa era furiosa, più che mai. Sapeva benissimo che l'associazione esisteva, ma non sapeva come o dove trovarla.
Come poteva immaginare che esistesse una stanza come quella delle Necessità?
Non era riuscita a estorcere informazioni nemmeno dallo stesso preside, che diventava sempre più sfuggente e assente.
Così le lezioni segrete continuavano indisturbate.

Harry Aveva pensato molto a quella stanza. Non solo per l'ES, ma anche per convincersi a far conoscere a Draco il segreto per accedervi.
I due non vi erano più tornati, dopo la prima volta, e ormai era passata una settimana. Si vedevano solamente a lezione e non erano mai riusciti a ritagliarsi momenti da soli.
Harry odiava ammetterlo ma gli mancava molto stare con lui.
Così alla fine si decise e gli scrisse una breve lettera per incontrarlo quella sera nel corridoio al quinto piano.
Finite le lezioni si precipitò nel posto e attese agitato.
Non aveva nemmeno avvisato i suoi amici, era solo corso via, non lasciando finire la frase che Ron aveva cominciato.

Finalmente il ragazzo alto e biondo, sempre vestito elegante, si presentò e gli sorrise in segno di saluto.
"Allora?" Chiese impaziente Draco, vedendo il moro nervoso.
"Ricordi la stanza dove..." Harry non riuscì a finire la frase, guardò il ragazzo e lo vide ghignare, segno che aveva capito. "Voglio farti vedere come si fa a farla comparire" disse tutt'unfiato guardando il muro vuoto davanti a loro.
Draco incrociò le braccia al petto e alzò le sopracciglia per fargli capire di procedere.
"Devi pensare intensamente a cosa vuoi o cosa ti serve" continuò Harry prendendogli titubante la mano.
Il biondo arrossì leggermente "devo solo...pensare?" Chiese stringendo la mano di Harry, che annuí energicamente.
Così di due chiusero gli occhi e pensarono a ciò che volevano in quel momento e la porta comparve.
Draco spalancò gli occhi e riuscì a muoversi solo quando Harry lo tirò per un braccio.
Entrarono e ritrovarono la stanza della loro prima volta, solo che il letto aveva le lenzuola pulite e ordinate.
"A che cosa hai pensato?" Chiese dopo qualche secondo il biondo non riuscendo a trattenere un ghigno compiaciuto.
"E tu?" Domandò Harry di rimando avvicinandosi.
Desiderava solo baciarlo, era stato lontano da quelle labbra morbide troppo a lungo secondo i suoi gusti.
Lo strinse a se per i fianchi e incrociò il suo sguardo nebuloso mordendosi il labbro con desiderio.
Draco non aspettò un secondo di più e si avventò sulle sue labbra color ciliegia afferrandogli il volto tra le mani.
Passarono secondi interminabili prima che i due si staccassero per prendere fiato.
Harry sospirò di sollievo e appoggiò la fronte sul suo petto; prese a sbottonare la camicia subito dopo in modo avventato e Draco non potè fare a meno di ridere "siamo impazienti eh?" "Sta zitto e muoviti a togliertela" disse Harry già affannato e sorridendo soddisfatto.
Draco obbedì e poi cominciò a lasciargli sul collo baci sensuali che eccitarono entrambi.
Quando finalmente furono entrambi a petto nudo ripresero a baciarsi con più passione fino a gemere incontrollati.
Harry accarezzò gli addominali scolpiti del biondo e scese fino a intrufolare la mano dentro i suoi pantaloni e si staccò da lui per vedergli negli occhi il desiderio e la voglia di continuare.
Così Harry proseguì il tragitto facendosi strada tra il tessuto nero.
Draco si morse il labbro gemendo quando Harry raggiunse il suo membro, ma dovette improvvisamente allontanarsi da lui con un balzo.
"Ahi! Cos'era? Mi ha ustionato!" Esclamò il biondo corrucciato.
Anche Harry sembrava che qualcosa lo stesse bruciato e infatti stava cercando frenetico qualcosa dentro la tasca dei jeans.
Ne estrasse poco dopo una monetina che fece cadere a terra con un tintinnio.
"No!" Gridò appena la vide rotolare a terra "era oggi!" continuò tentando di afferrarla senza farsi male.
"Era oggi cosa? Cos'è quella?" Chiese Draco confuso e con un po' di delusione nella voce.
Harry si portò le mani ai capelli.
Quel giorno avrebbe avuto una lezione con l'ES e lo aveva dimenticato, sarebbe dovuta cominciare a momenti, e la moneta serviva a ricordare ai ritardatari l'evento.
Prese la camicia che si era levato e se la infilò in fretta. Draco lo guardò torvo e si avvicinò per afferrargli la spalla "Dove vai?" Chiese arrabbiato.
Harry avvampò e cominciò a prendergli il panico "Io...avrei un impegno... l'ho dimenticato. Devo andare!" Provò a spiegare rapido "No! Adesso sono io il tuo impegno!" chiarì Draco non volendo lasciar perdere. Aveva aspettato molto quel momento e non poteva andarsene sul più bello, non lo poteva abbandonare lì come uno scemo.
"Draco ti prometto che appena ho finito riprendiamo da dove ci siamo fermati" disse Harry piantandogli l'indice nell'ombelico e alzando un sopracciglio con fare malizioso.
"Adesso usciamo da qui" riprese afferrando la sua camicia e porgendogliela.
"Uscire da qui? Io ti aspetto qui e tu ti sbrighi a tornare se proprio devi" annunciò furioso il biondo, allontanandolo da se.
"Draco ti prego..." provò Harry stressato, ma il biondo sembrava non voler lasciare perdere. Stava proprio facendo la prima donna e Harry, non sapendo cosa fare, cominciò ad innervosirsi, tanto da aprire la porta e spingerlo fuori richiudendosela alle spalle.
"Harry che cazzo fai?" Chiese Draco furioso e si rinfilò la camicia, ormai costretto, allacciandosi anche la cravatta senza pensarci troppo.
"Ti prego, scusa. Non vedevo l'ora di vederti, ma devo assolutamente fare questa cosa e..."
Harry si immobilizzò quando vide arrivare alle spalle di Draco i suoi amici con al seguito tutto l'ES.
Draco si girò e quando vide tutti quegli studenti di diverse casate, sembrò capire molte cose, ma Harry adesso non aveva tempo, così lanciò qualche insulto a caso al biondo che se ne andò in fretta.
"Harry. Tutto bene?" Chiese Ron vedendo andare via Malfoy.
"Si. Cominciamo" rispose Harry evasivo mentre ricompariva la stanza, solo che questa volta addobbata per le esercitazioni.

Quel giorno Harry, ovviamente, si dimostrò molto distratto e aiutava a malapena chi glielo chiedeva.
Stava seduto per terra e guardava con aria assente i suoi studenti, pensando intanto a tutt'altro.
Non vedeva l'ora di finire quella lezione ,che sembrava durare più del solito e raggiungere Draco per scusarsi e...fare altro.
All'improvviso i suoi pensieri furono interrotto da un rumore assordante che invase e fece tremare tutta la Sala.
Si alzò di scatto e guardò d'istinto preoccupato Hermione che però sembrava saperne meno di lui.
Si avvicinò alla parete da cui sembrava provenire tutto e scoprì che si era formato un buco; dall'altra parte si scorgeva proprio lei: la Umbridge più felice che mai.
Il cuore gli si fermò nel petto, ma quella non sarebbe stata la cosa più dolorosa, infatti quando il buco si fu allargato, tra le urla isteriche di tutti, Harry vide Draco, in piedi con lo sguardo serio e carico d'odio.
Impallidì immediatamente e sentì gli occhi bruciare. Draco si era evidentemente offeso e senza ragionare era andato a vendicarsi. Molto probabilmente aveva già capito l'origine dell'utilizzo della stanza e teneva in serbo quell'informazione in caso di tradimento da parte di Harry.
Ancora nessuno dei due si fidava dell'altro e così si erano fatti male a vicenda.
Harry rimase immobile al suo posto a guardare quel volto che gli era sembrato tanto meraviglioso solo qualche ora fa e che ora sentiva di dover odiare.
Qualcuno lo spostò in tempo per evitare di essere colpita da un "Bombarda Maxima!" Lanciato dalla stessa Umbridge.
"Harry!" Ron, lui gli era piombato addosso, gli stava sopra a cavalcioni e tentava di risvegliarlo da quello shock.
Lo aiutò ad alzarsi poco prima che la Umbridge lo raggiungesse per prenderlo per il colletto.
"Trovati!" Gridò con aria paurosamente isterica "Ora voi contate i presenti" continuò ad ordinare alla sua schiera di Serpeverde "E tu- disse indicando Malfoy- vieni con me e aiutami a portare questo qui dal preside! Attento a non farlo scappare" ma Harry non sarebbe scappato, non ne aveva la forza, voleva solo vedere il suo preside e aspettarsi un qualcosa del tipo "Harry questo era un test per vedere se sei forte abbastanza da affrontare Voldemort. Ora tornerà tutto alla normalità!" ma sapeva in cuor suo che non sarebbe accaduto, era tutto troppo reale.
Si incamminò con al seguito Malfoy che gli puntava la bacchetta alla schiena e non disse niente per tutto il tragitto.
Lo sentiva, dietro di lui, respirare flebilmente e la sua presenza era più forte che mai. Quanto avrebbe voluto girarsi in quel momento, per vederlo sorridere, mente lo portava fuori dai guai. Ma ancora la realtà era troppo forte.
Arrivarono all'ufficio del preside e lo trovarono comodamente seduto sulla sua poltrona "Benvenuti. Prego accomodatevi" disse indicando tre sedie davanti la scrivania, come se avesse saputo che sarebbero arrivati.
"Signor preside. Il qui presente Harry Potter ha portato avanti un'organizzazione illegale per mesi.
Inoltre, abbiamo rinvenuto questo" cominciò la Umbridge mostrando il foglio delle firme, che avrebbe incriminato tutti.
"Esercito di Silente...lei ha utilizzato un gruppo di ragazzini per tenere segreta l'arma che servirà contro il ministero!" Lo accusò infine il rospo. Harry sobbalzò e non potè più trattenersi "Come? No! Lui non c'entra niente io..." si accorse che nel frattempo degli uomini del ministero, tra cui anche Caramel, erano entrati nella stanza.
"No!" Continuò Harry "È stata tutta una mia idea, lui non ha fatto nulla"
il preside non sembrava arrabbiato, portava sempre la sua espressione pacata "Oh Harry, è molto onorevole da parte tua tentare di proteggermi, ma li c'è scritto Esercito di Silente, non di Potter" disse in risposta il preside, alzandosi dalla poltrona.
"Ti abbiamo beccato. Ora non opporre resistenza e vieni con noi" annunciò Caramel con voce tremante "No io non credo. Non ho intenzione di andare ad Azkaban" disse Silente tranquillo.
Poi la sua fenice, Fanny, gli volò addosso circondandolo di fiamme e facendolo sparire.
Rimasero tutti sconvolti e la Umbridge sembrava più infuriata che mai.
Il preside era scappato: cosa sarebbe successo poi?
Harry finalmente incrociò lo sguardo di Malfoy. Sembrava spaventato e pentito, provò a dire qualcosa, ma riuscì solo a spalancare impotente la bocca.
Niente avrebbe potuto peggiorare la situazione.

La travolgente verità    -DRARRY-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora