5.

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Certamente Harry non impiegò ogni suo momento libero per cercare Malfoy. Sperava più che altro che l'occasione si presentasse da sola.
Intanto era piuttosto preso dalla prossima partita di Quiddich: i Grifondoro, la sua squadra, contro i Serpeverde.
La McGranitt teneva molto alla vittoria, forse più per vendetta personale con il professor Piton che per altro.
Si allenavano quasi ogni giorno, e la cosa si stava facendo impegnativa, ma alla fine arrivarono al giorno della partita molto preparati.
Si cambiarono in fretta e furono in campo in men che non si dica, pronti a cominciare.
Tutto era pronto, mancava solo la squadra avversaria.
Quando si presentarono, Harry notò subito che il suo avversario cercatore, Draco Malfoy, mancava all'appello.
I suoi compagni si scusarono dicendo che aveva fatto tardi e che si stava cambiando.

I pensieri di Harry si assemblarono in fretta. Chiese alla McGranitt se poteva approfittare del ritardo per recuperare un oggetto negli spogliatoi e uscì dal campo.
Si diresse verso gli spogliatoi, ma non i suoi, quelli dei Serpeverde.
Entrò silenziosamente e cercò Malfoy. La sua intenzione era quella di prenderlo alla sprovvista per completare il suo piano e inoltre agitarlo prima della gara. Avrebbe preso due piccioni con una fava.
Lo vide cambiarsi dietro la tendina della cabina. Si intravedeva la sua schiena, pallida e dalle spalle larghe e definite.
Trattenne il fiato. Ne era sicuro?
Ma non era il momento per avere dubbi. Era la sua occasione.
Così spostò la tendina ed entrò nella cabina, provocando a Malfoy un sussulto.
"P...Potter. Ma cosa..." fu zittito da un bacio di Harry, che senza perdere tempo strinse a se il ragazzo e approfondì il gesto facendo scontrare le due lingue che presero a rincorrersi fameliche.
Il bacio non durò molto, ma fu così intenso da provocare il fiato corto ad entrambi. Si guardarono negli occhi, il grigio nebuloso si mescolò al verde smeraldo. Harry non potè fare a meno di notare del desiderio nello sguardo del serpeverde. Sorrise compiaciuto e se ne andò.

Dopo qualche minuto erano entrambi in campo pronti a cominciare. Harry vide che le guance, solitamente pallide, di Malfoy si erano colorate di rosa e che lui sembrava distratto. Bingo.

Madam Hooch fischiò e diede il via alla partita.
Tutti si alzarono in volo ed Harry non perse tempo a cercare il boccino d'oro.
Malfoy gli girava intorno e pareva agitato.
Harry sorrideva ogni volta che notava che il ragazzo gli lanciava occhiate sfuggenti. Aveva trovato il momento giusto per vendicarsi, ne era sicuro.
Alla fine Malfoy si era sbagliato. Harry aveva cercato e compiuto la vendetta.

La partita procedeva lenta. Le due squadre erano in parità:50 a 50
e sugli spalti gli studenti cominciavano a sussurrare agitati.
D'un tratto Harry lo vide. Il boccino, che fluttuava tranquillo sopra la testa di Malfoy, troppo intento a distogliere lo sguardo da Harry per accorgersene.
Il grifone si lanciò verso di lui e tese la mano; vide il biondo irrigidirsi e spalancare gli occhi, ma non ci fece caso.
Fu così veloce che in un attimo gli piombò addosso e si ritrovò a terra, sopra a Malfoy e con la mano serrata sul boccino.
Uno scroscio di applausi e grida si alzò dagli spalti di Grifondoro. La partita era finita e loro avevano vinto.
Harry era così euforico che non si accorse di essere ancora a cavalcioni sopra un Malfoy furioso e imbarazzato.
"Levati di dosso, sfregiato" gridò per farsi sentire in mezzo a quelle urla festose.
Harry lo guardò e vide che era arrossito violentemente e tentava di spingerlo per levarselo di dosso.
Si sentì le orecchie in fiamme e tentò di alzarsi in fretta.
"Si...scusa...cioè...". Farfugliò nervoso, per poi venire abbracciato dai membri della sua squadra.
"Harry abbiamo vinto! La coppa sarà nostra!" Esultavano tutti ed Harry si lasciò trasportare verso gli spogliatoi, lasciando Malfoy ancora a terra.

"Harry sei stato fantastico. Hai visto la faccia di Malfoy?" Erano entrati tutti in sala Comune dopo i festeggiamenti e Ron rideva ancora emozionato per le gesta dell'amico.
Anche Harry rise, ripensando al colorito di Malfoy.
"Devo dire che stavo quasi perdendo le speranze. Poi quando ho visto che ti lanciavi verso di lui mi si è fermato il cuore."
"Harry sono fiera di te" intervenne Hermione tra le risate di Ron.
"Grazie Hermione" disse Harry sorridendo leggermente.
"E pensare che quella racchia voleva cancellare l'incontro" disse Ron riferendosi alla professoressa Umbridge.
"Per fortuna, in qualche modo, la McGranitt glielo ha impedito" ricordò Harry entusiasta.
"Per non parlare di Piton. Appena ha visto Harry con il boccino, è diventato più verdognolo del solito" risero tutti all'affermazione di Ron.
"Contro chi sarà la prossima partita?" Chiese Hermione con le lacrime agli occhi per le risate.
"Corvonero" rispose pronto Harry
"Oh-oh! Dovrai batterti con Cho!" Esclamò Ron tra il divertito e il sorpreso
Harry sobbalzò a quel nome.
Non aveva ancora avuto modo di parlarle dopo le vacanze. Ma sinceramente non desiderava farlo. Sembra strano, ma Harry aveva perso ogni interesse per lei dopo quel bacio penoso.
"Ah si. Cho" disse Harry fingendosi agitato
"Harry non ti vedo molto insieme a lei comunque" notò Hermione, sempre più attenta di Ron.
"Si, beh... dopo le vacanze non ho trovato tempo per andarla a trovare"
Rispose freddo.
"Ma non importa. Domani abbiamo una lezione con L'ES. La vedrai lì" intervenne Ron tranquillo.
Harry annuì e cambiò il discorso "a proposito dell'ES. Avete notato i progressi di Neville?"
"Si! L'ultima volta ha disarmato Lavanda quasi subito" disse Hermione contenta.
Prese a parlare delle lezioni dell'ES e della disperata e inutile ricerca della Umbridge per trovarli. Aveva bandito tutte le associazioni da lei non approvate, ma sapeva che qualcuno trasgrediva alle regole.
Cosí si persero in quei discorsi e dimenticarono l'argomento Cho, per fortuna di Harry.
-
Erano il Sala Grande per la cena, quando Harry si girò distratto verso Malfoy e notò che stringeva sotto al braccio Pansy Parkinson, la sua amica Serpeverde. 
Ridevano e sembravano molto uniti. Una morsa strinse il cuore di Harry che continuò a guardarlo per qualche secondo prima di essere risvegliato dai suoi pensieri "Harry. Mi stai ascoltando" Hermione sembrava molto infastidita "Si scusa" disse Harry tornando a guardare il suo piatto mezzo vuoto. La riccia provò a capire cosa avesse catturato l'attenzione del ragazzo, ma non trovando soggetti interessanti scosse le spalle e riprese il suo discorso "dicevo, oggi abbiamo lezione con Piton. Spero tu abbia finito la ricerca" il cuore di Harry si fermò. Era stato troppo occupato con il Quiddich e aveva tralasciato lo studio per un po'. Ron notò il suo cambio improvviso di colorito e disse "sei fregato, amico"
Hermione sospirò e tirò fuori dalla borsa una pergamena ben piegata.
"Avevo intuito che potessi essertene dimenticato. Con il Quiddich e l'ES..." Harry riacquistò  colore e sorrise per poi rispondere commosso "Hermione, grazie...davvero"
"Non prenderla come un'abitudine." Disse Hermione tentando di rimanere seria davanti al sorriso del migliore amico.
"Certo. Cercherò di non dimenticarmi più nulla"sorrise  ancora, lesse la ricerca e decise di fare delle correzioni (sbagliate) per non insospettire il professore.

In classe consegnò la pergamena, con la mano leggermente tremante e si sentì sprofondare di sollievo sulla sedia.
"Bene" esclamò Piton finito di raccogliere le ricerche. "Ora, voglio che cominciate a preparare la pozione ringiovanente. Abbiamo lavorato molto a questo intruglio, quindi non accetto errori" Hermione guardò Neville e gli sorrise fiduciosa. Avevano veramente studiato molto.
"Cominciate" disse battendo le mani, facendo sussultare e muovere tutti.
La stanza si riempì presto di fumi e aromi di ogni tipo. Tutti lavoravano concentrati alla propria pozione, nessuno voleva essere punito.
Il professor Piton passava di banco in banco, alternando smorfie disgustate a espressioni soddisfatte.
Scaduto il tempo controllò tutti lavoro e aggiunse "vedo che tutti hanno capito questa semplice procedura. Più o meno" si girò a guardare Seamus Finnigan, col volto leggermente bruciacchiato.
"Ripulite I calderoni e uscite. La lezione è terminata!"

Usciti dall'aula i tre amici si complimentarono con Neville, che sembrava ancora sorpreso di se stesso.
Poi si separarono. Ron doveva andare in punizione dalla McGranitt, Hermione in biblioteca ed Harry al campo da Quiddich.
"Ci vediamo sta sera per...Tu-sai-cosa" ricordò Hermione prima di andare, alludendo alla lezione dell'ES.
-
Arrivato al campo non trovò nessuno. Rilesse il bigliettino speditogli dal nuovo capitano della squadra, Angelina Johnson, per vedere se l'ora era sbagliata.
"Ma dove sono finiti?" disse tra se, dirigendosi agli spogliatoi, pensando che fossero tutti già lì.
Entrò e si sedette sulla panca. Non c'era ancora nessuno. Decise di cominciare a cambiarsi per aspettarli.

Sentì dei passi e si girò aspettandosi di vedere qualcuno della sua squadra, invece davanti a lui c'era...
esatto, Draco Malfoy.
Harry si pietrificò, gli venne quasi da ridere, essendo la situazione così assurda. Era decisamente a disagio, anche perché in quel momento era senza maglietta.
"Potter" lo chiamò il biondo, come per risvegliarlo "Malfoy...non farti idee strane. Ti conviene andare via oppure"
"Oppure?" Domandò ironico la serpe, avvicinandosi con un sorriso malizioso sul volto.
Non riuscì a pensare a niente di convincente. Riusciva solo a notare quanto Malfoy si stesse avvicinando. Lo faceva lentamente, per renderlo ancora più agitato e...impaziente.
"Malfoy sul serio. Torna dalla tua Parkinson e lasciami stare. Non pensare che ti abbia bacia..."
non riuscì a finire la frase perché il biondo lo aveva spinto dentro la doccia e l'aveva aperta.
Urlò tentando di togliersi l'acqua dagli occhi e nello stesso tempo allontanare Malfoy.
Smise di lottare quando non sentì più l'acqua scorrergli sulla testa.
Quando li riaprì vide che Malfoy si stava togliendo la maglietta.
Non fece a meno di ammirare i suoi addominali scolpiti e il suo petto liscio.
"M... Malfoy..."
"Ssh, voglio ricambiarti il favore. A proposito, grazie per avermi fatto perdere" disse il biondo acido; poi avvicinò Harry a sé, prendendolo per i fianchi. Ora erano così vicini che i loro nasi si sfioravano e potevano respirare la stessa aria, sincronizzando i respiri.
"Sono qui per rimetterti a cuccia. Devi capire che non devi più prendere l'iniziativa. Sono io che comando in questo gioco" continuò la serpe con un tono simile a quello della Umbridge. Harry storse il naso e sostenne il suo sguardo, serio.
Quindi era questo? Un gioco?
Se era veramente come diceva lui, Harry non avrebbe mai voluto perdere e lasciarlo vincere tranquillamente.
Avrebbe partecipato, lasciando che Malfoy si infuriasse ancora di più.
Alla fine era come i vecchi tempi, solo che invece degli insulti c'erano...
Provocazioni sessuali.

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Lo so questo capitolo è lunghissimo. Ma ci ho lavorato molto.
Nel prossimo episodio la continuazione.
Grazie di aver letto fin qui
Baci🎀😙

La travolgente verità    -DRARRY-Where stories live. Discover now