24 Le conseguenze del dolore

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Il cielo quel giorno era grigio, grigio come le numerose lapidi che componevano il cimitero. Il funerale di Gildarts fu così, triste e grigio, ed estremamente piovoso; Natsu era in piedi di fianco alla fossa, il viso composto nella durezza del dolore; vicino a lui c'erano Lucy, Gray, Erza, Cana, Makarov e il resto della gilda, tutti vestiti di nero e protetti dagli ombrelli. Nonostante si trattasse del funerale dell'uomo che aveva spinto Magnolia a ristrutturarsi solo per lui, oltre la gilda non si presentò nessun altro. Natsu guardò la bara di Gildarts scendere con una lentezza estenuante nella fossa, accompagnata da acqua di pioggia e acqua santa, come benedizione terrena e divina.
Quando l'arcivescovo disse il fatidico amen, la folla radunata si sciolse; quasi tutti, prima di andarsene, fecero le condoglianze a Cana, unico parente consanguineo di Gildarts.
Quando Lucy le si avvicinò per le condoglianze, la mora l'abbracciò con forza, separandosi poco dopo.
"Come potrò mai ringraziarti? Senza di te mio padre sarebbe stato sepolto in una fossa comune".
"Ho preferito spendere i soldi della ricompensa per un bene comune", le rispose con un leggero sorriso Lucy.
Cana l'abbracciò di nuovo e si dileguò; la biondina si voltò a guardare Natsu, solo senza la sua adorata sciarpa. Il ragazzo rimase a contemplare gli inservienti vestiti con una cerata verde riempire la fossa con la terra, palata dopo palata. La tristezza del momento era mescolata a una rabbia acuta e silenziosa; la settimana prima - quando avevano cominciato le ricostruzioni della cattedrale - aveva saputo che gli unici resti che erano stati trovati erano quelli del camerlengo. Di Artemis non c'era alcuna traccia.
"Natsu" lo chiamò Lucy da dietro "se mi cerchi sono a casa".
Lui non rispose. La ragazza si voltò e fece per andarsene quando il rosato disse:
"Ho perso Igneel...ho perso Gildarts...non voglio perdere anche te".
Lucy si voltò e decise di affiancarlo, poggiando la tempia sulla sua spalla destra; Natsu le mise il braccio sul fianco libero, stringendola a sé.
"Non permetterò a nessuno di portarti via", le sussurrò baciandole la fronte.

Da quel giorno in poi Natsu non lasciò più sola Lucy; né alla gilda, né in giro per la città, né a casa...in ogni luogo in cui andava c'era sempre Natsu, anche se non erano ufficialmente fidanzati. La cosa andò avanti per giorni, e quei giorni si trasformarono in settimane, e le settimane in un mese. Lucy ne era stufa; comprendeva il dolore di Natsu, ma quella situazione stava degenerando. Quella mattina preparò la colazione per entrambi e mise nei pancake del rosato tre pasticche di sonnifero; aveva iniziato ad assumerlo regolarmente per poter dormire la notte e Natsu non lo sapeva. Se lo avesse scoperto, avrebbe richiesto una spiegazione e Lucy non gliela voleva dare: preparò la colazione del ragazzo mettendo tre pasticche di sonnifero ed uscì, andando di corsa alla gilda. Appena arrivata, non diede a nessuno il buongiorno: andò dritta da Levy e la strappò dalle grinfie amorose di Gajeel, facendola sedere attorno a una panca, quella più isolata di tutte.
"Cosa c'è?", domandò la turchina, preoccupata.
Lucy le spiegò la sua situazione con Natsu come se si stesse liberando di un fardello, cosa effettivamente vera; per tutto il tempo che spiegò, l'amica non disse nulla.
"Dimmi cosa fare Levy" supplicò la biondina alla fine "non so che fare".
"Sì, ho notato che in questi tempi Natsu è diventato più iperprotettivo con te".
"E tutto da quando Gildarts è morto".
"Lo capisco. Per Natsu Gildarts era come un padre, e ora per paura di perderti ti sta accanto".
"Ma sta esagerando! Non posso uscire di casa senza che Natsu mi accompagni!".
Si guardò attorno con circospezione e disse a bassa voce:
"Per colpa sua mi tocca prendere del sonnifero per poter dormire".
Levy sospirò.
"Mi dispiace ma, seriamente, non so che dirti se non vai da Natsu e digli ciò che pensi".
Lucy sbuffo', ma in quel momento irruppe Gajeel che con poca signoria si riprese Levy, caricandola sulla spalla come un sacco di patate.
"Mettimi giù!", gli urlò la turchina.
"Ammettilo gamberetto: ti piace quando ti porto via così".
Lucy dovette far ricorso a tutta la sua determinazione per non ridere, ma in quel momento fece la sua entrata Natsu, con uno sguardo più serio del solito.
"Lucy" disse guardando la biondina "posso parlarti in privato?".
La ragazza annuì debolmente e lo seguì fuori dalla gilda, mettendosi in un angolo buio e nascosto da tutto e da tutti.
"Mi vuoi spiegare cosa sono?", attaccò il rosato infuriato, tirando fuori dalla tasca un sacchetto trasparente, pieno di pasticche bianche.
"Ne ho trovate tre nella colazione", proseguì.
"Sono le mie medicine" rispose Lucy "mi saranno cadute nell'impasto-".
"Senti Lucy, sono stupido, ma fino ad un certo punto. Dimmi cosa sono queste maledette pastiglie".
La ragazza finalmente tirò fuori gli artigli e glielo urlò in faccia.
"Da quando è morto Gildarts mi stai eternamente col fiato sul collo! Non riesco ad uscire di casa senza che tu venga con me! Per colpa tua ho dovuto rinunciare a Levy, a Mirajane, a tutti i pomeriggi a cui avrei potuto passare con loro! Quelle pastiglie ne sono la prova tangibile! Per colpa tua non riesco più a dormire la notte! E tutto perché hai paura di perdermi!".
Si bloccò. L'ultima frase l'aveva detta senza volerlo, e Natsu la stava guardando con gli occhi sbarrati, colmi di stupore e di confusione. Lucy fuggì disperata; non si guardò mai indietro e corse senza avere una meta precisa. Quando le gambe cedettero dalla stanchezza, era giunta davanti a un ristorante, quel ristorante: quello dove aveva conosciuto Natsu, quello dove avevano mangiato prima di dirigersi a Fairy Tail. Guardò nella borsa e controllò i soldi: sì, per un pranzo bastavano. Appena entrata, si sedette a un tavolo lontano dalla vetrata ed aspettò la cameriera; quando arrivò, Lucy ordinò un'insalata e la ragazza si dileguò. Dopo pranzo, la biondina uscì e si diresse alla biblioteca più vicina, giusto per distrarsi; entrata, prese il primo libro fantasy che le capitò a tiro e si sedette a un tavolo. Era sola, se non per una ragazzina: doveva avere qualche anno in più di Wendy, col viso paffuto e il corpo non proprio snello. I capelli erano tagliati corti e violacei, con gli occhi grandi e verdi; la ragazzina aveva gli occhi puntati sul libro che stava leggendo, quasi come non avesse notato l'arrivo della ragazza. Lucy ne fu contenta, quindi cominciò a leggere: ne lesse la prima metà, ma non poté essere serena ancora per molto: in quell'istante infatti, vide Natsu entrare.
"Maledizione", esclamò a bassa voce Lucy, tra sé e sé.
"Qualcosa non va?".
Fu la ragazzina dai capelli violacei a parlarle; la voce era acuta, adatta a una ragazzina della sua età.
"Puoi farmi un favore?", le domandò Lucy.
"Certo".
"Se quel ragazzo" indicò Natsu con lo sguardo "chiede di me, gli puoi dire che non ci sono?".
"Perché?".
"Puoi farlo?".
"Va bene".
"Grazie".
Lucy chiuse il libro e corse in bagno, uscendo dal campo visivo di Natsu; da dentro il cubicolo, sentì parlare il ragazzo con la ragazzina e li sentì chiacchierare per qualche minuto. Dopodiché sbircio' fuori dalla porta del bagno e, con gran sollievo, vide Natsu uscire.
"Grazie", disse ringraziando la ragazzina.
"Prego. Perché hai paura di lui?".
"È complicato da spiegare...".
Non finì la frase tanto per il dolore, ma per il fatto che non sapeva come si chiamasse la ragazzina. Questa lo capì e disse:
"Mi chiamo Kinana. Tu?".
"Lucy" le si sedette davanti "che stai leggendo?".
"Un libro sui serpenti. Credo di essere una rettilofona".
"Davvero? E dimmi fai parte di qualche gilda?".
Kinana scosse la testa in segno di no.
"Beh" continuò Lucy "io sono di Fairy Tail. Se vuoi venire devi soltanto chiedere".
"Davvero?!", esclamò la ragazzina battendo le mani sul tavolo.
"Sì".
"Grazie!".
Kinana si alzò ed abbracciò Lucy; la biondina ricambiò l'abbraccio, ma poco dopo si staccò da lei.
"Ci si vede la settimana prossima" disse la piccola "adesso ho da fare".
Lucy annuì, si alzò ed uscì dalla biblioteca: il sole era appena calato e il cielo era color mandarino. Si mise quindi in marcia; a quanto capì aveva corso così tanto che si trovava a circa cinque chilometri dal centro, quindi dovette sbrigarsi. Quando vide la gilda era già sera, e la luna alta; Lucy proseguì sul suo percorso e quando vide il canale si mise a camminare sulla sponda, come faceva d'abitudine. Dopo un po' vide l'appartamento; fece per mettere avanti il piede, ma la pietra era umida e scivolò in acqua. Era ghiacciata e ridusse Lucy allo sfinimento; mentre era in acqua, pensò alla sua vita, una vita colma di dolori e delusioni. Per la prima volta nella sua vita voleva scomparire per sempre. Chiuse gli occhi e si lasciò trascinare verso il fondo, atterrando sul fondale di terra; i suoi polmoni stavano andando a fuoco per la mancanza di ossigeno, ma Lucy non ci diede peso e continuò a rimanere sul fondale. Quando il suo ossigeno restante stava per andarsene, Lucy sentì un qualcosa di pesante cadere in acqua e prenderla per i fianchi portandola in superficie. Non aveva la forza di aprire gli occhi; sentì poco dopo un pavimento duro come la pietra sotto la schiena, e un qualcosa di irregolare e circolare che a tratti le colpiva il petto. Dopo un po' Lucy finalmente riaprì gli occhi, sputando tutta l'acqua che le era entrata sia dalla bocca che dal naso che dalle orecchie; all'inizio non riconobbe il suo salvatore, ma poi mise meglio a fuoco il suo volto ed allora lo riconobbe: Natsu. Era seduto sopra di lei e il suo sguardo era terrorizzato, come se avesse visto la fossa del creato stesso.
"Natsu..." mormorò lei "mi dispiace tanto...".
Voleva piangere per la sua stupidità, ma stranamente, il ragazzo la precedette: i suoi occhi divennero lucidi e lentamente le lacrime iniziarono a solcargli le guance.
"Sono uno stupido..." mormorò abbassando la testa "ero così preso dal mio dolore, che non capivo che anche tu stavi soffrendo, ma per colpa mia. È solo che" soffocò un singhiozzo "Gildarts è morto per salvare non solo me e Happy, ma anche per te, e non voglio che il suo sacrificio sia stato inutile...".
Per la prima volta guardò la ragazza negli occhi: il suo dolore e la sua preoccupazione erano così acute che si potevano quasi toccare, quasi come una nebbia aspra e pesante.
"Se non vuoi più amarmi va bene anche così" proseguì "ma sappi che se scegli o uno o l'altro io continuerò a proteggerti".
Lucy non esitò e lo abbracciò, affondando la testa nell'incavo del collo.
"No. Per favore, non lasciarmi sola...".
Natsu ricambiò l'abbraccio, sorridendo timidamente.
"Non lo farò mai".




Angolo Autore:

Okay, Gildarts è morto, ma non odiatemi per questo😖😖😖😖😖😖 Verso la fine ci sarà un qualcosa di inaspettato😮😮, un qualcosa che appena lo leggerete sparerete un WTF?!?!!!?!!? quindi preparatevi.

To The Stars ~Nalu~Where stories live. Discover now