37 I due cacciatori

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Natsu si risvegliò di nuovo nel letto di casa sua; gli faceva un po' male la testa, ma si ricordava tutto quello che era accaduto nelle ultime ore. Stavolta, oltre lui non c'era nessuno; il ragazzo scese dal letto ed uscì di casa, correndo a per di fiato verso la gilda. Quando la raggiunse, la vide distrutta e ammaccata, con i pezzi dei muri e del tetto cadenti; entrato, la vide ancor più rovinata, e i suoi membri che la stavano sistemando come meglio potevano. Non ci poteva credere: come poteva Lucy aver causato quel disastro? Eppure aveva un brutto presentimento, appeso nel cervello come un quadro col chiodo sulla parete.
"Come ha potuto...", mormorò.
"Lucy non era in sé" gli rispose Gray "è stata manipolata".
"Gildarts" il rosato si rivolse all'uomo barbuto "Urrutia ti detto dove la si può trovare?".
"Sì, sul confine tra la foresta e la scogliera, nella cappella di Rachele, a pochi chilometri dal centro di Shirozune".
"Bene. Io vado".
"Senti testa vuota" gli disse Gray "Artemis ti ha quasi ucciso nell'ultimo scontro. Lascia che se ne occupi Gildarts".
"No".
Fu l'uomo barbuto a interromperlo, freddo e lapidario come in poche occasioni.
"Questa non è mai stata la mia battaglia. Io non ho perso niente, ma tu Natsu hai perso la ragazza e la bambina. Miracomando: quando vedi Artemis, ricorda perché stai combattendo contro di lei".
Natsu annuì.
"Non ti deludero' ".
"Prenderai il treno?", gli domandò Erik.
"Temo di sì".
"Se vuoi andare a Shirozune a piedi" gli disse Kinana "ti posso preparare qualcosa".
"Sei un angelo Kinana. Grazie mille".
"Buona fortuna, e porta Lucy a casa".
Lui annuì.

Natsu ci mise due giorni per arrivare a Shirozune, a piedi come un pellegrino: la città era ancora in via di ricostruzione, ma almeno la vita non se ne era andata. Il ragazzo lasciò la città e si addentrò nella foresta; seguendo l'odore di sale marino, trovò la cappella di Rachele dopo circa un quarto d'ora: era una piccola chiesa, situata sulla soglia della scogliera. Era rovinata, piena di piante arrampicanti e di rovi. Natsu entrò: sembrava abbandonata da secoli, ma non sembrava una vera e propria cappella: sì, la pianta era quella e le pareti anche, ma il soffitto era più alto, non c'erano le panche, né le statue dei santi eccetera.  Sull'altare c'era seduta una ragazza che Natsu non avrebbe creduto di rivedere: Urrutia Malkovich. Dopo sette anni era rimasta inalterata, ma per alcuni aspetti non sembrava essere lei: il corpo era più mingherlino, i capelli tagliati a caschetto, gli occhi arrossati e colmi di occhiaie.
"In fondo sapevo che saresti venuto tu", disse lei.
"Cos'è questo posto?", domandò Natsu.
"Questo è il mio rifugio. Ho dovuto narcotizzare Artemis per venire qui a parlarti; per un bel po' non mi cercherà".
"Che cosa sai su di lei? Cos'ha fatto a Lucy? Dové?".
"Vorrei prima di tutto parlarti del suo passato, perché tu comprenda".
Natsu sbuffo'. Si sedette sui gradini che conducevano all'altare e anche Urrutia lo fece, per stare davanti a lui.
"Trent'anni fa, viveva a Zentopia Rachele Niota, la suora più giovane di quei tempi. Nonostante fosse stata cresciuta con quella dottrina, la odiava: secondo lei Zentopia sembrava una gilda di mercenari che la società al servizio di Dio, quindi quando ebbe la possibilità abbandonò Zentopia. L'arcivescovo non la prese bene e ingaggiò un sicario per ucciderla, ma questo invece di farlo la stuprò, rendendola incinta. Dopo qualche anno fondò la gilda oscura God Guild; tre quarti dei membri erano ex frati e suore, e le loro usanze erano molto macabre".
"Tipo ho visto Artemis usare il cilicio nel nostro ultimo scontro".
"Il cilicio è solo la punta dell'iceberg. Tutti i membri accettavano solo le missioni di omicidio e uccidevano le loro vittime con dei rosari fatti di ferro, fatti dalla master stessa. Ognuno, prima di andare in missione, doveva suonare un pezzo all'organo e quando tornava doveva recitare una preghiera-".
"Parlami di Artemis", la interruppe.
Urrutia sospirò.
"Artemis ha cominciato ad uccidere appena l'età glielo permetteva, e oltre ciò suonava l'organo tutte le mattine e le sere, quando si svegliava ed andava a dormire. Da adesso la storia ha due versioni: quella reale, e quella che credeva Artemis anni fa".
"Prima dimmi la seconda".
"Dopo alcuni anni dalla fondazione, God Guild stava fallendo e Rachele fu costretta a chiedere aiuto all'alleanza Balam, ricevendo un aiuto da Oraciòn Seis. Nonostante gli aiuti la gilda fallì comunque con moltissimi debiti da pagare: secondo Artemis, la madre l'avrebbe venduta alla Oraciòn Seis per pagare i debiti, ma il tutto è ben diverso".
"Cioè?".
"Quando God Guild aveva cominciato a fallire e i debiti verso la Oraciòn Seis aumentavano, Brain andò da Rachele e le propose un accordo: avrebbe annullato i debiti in cambio della figlia. Lei rifiutò e Brain l'assassino', portandosi via Artemis; come nome in codice le diede Divina e l'addestro' con la magia della God Slayer, mentendole sulla verità. Quando Oraciòn Seis iniziò a cercare il Nirvana Artemis venne lasciata nel rifugio come ultima carta da giocare".
"Davvero?".
"Sì, e come se non bastasse Brain ordinò lo scioglimento di God Guild, chiamando Fairy Tail per intervenire".
"Fairy Tail? Ma quindi siamo stati noi a distruggere God Guild".
Urrutia annuì. Ora Natsu aveva capito il motivo per cui Artemis li odiava così tanto.
"C'è qualcos'altro che vorresti sapere?", domandò lei.
"Sì. Artemis portava un ciondolo-".
"Con una croce avvolta dal filo spinato? Ora te lo mostro".
Urrutia si alzò in piedi e attivò sul soffitto un sigillo magico, verde smeraldo.
"Arco del Tempo", disse.
Improvvisamente, la cappella iniziò a ricomporsi, con i rovi che sparivano e i rampicanti che morivano; le torce si accesero e le vetrate ricomparvero, col pavimento che diventava sempre più lucido. Alla fine sembrava un altro posto: posta sull'entrata c'era un gigantesco crocifisso fatto di legno, avvolto come un serpente dal filo spinato; nel presbiterio, sopra all'altare dove c'era anche un organo luccicante, c'era il dipinto di una donna, ritratta dalla testa al basso ventre. Era terrificante: portava un velo nero - steso orizzontalmente in testa - con sotto una benda bianca che cingeva una fronte dalla carnagione cadaverica. Un'altra fascia circondava i lati del viso che si estendeva fino al petto in un soggolo, coprendo così lo scollo del saio, nero come la pece. La suora portava le mani giunte e al collo un rosario nero anomalo, dato che sul crocifisso non c'era la statuina di Cristo ma un pezzo di filo spinato che lo avvolgeva, fuso con la croce. Tra le mani portava un pugnale semplice con la lama rivolta verso il basso: il filo era percorso da una scia di sangue, rosso e vivo. Il volto della suora era quello di una ventenne; aveva i muscoli rilassati e non aveva alcuna ruga, né punti neri né nessun'altra imperfezione: era bellissima, e sembrava essere veramente la personificazione della bellezza.
Natsu si sentì attirato da lei, ma c'era qualcosa di maligno che lo faceva indietreggiare; gli occhi sembravano due pozze colme di oro lucente, e le labbra sottilissime - rosse come il sangue - erano immortalate in un ghigno provocatorio. Con quel quadro si riassumeva cos'era God Guild: una gilda di suore e frati che su commissione uccidevano innocenti strozzandoli con un rosario di ferro.
"È lei Rachele?", domandò Natsu, indicando il quadro.
"Sì" gli rispose Urrutia "ora ti voglio mostrare una cosa".
La ragazza condusse Natsu verso una porta a destra rispetto all'altare, portandolo in una scala a chiocciola che andava giù attraverso la roccia. Cominciarono a scendere: le scale andavano giù in un cilindro vuoto, scavato interamente nella roccia; erano profonde, come se fossero le scale per giungere all'inferno. C'era molto freddo e l'aria era ghiacciata, anche pesante e tersa. Quando scesero, si ritrovarono in un lungo corridoio dalle pareti circolari - illuminato da delle torce appese alle pareti a intervalli regolari - pieno di porte da ambo i fianchi. Il tunnel si concluse con una porta e Urrutia l'aprì; era grande e spaziosa, scavata nella roccia come fosse una grotta naturale, illuminata da un lampione appeso sul soffitto. L'aria non era fredda e pesante come nel corridoio, ma solo fresca e piacevolmente leggera, anche profumata. Al centro
c'era un letto, occupato da una figura che dormiva sotto le coperte: Lucy. Riposava pacificamente, con la carnagione rosea e i capelli splendenti. Natsu la affiancò in seduta stante, inginocchiandosi davanti al letto: analizzandola, notò che il ventre era piatto, e non rigonfio.
"Com'è possibile?" domandò guardando Urrutia "Lucy è incinta".
"Non più. Guarda là", indicò un angolo della stanza.
Il rosato lo guardò: lì c'era una culla di legno nero, ricco di ghirigori floreali incisi. Natsu andò a vedere e guardando dentro vide una neonata che dormiva; portava un vestitino rosa confetto, quasi mimetizzato con i capelli lisci e rosei. I lineamenti, la tipologia dei capelli e il fisico erano di Lucy, ma il colore dei capelli era suo, un rosa acceso. Natsu le accarezzò la guancia con la nocca destra: la bambina non si svegliò, ma in compenso afferrò l'indice del padre con decisione, stringendolo a sé come un peluche. Al ragazzo gli sfuggì una lacrima di commozione e diede alla neonata un bacio sulla fronte, riuscendo a liberare l'indice dalla morsa della piccola.
"Una volta nata Artemis l'avrebbe trasformata in una schiava come me" gli disse Urrutia alle spalle "per questo l'ho narcotizzata e, oltre ad aver restituito l'anima a Lucy e all'embrione, l'ho fatta partorire velocizzando la gravidanza con la magia".
"Quindi...Lucy e Nashi sono vive?".
"Sì. Sia l'anima che il corpo sono in questo mondo. Lucy al momento sta solo riposando".
Natsu si voltò a guardarla.
"Perché mi stai aiutando? Insomma, eri di Grimoire Heart-".
"Appunto, ero. Voglio seguire la retta via e quando mi si è presentata l'occasione non ho rifiutato".
"Sei veramente cambiata. Non ti ringraziero' mai abbastanza".
"Non dirlo nemmeno. Non voglio niente in cambio: solo vivere una vita normale, cercando di dimenticare questi ultimi sette anni".
"Non ti voglio mentire: sarà molto complicato, ma sei fortissima e molto coraggiosa. Ce la farai di sicuro".
Urrutia sorrise debolmente.
"Grazie per il sostegno. Ti lascio solo con le tue donne".
Uscì dalla stanza e chiuse lentamente la porta, senza creare alcun rumore; rimasto solo, Natsu prese in braccio la bambina. Come sospettato, era piccola e mingherlina, ma in fondo era quella la corporatura di Lucy, e ciò nonostante era più che sicuro che da grande sarebbe stata una potentissima maga e guerriera.
"Natsu...".
La voce proveniva dal letto, quindi Natsu lo guardò: Lucy era sveglia, con lo sguardo stanco e un sorriso debole.
"Lucy..." mormorò, sedendosi sul letto, affiancandola "sei...sei...".
"Sì, sono viva. Hai visto Nashi?".
"Sì. È bellissima".
"È stata Urrutia ad aiutarmi. Mi ha restituito l'anima con l'Arma Proibita e ha fatto accelerare la gravidanza, assistendomi nel parto".
"Me l'ha detto. Mi ha raccontato delle cose molto interessanti su Artemis".
"Raccontami tutto".
Natsu si mise composto e raccontò tutto quello che gli aveva raccontato Urrutia, impiegandoci non poco tempo.
"Questo è tutto", concluse.
"Wow, è incredibile".
"Già. Roba da non credere".
"Dammi Nashi".
A malincuore, il ragazzo le diede la bambina.
"È bellissima", disse guardandola.
"La bellezza è di suo padre".
"Sì come no. Quindi...Artemis non c'è più?".
"Urrutia l'ha narcotizzata. Per il momento-".
Un'esplosione proveniente dalla cappella fece rimbombare le pareti di roccia, facendo traballare il lampadario e staccare pezzetti di pietra dal soffitto; Nashi si svegliò e iniziò ad urlare disperata, spaventata dal rumore. Lucy la tranquillizzò e assieme a Natsu salirono al piano di sopra; l'entrata alla cappella era esplosa e mostrava una Artemis più incazzata del solito. Urrutia era davanti all'altare in posizione di combattimento.
"Mi hai tradita lurida puttana", ringhio' Artemis, sguainando l'Arma Proibita, sottraendola da Urrutia tramite la terra.
"Natsu" disse Urrutia al ragazzo "con Nashi in braccio Lucy non ce la può fare da sola. Portala alla gilda: penserò io a lei" indicò la nemica.
"È troppo potente per te".
"Lo so, ma se devo morire ho intenzione di farlo sconfiggendo Artemis".
Aveva ragione, e Natsu dovette accettarlo: Lucy non poteva farcela, e comunque Urrutia era una maga potentissima.
"Come vuoi" guardò Lucy "tieni stretta Nashi. Andremmo a Fairy Tail in volo".
La ragazza annuì.

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