Resa dei conti

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《Colin...》sussurro con un filo di voce, quel che mi è rimasto anche se dopo attimi lunghissimi in cui il silenzio ha fatto da padrone.

Ha sentito quel poco che ho detto ma che risulta, in realtà, essere tutto.

Mi alzo dal letto come se fossi un robot con le batterie scariche, senza energia e priva di qualsiasi pensiero.

Ma il suo viso mi fa capire immediatamente di non essere l'unica a sentirsi così.

Non era così che volevo venisse a saperlo. Non era questo il modo, né il momento.

Lo guardo con rapidità, un'occhiata così veloce che quasi non me ne rendo conto, ma in quel mezzo secondo riesco a scorgere le sue dita che si rilassano e si stringono nuovamente a pugno.

Sospira, forte, così tanto da riempire quel silenzio assordante che ci aveva avvolti come una coperta in una notte gelida.

《Ti do la possibilità di darmi una spiegazione, perché credo sia giusto, ma ciò non vuol dire che capirò e perdonerò a prescindere le tue azioni e i tuoi comportamenti.》
La sua voce è così seria, rude... fredda.

Un po' come il mio cuore e la mia mente adesso, congelati e malfunzionanti a causa di una tempesta che ho causato soltanto io.
E da dove dovrei iniziare? Cosa dovrei dirgli, che parole dovrei usare per farmi perdonare dall'unico ragazzo che mi ha resa felice, che mi ha fatto provare il piacere di amare e di essere amata?

Mi guarda, con quegli occhi verdi che risultano essere solamente tristi, a causa mia. E i miei già piangono dapprima lacrime salate e calde, non accennano a voler smettere di cadere.
Lo guardo, o almeno ci provo.

《Venivo ogni giorno in ospedale, rimanevo lì anche ventiquattro ore, mi stendevo su quel letto bianco e incrociavo le nostre dita. Restavo ore intere a guardare il tuo viso perfetto; Parlavo, tanto, forse troppo per te, ma in quel momento non avresti potuto dire niente. Purtroppo neanche zittirmi con un bacio come eri solito fare. Eri... entrato in coma.》

Finisco la frase a testa bassa, incapace di continuare ed ammettere la verità ai suoi occhi, con un senso di vergogna che si insinua e si espande nel mio stomaco a macchia d'olio mentre la paura di perderlo definitivamente mi fa tremare le ginocchia.

《...Mi odierai quando ti dirò ciò che ho fatto.》La mia voce esce in un sussurro appena udibile, infatti noto i suoi piedi muoversi di qualche passo verso la mia direzione. Nascosta dai capelli alzo di poco gli occhi, e lo trovo ad osservarmi con indecisione, le dita lunghe e sinuose ad accarezzarsi in un gesto quasi disperato le guance ricoperte dalla barba.

《Non ti odierò》alzo il viso di scatto alle sue parole mormorate tra i denti.
《Si che lo farai》esclamo sicura, i miei occhi riflessi nei suoi.

《Provaci.》
《Colin, non voglio peggiorar-》
Skyler, parla.》mi intima con voce ferma, le mani chiuse in due pugni con una forza tale da far sbiancare le dita.

"Sto per dire la verità. Sto per dirgli che l'avevo abbandonato per puro egoismo, sto per dire a Colin il peso enorme e lacerante che mi porto dentro al cuore e mi avvelena l'anima."

Prendo un respiro profondo che a causa del pianto viene spezzato a metà.
Punto gli occhi fuori dalla finestra, come se questo gesto potesse servirmi per acquistare coraggio e un minimo di calma.

Mi guardo intorno passandomi le mani fra i capelli. Gli do le spalle, perché di guardarlo negli occhi non se ne parla minimamente. Troppo codarda per dire la verità guardandolo in viso, in quegli occhi verdi che mi hanno fatto innamorare con troppa velocità e naturalezza.

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