"Grazie Colin"

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《Sei proprio una deficiente, Skyler Evans!》

Scoppio a ridere di gusto alle parole del riccio, ma d'altronde sto ridendo da ormai un'ora.
Siamo ancora sul tetto del night club, la mezzanotte è passata da più di due ore credo, ma in tutto ciò non smettiamo di guardarci, insultarci e ridere.

Sarà lo champagne che ci siamo scolati, o per meglio dire le bottiglie, che ci aiutano per un attimo a dimenticare tutto ciò che è successo.

E forse dovremmo bere più spesso se il risultato è sempre quello di stare avvolta tra le sue braccia protettive e rassicuranti, perché è proprio così che stiamo da ormai due ore.

《Te lo giuro, pensavo che Veronik stesse insieme a te, volevo ucciderti!》borbotto in una risatina imbarazzata.
《Ma secondo te? Sta con Andrew, e ti ricordo che le avevo detto di non aspettarmi.》
Mi stringe di più al suo petto caldo quando un brivido di freddo mi fa brontolare.

《Sarà...》
《È così.》Mi corregge lui, sicuro.

《Ho intenzione di andare a trovare Nathan.》
Queste parole mi escono dalla bocca senza che prima passino dal cervello per chiedere conferma e permesso.

Colin si alza di scatto a sedere mentre i nostri occhi si incrociano in un legame strano.

《Stai scherzando? Vero?》
《No. Sento di dover chiudere questo capitolo una volta per tutte. Non voglio vivere nell'ansia di dovermi guardare le spalle per tutta la vita.》

Ovviamente non approva la mia decisione e le mie parole, ma il suo scuotere la testa forse serve più che altro a non darmi della pazza ad alta voce.

《Colin, è una mia scelta!》
《È una scelta sbagliata! Starà in galera per almeno trent'anni, non devi preoccuparti di lui!》mi assicura con voce ferma, un filo di rabbia a incupirla leggermente, gli occhi fissi nei miei.

《E se Chanel riuscisse a farlo uscire?》
Ha detto di aver trovato i migliori avvocati italiani per far sì che questo succeda, e se dovesse riuscirci io sarei praticamente da sola.

《Non accadrà. Non lo faranno uscire.》E per qualche assurdo motivo mi ritrovo ad annuire alle sue parole sicure e pronunciate con il tono di una promessa, una vera promessa.

《Andiamo a casa adesso》mormora distogliendo lo sguardo.
Si solleva senza troppe difficoltà dal pavimento freddo che ci ha ospitato per queste ore, e poi allunga una mano verso di me, pronto a farmi rialzare come ha sempre fatto; a modo suo.

-

《Demyan mi ucciderà per essermi persa i festeggiamenti》sbuffo ormai stanca. Appoggio la testa al finestrino guardando le luci che sembrano sfrecciare al nostro fianco, le persone che sembrano fantasmi o anime perdute nella notte, la musica che risuona piano in tutto l'abitacolo in una melodia calma che mi fa chiudere gli occhi.

《Non si arrabbierà, stai tranquilla》
《...E comunque sei uno stronzo》borbotto in uno sbadiglio.

《Ah si? E perché?》ridacchia divertito facendomi scappare un sorrisetto assonnato e leggermente ubriaco.

《...Perché non mi hai ancora detto la seconda condizione. Potresti farlo adesso?》mormoro girando il viso verso la sua figura.

E credo che l'alcool mi stia giocando un brutto effetto visto che il sonno pare essere sparito per lasciare spazio ad una strana eccitazione.

Polso destro appoggiato al volante, gomito sinistro a premere piegato sul finestrino leggermente appannato, le dita affusolate e morbide a giocherellare con le labbra piene e di quel color ciliegia che le distingue da tutte le altre. Classica posizione da ragazzo in macchina, ma l'alcool me lo sta facendo vedere come una sorta di Angelo caduto dal cielo e dannato, dannatissimo.

My new neighbors-2 H.S.Where stories live. Discover now