Capitolo 3

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BUONA LETTURA. XX

EVELYN







Attraverso l'altoparlantre il pilota ci disse che entro venti minuti saremmo atterrati. Durante le otto ore di viaggio non ero riuscita a calmare i nervi di Luke. Per tutto il tempo picchiettò il piede al suolo dandomi seriamente ai nervi. Più volte gli poggiai una mano sul ginocchio per farlo smettere, ma dopo svariati minuti ricominciava ed eravamo punto e a capo. Cercai anche di concentrare l'attenzione su di me per non parlare della sua famiglia. Gli raccontai di come mia madre era scettica nel mandarmi a Londra ma alla fine aveva accettato, anche se mi aveva riempito di raccomandazioni e altre cose inutili. Quando una voce femminile ci avvertì di allacciare le cinture per l'atterraggio, Luke ricominciò ad innervosirsi. Strinse entrambe le braccia sui braccioli come un bambino col mal d'aereo.

"Luke"

"Mh?"

"Ti spaventa mai il futuro?" chiesi. Non sapevo nemmeno io il perché di quella domanda. Mi uscì senza preavviso e una volta fuori volevo realmente sapere la risposta.

"Se per futuro intendi quello che succederà tra poche ore allora si." deglutì.

"No, non intendevo quello." ridacchiai. "Parlavo in generale."

Sembrò pensarci su per alcuni secondi, come se quella domanda non lo aveva mai neanche sfiorato.

"No. Direi di no." disse. "Sono un tipo che vive alla giornata, penso. A te?" si girò per guardarmi. Guardai per un po' nel vuoto, come se anche io dovessi pensarci su mentre invece sapevo già la risposta.

"Da morire."

"Perché questa domanda?"

Non risposi. Mi limitai ad alzare le spalle con non curanza e a girarmi verso il finestrino. Fin da bambina avevo un futuro già prestabilito, soprattutto grazie a mia madre. La scuola che dovevo frequentare, i vestiti che avrei dovuto indossare, il lavoro che avrei ottenuto. Con questo non intendevo dire che con l'arrivo di Luke quel futuro era cambiato o stava cambiando. Affatto. Avevo frequentato le scuole che dovevo frequentare e il lavoro che volevo. Eppure, da quando Luke era entrato nella mia vita, sentivo che qualcosa sarebbe presto cambiato. Avevo questa strana sensazione che un giorno mi sarei svegliata e non sarei stata più la stessa Evelyn di sempre. E non riuscivo a capire se questo era un bene o un male.

Quando scendemmo dall'aereo, il sole stava tramontando e un leggero vento spostava i capelli dal mio viso. Quando uscimmo dall'aereoporto, una donna molto giovane, con un cartello con su scritto 'Edwards', aspettava tra la folla dietro le sbarre di ferro. Aveva dei capelli lunghi e neri e gli occhi castani. Era abbastanza minuta e vestita in modo semplice. Io e Luke ci guardammo confusi per poi andare da lei.

"Luke?" chiese lei.

"Si?" la guardò in modo strano.

"Sono Claire, la tata, lavoro per i suoi genitori. Mi hanno chiesto di venirvi a prendere." sorrise cordiale.

"Uhm...okay?" Quasi ridevo per la faccia di Luke. Non l'avevo mai visto così confuso e disorientato. La donna ci condusse a quella che doveva essere la sua auto. Era una Fiat Freemont, un'auto abbastanza grande e dovevo ammetterlo, molto bella. Claire entrò dal lato del guidatore, io e Luke salimmo entrambi sui sedili posteriori. Luke sembrava essere pensieroso e sperai che i suoi pensieri non fossero diventati già negativi.







LUKE







Quando scendemmo dall'auto, la squadrai per bene proprio come avevo fatto prima di salirci su. Se la memoria non mi faceva brutti scherzi, quella era l'auto di mio padre, eppure aveva dei particolari diversi. Forse Claire aveva la stessa auto ma un modello nuovo. A proposito di Claire...la storia della tata mi preoccupò parecchio ad essere sincero. Perché diavolo mia madre aveva bisogno di una tata? E se fosse stata malata? Però al telefono mi sembrò abbastanza in salute. E se fosse stato mio padre quello malato e bisognoso di una tata quando la mamma era al lavoro? In effetti con lui non avevo parlato..

Over Light 2 [Luke Hemmings] Where stories live. Discover now