Capitolo 22

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20 ORE DOPO ECCOMI QUI AD AGGIORNARE. LO AVEVO DETTO CHE AVREI TENTATO DI FINIRE PRESTO LA TRILOGIA U.U

BUONA LETTURA. XX

LUKE



"Può forte!" urlò Lily.

Aumentai la potenza. Sudare con il freddo che faceva era terribile.

"Ancora."

Strinsi le braccia, le gambe mi facevano male e volevo solo che tutto finisse.

"Luke ancora!"

Sbuffai. "Non ce la faccio, non posso fare più di così." mi allontanai buttando il pugnale a terra. Mi sedetti sull'erba cercando di fermare il fiatone.

"Non puoi fare così, non puoi arrenderti ad ogni difficoltà." si avvicinò.

"Non è una difficoltà, è il mio limite."

Una freccia si conficcò nel terreno nelle nostre vicinanze e un ragazzo dai capelli ricci la riprese tornando verso i bersagli. Da come l'aveva sistemato Lily quello non sembrava più il giardino della mia vecchia casa: bersagli posti a una certa distanza dai lanciatori, manichini di gomma in grado di rirpodurre in modo realistico le ferite umane, banconi con sopra ogni tipo di arma e un percorso al limite del recinto con trappole nascoste e ostacoli. Ci eravamo riuniti in tanti e ci allenavamo per la battaglia, Jonathan proprio come Lily era un portento con i pugnali e dava aiuto ai ragazzi più giovani e inesperti. Io me la cavavo ma per Lily non era abbastanza.

"No, è una difficoltà e devi superarla."

"Non riesco a stringere più di così, in ogni caso userei l'arco."

"Non puoi affidarti solo a quello, se dovessi finire le frecce non avresti speranze."

"Non le finirò."

"Siamo tanti e non abbiamo molto materiale."

"Starò attento a non sprecarle."

"Luke, cazzo!" urlò. Si accovacciò velocemente davanti a me mi puntò il dito contro. "Se dico che puoi farcela tu ce la farai, chiaro? Siamo in guerra e noi non siamo immortali, se ti fanno del male non puoi tornare indietro e io non voglio perdere anche te."

Scossi la testa. Mi guardai intorno vedendo quanto impengno ognuno di noi metteva negli allenamenti.

"Mettila così, se ti succede qualcosa chi ci pensa ad Evelyn?" chiese piano.

Alzai lo sguardo sbuffando, di certo sapeva come mettermi alle strette. Mi alzai e ripresi il pugnale per poi tornare verso il manichino e ripetere l'esercizio.

"Basta il suo nome per rimetterti in riga." scosse la testa alle mie spalle.

Feci una smorfia. "Ma sta' zitta."

"Anche io ero così. Non appena sentivo il suo nome mi giravo come se avessero chiamato me." rise.

"Io non faccio così."

"Ah, no?"

"No."

"Ma dai.." sorrise.

"Allora cosa faccio?"

"Partiamo da fatto che sono mesi che non ti stacchi mai da lei, mi chiedo come abbia fatto a non scoprirti."

Evitai di dirgli di come si buttò dal tetto del campus, mi aveva scoperto eccome e aveva provato anche a dimostrarmelo. Non capivo perché avesse fatto una cosa del genere, in verità era dal giorno in cui l'avevo lasciata che faceva cosa strane. Non andava quasi mai a lavoro, si era appostata davanti casa mia per giorni, si era buttata dal tetto del campus, andava in palestra nonostante odiasse fare attività fisica e non usciva quasi mai da casa se non per lavorare o allenarsi. Non la capivo.

Over Light 2 [Luke Hemmings] Wo Geschichten leben. Entdecke jetzt