Capitolo 10

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EHHH NIENTE, CONOSCIAMOCI UN ALTRO PO'. QUAL'E' IL VOSTRO NOME REALE? SUL SITO AVETE TUTTI NOMI CREATI :)

SPERO CHE IL CAPITOLO VI PIACCIA. FATEVI SENTIRE.

BUONA LETTURA. XX



EVELYN

Tornai in quella che era definita da mio fratello la 'stanza svago'. La sera prima avevo lasciato il coperchio del piano alzato così tornai li per richiuderlo. Sentii la porta cigolare e quando mi voltai un Luke a torso nudo mi apparve agli occhi. Inevitabilmente finii per guardarlo da capo a piedi e mi maledii mentalmente quando sul suo viso comparve un sorriso malizioso.

"Beh almeno so dove trovarti quando ti nascondi in questa casa."

Ridacchiai. "Non mi stavo nascondendo, stavo solo sistemando. Ieri mi hai riportata a letto senza neanche lasciarmi mettere in ordine."

"Non mi pento di nulla." mi fece l'occhiolino.

Cosa?

"Ma di che.."

"Oh andiamo,non fare quella faccia, non ti sei mica lamentata." mi interruppe. Ma di che diavolo stava parlando?

"Luke, non capisco.." misi le mani sui fianchi. A volte riusciva davvero ad essere strano.

Lui sbuffò. "Come se non volessi rifarlo.." Ma rifare cosa?

"Luke ieri non abbiamo fatto niente."

"Oh, si, come no." alzò gli occhi al cielo. Mi passai la lingua tra le labbra. "Luke, ieri mi hai riportata al letto e l'unica cosa che abbiamo fatto è stato baciarci."

"Si, ma per un'intera ora."

"Penso si chiami pomiciare. Non è chissà cosa.."

"Ah, grazie. E' bello sapere che anche per te è stato fantastico." scosse la testa. Ridacchiai pensando a quanto fosse dolce tutto ciò. Strano pensare come potesse essere stata diversa quella situazione e invece fu così calma, tranquilla eppure così incredibilmente bella. Entrambi ci girammo verso la porta quando sentimmo bussare. Poco dopo sbucò la testa di Rachel, i capelli castani ondeggiavano leggermente verso il basso e sulla mano poggiata alla porta si intravedeva l'anello regalatole da mio fratello.

"La colazione è pronta." sorrise.

"Scendiamo tra poco." risponse Luke. Lei annuì per poi lasciarci nuovamente soli. Lo sguardo di Luke seguiva ogni mio movimento mentre finivo di sistemare il piano.

"Chi ti ha insegnato a suonarlo?"

Sorrisi continuando a guardare il nero lucido di quel grande strumento. "Mio padre."

"Quell'uomo sapeva fare tutto?"

Ridacchiai. "No, non tutto." Il mio sguardo si fermò su di lui e lo maledii mentalmente per non aver ancora indossato una maglia.

"Mia nonna era una donna...come dire...fissata con la perfezione. Voleva a tutti i costi che mio padre imparasse a suonare uno strumento come se fosse un bambino prediletto, cosi da piccolo cominciò a fargli seguire delle lezioni di quale se non il più triste e classico strumento musicale."

"Tipo Mozart?"

Risi. "Tipo Mozart." scossi la testa mentre vari ricordi mi tornarono in mente. "Una volta siamo andati in un negozio di musica. Kevin era fissato con le band punk-rock o roba simile e voleva a tutti costi una chitarra. Ricordo che mi ero avvicinata ad un piano e premevo tasti a caso. Papà mi ha raggiunta, ha messo la mia mano sulla sua e ha cominciato a suonare." Ricordai come fui incantata dalle sue dita e dalla strana melodia che cominciò a suonare. Una strana ninna nanna risuonò in quel negozio quel giorno.

Over Light 2 [Luke Hemmings] Where stories live. Discover now