Capitolo 21

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BUONA LETTURA. XX

EVELYN



Le settimane passavano in fretta e un mese era già passato, un mese intero senza vedere Luke. Le foglie cadevano inchinandosi all'autunno mentre le strade di New York si corpargevano di uno strato marrone.

Io avevo passato le diverse fasi della rottura, cominciando con la tristezza, piangevo e piangevo tutto il giorno, poi la rabbia, la mia stanza diventò per un po' di giorni un accumulo di oggetti rotti e vetri sparsi qua e la, poi il rimpianto, mi diedi la colpa di tutto, a disprezzarmi e ritenermi degna di tale punizione; la solitudine, cominciai ad accettare il fatto che Luke se ne fosse andato ma mi sentii ogni giorno sempre più sola, Beth aveva la sua vita con Trevis anche se mi faceva spesso visita, mia madre non era di certo d'aiuto e Kevin mi aveva chiamata solo un paio di volte saputa la notizia, lui aveva le sue cose a cui pensare; la speranza, ogni qual volta le urla dei pelle-ossa cessavano mi precipitavo fuori sperando di trovarlo li con gli occhi azzurri e il fiatone, ma non c'era mai nessuno. Non sapevo se ci fossero state altre fasi, al momento sentivo solo il vuoto, come se fossi tornata al punto di partenza e il nulla mi avesse sovrastata. Ma alla fine semplicemente mi mancava.

Dopo quella sera, ce ne furono altre in cui mi accostai sotto casa sua. Non sapevo cosa stessi aspettando di preciso, se una sua apparizione o un suo segno, me ne stavo li ad aspettare e a fissare l'interno della casa attraverso le tende. Sapevo che mi stava guardando, sapevo che era a conoscenza della mia presenza, ma allora perché non usciva? Perché non vedeva quanto soffrivo? Dopo tutti quei tentativi falliti l'unica cosa che avevo ottenuto era un raffreddore durato un mese. Avrei preferito di gran lunga la febbre, stare a letto da sola, perdersi in allucinazioni immaginando fosse la realtà. Invece dovevo continuare a uscire in una New York gelida e con una voce nasale più irritante di quanto non fosse già. Odiavo il freddo, lo sentivo quasi come un dolore fisico. Odiavo dovermi imbottire di roba pur di ricevere un po' di calore. Allora perché non amare direttamente l'estate? Il sole, il mare, nessun dolore. Il calore ti permette di distendere il corpo assaporandone ogni centimetro, il freddo ti fa rannicchiare in un angolo, tremante e bisognoso. Il calore é piacere, il freddo é dolore.

Nonstante New York diventasse sempre più fredda, mi costrinsi a continuare il mio lavoro all'agenzia. Non usufruivo molto della mia scrivania personale, preferivo svolgere il lavoro da casa e recarmi dal signor Walker solo per la consegna. Megan mi guardava sempre incuriosita ogni qual volta entravo nel vasto edificio, mi chiedeva se stessi bene o se ci fosse qualcosa che non andava. Io mentii tutte le volte inventandole una qualunque balla pur di non permettere alla mia mente di tornare alla figura bionda. Il signor Walker mi fece conoscere la modella con cui avrei dovuto lavorare, era a dir poco bellissima e ci incontrammo svariate volte per conoscerci meglio prima del servizio. Quest'ultimo era stato spostato per alcuni problemi ai piani giornalistici, nel frattempo avrei dovuto fare i soliti servizi su paesaggi, nuovi edifici nati in città oppure feste e avvenimenti celebrativi. Di quello non mi preoccupavo. Finché lavoravo e uscivo, riuscivo a tenere la mente occupata e libera da ogni pensiero su Luke, ma quando ero sola, anche mentre camminavo per strada, era inevitabile pensare a lui, ricordare i suoi occhi, le sue fossette, quanto fossero lisci i suoi capelli e morbide le sue labba. Quanto fossero grandi le sue mani, quando fosse bravo alla chitarra e la sua voce, era inevitabile pensare alla sua calda e roca voce. Quella voce che aveva detto di amarmi, e poi dov'era? Di certo non con me. Era un via vai di emozioni differenti, pensieri negativi e positivi che si scontravano e la maggior parte riguardavano la misteriosa ragazza. Il mio istinto diceva che tale ragazza non esisteva, che Luke aveva un altro piano ma la mente mi ricordava i suoi occhi e la sua determinazione la sera del mio compleanno, allora ero punto e a capo. Questo finché non lo vidi.

Over Light 2 [Luke Hemmings] Where stories live. Discover now