Capitolo 3 - Giorno 1/2

418 22 3
                                    

Jae stava guardando fuori dalla finestra dove la folla invece di dimezzarsi continuava a crescere a dismisura; non avrebbe mai pensato di potersi trovare in una situazione del genere e ridacchiò con lo sguardo incollato sui giornalisti.
Jungkook si trovava sul divano intento a fare telefonate, ma ciascuna compagnia di taxi, quando sentiva l'indirizzo, gli rispondeva in modo negativo, motivando che per le macchine fosse impossibile arrivare davanti al palazzo, essendo già a conoscenza della presenza dei giornalisti.
- Aaahh... - sospirò lui lasciando cadere la testa all'indietro sul divano e Jae fu in grado di apprezzare il bellissimo profilo della star che ospitava a casa sua.
- Niente fortuna eh? -
- Macchè... dovrei chiamare il mio manager ma so che mi farà una testa così per l'ennesima volta oggi. - sbuffò lui ancora una volta - Però ormai non ho altra scelta. -
E così dicendo, premette il contatto del suo PD-nim, aspettando col fiato in gola la ramanzina.

- Annyeong... avrei un piccolo problema... -
Lo sguardo di Jae cadde involontariamente sul torace del ragazzo, che anche attraverso la maglietta nera, risultava ben definito, scolpito quasi.
- Beh al momento sono al sicuro però non posso chiamare alcuna macchina qui davanti. -
La ragazza continuò ad ammirarlo spostando gli occhi sulle braccia dove le vene erano bene in vista e i bicipiti si gonfiavano ad ogni minimo gesto del ragazzo.
- Cosa? Ma... sì... ok... - Jungkook sospirò e si avvicinò a Jae che spostò lo sguardo fuori dalla finestra proprio all'ultimo momento per non essere beccata a fissarlo come un'imbecille.
- Jae, il mio manager ti vuole parlare. - disse lui porgendole il cellulare.
Un nodo in gola si aggrappò alla maggiore ma afferrò l'oggetto senza indugi.

- Pronto? - disse lei indecisa.
- Buonasera signorina, il mio nome è Seijin. Mi scuso per il trambusto creato dal mio cliente ma ora come ora, considerata la situazione, la cosa migliore da fare sarebbe che Jungkook rimanga dov'è. Domani mattina una macchina arriverà a prenderlo quando tutto si sarà finalmente calmato. Purtroppo al momento non sono a Seoul, per cui mi è difficile trovare un'alternativa in così poco tempo. -
- Uhm... capisco... - disse lei con un po' più di coraggio.
- Faremo in modo di sdebitarci adeguatamente con lei, ma la prego di collaborare se le è possbile. - la voce dall'altra parte parlò ancora.
- Si figuri, non c'è alcun problema.- ribattè prontamente Jae facendo la presa sul cellulare più salda.
Jungkook riprese il telefono solo per annuire altri due minuti e farsi spiegare quando sarebbe arrivata la macchina e gli impegni per il secondo giorno.
Dopo la chiamata si buttò sul divano ed assunse un'espressione preoccupata.
- Mi dispiace di averti coinvolta in tutto questo casino. -
- Smettila di chiedere scusa, non è stata colpa tua. - lo interruppe Jae che da un lato si sentiva felice di poter trascorrere un altro po' di tempo con il ragazzo, visto che molto probabilmente non l'avrebbe mai più rivisto.
Sul viso di Jungkook si disegnò un sorriso; neanche a lui dispiaceva dover rimanere con lei, era come una pausa, come se potesse relazionarsi per la prima volta in anni con qualcuno in un modo normale, senza essere trattato diversamente, ed il fatto che la trovasse dannatamente carina gli stava dando un certo batticuore. Non era mai stato molto bravo con le ragazze, e anche se con il passare degli anni era cresciuto ed aveva acquisito più fiducia in sè stesso, quando si trattava di ragazze non ARMY ancora non sapeva che attitudine adottare.

Jae si alzò dalla sedia per dirigersi nuovamente in cucina.
- Sto facendo un po' di thè, ne vuoi? - domandò voltandosi solo con il busto.
Jungkook annuì e si alzò dal divano per seguirla nuovamente nella cucina.
- Certo che ne vuoi, dobbiamo avere cura delle tue corde vocali. - lo stuzzicò la ragazza dandogli una leggera gomitata nel braccio e facendo ridacchiare Jungkook.
- Potresti essere un ottimo manager. - dichiarò il minore osservandola muoversi per la cucina con delle buste di thè in mano.
- Mah, vorrei diventare una traduttrice, è per questo che studio lingue straniere. -
- Davvero? Che lingue sai? -
- Al momento francese, inglese, italiano, spagnolo e tedesco, ma vorrei imparare anche l'arabo. Solo che dovrei studiare un altro tipo di alfabeto ed ormai mi sembra di avere la testa piena zeppa di informazioni. -
Jungkook rimase impressionato dalle doti della ragazza, sembrava essere molto intelligente e l'aveva pensato sin dall'inizio osservandole lo sguardo vispo, ma ora ne aveva avuto la certezza.
- Avremmo bisogno di un traduttore. - parlò Jungkook appoggiandosi al ripiano della cucina accanto a lei, azione che fece distrarre Jae dalle sue faccende per poter ammirare l'avvenenza della celebrità che aveva di fronte ancora una volta.
- Chi? - chiese accendendo il fuoco e cercando di regolarizzare il suo respiro.
- La BigHit. - scrollò lui le spalle.
- Magari fossi così fortunata da trovare subito un lavoro in una compagnia così grande. - ridacchiò lei - Ma al momento devo finire l'università e poi... beh, poi vedrò. - concluse appoggiandosi a sua volta al ripiano della cucina con i fornelli che li dividevano.
- Ma parliamo di te, com'è essere una celebrità? - chiese la maggiore con un sorriso incoraggiante.
- Non così entusiasmante come penseresti. Anzi, certe volte potrebbe sembrare addirittura disumano. - la risposta fece corrugare la fronte della ragazza e così Jungkook continuò - Nel senso che ci svegliamo intorno alle 4 e mezza, 5, ed andiamo a letto all'una, se siamo fortunati. Abbiamo così tante cose da fare che molte volte ci scordiamo di essere umani. - disse lui con un sorriso ma Jae sgranò gli occhi pensando che quella non deve essere una vita confortevole.
- All'inizio è stato più difficile, ora però le cose sono cambiate. La nostra fama è diventata mondiale e abbiamo molti più privilegi e soprattutto un po' più autonomia sulla nostra vita privata, che fin'ora era inesistente. - si fermò per qualche secondo e rise - Beh, anche adesso è inesistente ma sappiamo che abbiamo la possibilità di farci una vita privata almeno, più o meno. - pronunciò quest'ultima frase quasi scoppiando a ridere, cosa che fece anche Jae scoppiare in una risata.
- Uau, ricordami di non diventare un Idol allora. - concluse lei versando l'acqua bollente nelle due tazze già preparate. - Limone? - chiese lei e Jungkook semplicemente fece di no con la testa.

Continuarono a parlare della vita da Idol e più parlavano, più Jungkook sembrava rilassarsi, come se conoscesse la ragazza seduta davanti a sè da una vita, come se fosse normale confidarle alcuni piccoli segreti o sfogarsi un po' per le ondate di odio che di tanto in tanto lanciavano alcuni anti-fan, era come se si stesse liberando. D'altra parte, Jae, era tutta occhi e orecchie: non aveva mai avuto l'occasione di sentire com'è quella vita, era come se potesse scorgere un po' di un mondo in cui lei non aveva accesso, di cui aveva solo sentito parlare e si sentiva terribilmente a suo agio con Jungkook che, a sua grande sorpresa, non si rivelò essere pieno di amor proprio e arroganza, anzi, sembrava un ragazzo con la testa a posto ed anche divertente, oltre che incredibilimente attraente.
Si spostarono nel soggiorno a chiacchierare, sempre con le loro tazze in mano e Jae prese il telecomando della televisione con l'intento di accenderla per avere un po' di rumore di sottofondo.
Il caso fece che l'apparecchio mostrò quello che stava guardando l'ultima volta, cioè un anime che la ragazza amava moltissimo: Inuyasha.

Jungkook inarcò le sopracciglia spostando lo sguardo da lei alla TV e viceversa.
- Guardi anime? - domandò lui con occhi grandi.
- Sì... lo so, lo so, non giudicarmi, sono una grande nerd, ma hey, sono bellissimi, e puoi imparare tante cos... -
- Anch'io sono un grande appassionato! - esclamò lui sinceramente elettrizzato.
Con semplicemente quella frase i due cominciarono un discorso disordinato ma incredibilmente appassionato su varie serie che li avevano colpiti, personaggi, nemici ed eroi che si erano impressi nella loro mente.
- Cioè... tu hai visto quant'è figo Kira? -
- Volevo essere io Kira. -
- E Inuyasha? - disse ancora Jae con gli occhi a cuoricino.
- E Kikyo... - aggiunse il ragazzo portandosi la mano al mento.
- Come scusa?? Kikyo? Ma ti fai di droghe pesanti o mi sbaglio? Quella è MORTA! - rimbeccò subito Jae.
- Sì ma hai visto quant'è bella? - aggiunse con un sorrisetto il minore.
- Uau... avevo molte più pretese da una celebrità. - pronunciò la ragazza squotendo la testa - Sarà anche bella ma è MOR-TA. Ok? Cioè, a nessuno sembra strano che un morto cammini, parli e baci i cristiani vivi? - Jungkook esplose in una forte risata sentendola dire quest'ultima frase.
- Ma scusami eh? E poi... non è un po'... beh, dai diciamolo... stronza, ecco! -
Il ragazzo aprì la bocca in segno di stupore.
- Stronza? Il suo amore rompe le leggi del tempo! È solo... determinata! -
Questa volta fu Jae a rimanere a bocca aperta.
- Se determinazione vuol dire non considerare minimamente l'etica e la morale allora ok. Anche Hitler era molto determinato. -

I due scoppiarono in una forte risata all unìsono con Jungkook che si stava tenendo lo stomaco e Jae che si stava asciugando qualche lacrima dagli occhi.
I due, seppur sconosciuti, avevano creato attorno a loro un'atmosfera rilassata, divertente ed entrambi ne erano incredibilmente grati, ciascuno a modo suo.
Dopo un'altra mezz'ora di discussione, alla fine si accomodarono sul divano bianco della ragazza e cominciarono a guardare Inuyasha dai primi episodi, commentando ogni minima azione e ridendo delle cose senza senso che riuscivano a scovare nella trama.
Intorno alle 11 discussero se fosse il caso di andare a letto visto che la giornata di domani sarebbe cominciata abbastanza presto, però Jungkook insistette nel restare svegli; si stava divertendo troppo ed in quel momento non avrebbe potuto dormire neanche se se lo fosse imposto, per cui ordinarono due pizze che arrivarono intorno alla mezzanotte ed alle 2 ed un quarto la testa appisolata di Jae scivolò sulla spalla di un Jungkook quasi addormentato, che si fermò ad osservare la ragazza beatamente dormiente per qualche minuto.
Sorrise vedendo l'espressione serena che aveva assunto e poggiò a sua volta la testa su quella di lei, non prima di coprire entrambi con la coperta che aveva tirato fuori precendentemente Jae.


Il silenzio della mattina fu rotto da un suono troppo forte, considerata l'ora, e Jae aprì gli occhi lentamente, non ricordandosi cosa ci stesse facendo nel salotto e che cosa fosse quell'odore di colonia maschile.
Alzò il mento ma constatò che qualcosa le impediva di alzare la testa completamente e quel qualcosa era il ragazzo che aveva "salvato" ieri dalle proprie fan e dai giornalisti avvoltoi.

Cercò di alzarsi più lentamente possibile dopo aver spento la sveglia che a quanto pare non aveva svegliato Jungkook e si diresse verso la cucina per fare del caffè, momento nel quale, il cellulare di Jungkook si illuminò e sullo schermo apparve la foto di un uomo più maturo notato come PD-nim. Jae era in dubbi se avrebbe dovuto rispondere o se semplicemente avrebbe dovuto ignorare la chiamata, ma sapendo il casino di ieri sera decise che la cosa più saggia sarebbe stata rispondere.
- Pronto, sono Jae, Jungkook non si è ancora alzato. - parlò tutto d'un fiato.
- Signorina, buongiorno. La macchina sarà davanti al suo palazzo tra mezz'ora, se potrebbe gentilmente svegliare il mio cliente, le sarei grato. -
- Nessun problema, sarà pronto e pimpante. - e dicendo questo concluse la chiamata, momento nel quale un Jungkook assonnato e coi capelli in disordine fece la sua entrata in cucina grattandosi il retro della testa e cercando di nascondere uno sbadiglio.

- Buongiorno! - ecslamò allegra Jae.
- 'Giorno. - rispose lui sorridendole, cosa alquanto rara per Jungkook visto che quando si svegliava non si ritrovava proprio con un umore allegro.
- Sto facendo un po' di caffè, inoltre il tuo manager ha appena chiamato, la macchina sarà qui tra mezz'ora. -
Jungkook annuì, non potendo eliminare un lieve senso di tristezza, sentimento che anche Jae condivideva; era come se avessero appena trovato un ottimo amico l'uno nell'altra ma non avrebbero potuto vivere la loro amicizia.
Jae prese la tazza di caffè e la mise davanti a Jungkook che le ringraziò prontamente e prese il cellulare per vedere chi altri l'avesse cercato.
Aprì l'applicazione Kakao e vide che sul gruppo dei Bangtan tutti avevano chiesto dove si trovasse e se stesse bene ma per errore, e anche grazie allo stordimento mattutino, invece di entrare sulla conversazione dei suoi compagni, entrò su quella subito dopo, la sconosciuta a cui aveva scritto ieri.

"Sto arrivando e sto bene." Scrisse il messaggio, premette il tasto invia e quasi subito dopo il telefono di Jae suonò nella cucina, cosa che fece insospettire Jungkook.
- Uau, c'è qualcuno che proprio non vuole lasciarmi in pace. - scherzò la ragazza aprendo il messaggio dal numero sconosciuto.
Jungkook d'altro canto era completamente scioccato: di tutte le persone del mondo, della Corea, il messaggio per i suoi compagni era arrivato proprio alla ragazza davanti a lui, ma decise comunque di non rivelarglielo, era meglio se non fosse a conoscenza del fatto che avesse il numero di uno dei più famosi cantanti del mondo.
- Cosa vuoi dire? - domandò Jungkook facendo il finto tonto.
- C'è un tizio che a quanto pare non vuole capire che io non sono il suo hyung. - rise per qualche secondo e rispose al messaggio: "Buongiorno, grazie al cielo stai bene, ne sono contenta, ma sono sempre la ragazza di ieri che non è il tuo hyung."
Jungkook subito mise il cellulare in vibrazione, e ricevette la risposta di Jae, questione che lo fece parecchio felice.

- Magari è un bravo ragazzo. - intimò lui.
- Già... magari. - sorrise lei - Ma è una frana coi numeri. -

StarstruckWhere stories live. Discover now