Capitolo 23 - Giorno 130

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- Buongiorno piccola. –

Il suono della voce di Jungkook era sempre la cosa più bella della giornata per Jae, soprattutto la mattina, quando diventava roca e sensuale.
Stava ancora con gli occhi chiusi mentre Jungkook le accarezzava teneramente la guancia, osservando ogni piccolo dettaglio del viso di Jae, completamente rapito dalla perfezione che vedeva in lei.

- Buongiorno biscottino. – disse alzando le braccia per poterlo stringere al suo petto e dargli un bacio.
- Lo sai che sei già in ritardo, vero? – la informò lui, beatamente collocato nell'incavo del suo collo.
- Hmmm... – protestò Jae, ancora tenendolo nel suo abbraccio.
- Beh... visto che sei comunque in ritardo... – Jae sorrise riconoscendo la malizia nella voce di Jungkook - ... magari potrei... aiutarti a cominciare meglio la giornata. – un bacio voglioso posato sul collo di Jae la fece inarcare la schiena lievemente.
- Forse è la volta buona che... – la frase di Jae fu tagliata corta dalla suoneria del telefono di Jungkook, ed i due sbuffarono all'unisono.
- Ok, veramente ora: esiste un piano trascendentale che ci vuole impedire di fare l'amore? – Jae stava trovando la situazione divertente, Jungkook non così tanto.

Infatti i due, dopo poco più di due mesi di relazione, non avevano avuto occasione o effettivamente trovato il tempo per approfondire la loro relazione e portarla ad un livello fisico e questo stava creando problemi ad entrambi.
Jungkook la voleva così tanto che cominciò ad avere certi comportamenti un po' troppo spinti anche davanti ai suoi compagni: le mani che vagavano sulle sue coscie quando stavano vicini, gli abbracci lunghi e gli sguardi maliziosi sono solo pochi esempi; e considerando che nessuno sapeva della loro relazione, quei gesti risultavano molto provocanti e molte volte fuori posto agli occhi esterni.

Jae invece sapeva controllarsi di più, il problema è che lo trovava così dannatamente attraente che quasi non riusciva a pensare ad altro quando erano insieme. Lo vedeva sorridere ed il cuore faceva capriole,  e non riusciva a calmare i suoi pensieri quando lo vedeva allenarsi... beh, molte volte si sorprese a leccarsi le labbra o semplicemente a fantasticare su come avrebbe potuto avvicinarsi, spogliarlo e finalmente donarsi a lui nel bel mezzo della palestra.

Jungkook prese il cellulare in mano, infastidito, e controllò chi lo stesse cercando.
- È Namjoon hyung. – disse il minore per poi buttare il telefono sul comodino e posizionarsi sopra Jae per riempirla di baci.
- E non hai intenzione di rispondere al tuo leader? – domandò ridacchiando la ragazza.
- Non adesso... c'è qualcosa qui che richiede la mia totale attenzione e che m'interessa molto... molto di più... – all'udire quelle parole, Jae si nascose sotto le lenzuola emettendo un squittìo acuto a causa dell'imbarazzo provocato dalle parole di lui, Jungkook infilò se stesso sotto le lenzuola dove si prese qualche secondo per ammirarla, per poi legarsi a lei con un bacio pieno di significati.

La mano del minore vagò sul fianco di lei che sussultò al contatto, come se con il suo tocco avesse attivato tutti i suoi sensi.
Jae chiuse gli occhi e sospirò piano intanto che le labbra di Jungkook si facevano sentire sul suo collo come una sensazione dolce e terribilmente eccitante allo stesso tempo, e da come si toccavano, era assolutamente palese quanto si desiderassero, quanto volessero sentirsi ed abbandonarsi l'uno all'altra.

Improvvisamente, lo squillo di un telefono rimbombò nella stanza una seconda volta ed i due cominciarono a ridere, quasi esasperati dal senso dell'umorismo del destino.

- Giuro che se è di nuovo Namjoon hyung lo ammazzo. – affermò il minore che rispose finalmente alla chiamata leggermente stizzito – Pronto? Che c'è? –
Dopo aver sbuffato tre, quattro volte con Jae che tentava di soffocare le risatine, concluse la chiamata: - Arrivo. –

- Ti stanno rubando di nuovo? – Jae sporse il labbro inferiore dopo essersi messa seduta sul letto, sembrando una bambina triste.
- Purtroppo sì, devo andare, abbiamo una riunione di prima mattina. – proferì continuando a darle piccoli baci sul viso.
- Sarà una tortura quando te ne sarai andato. – commentò lei, visibilmente più triste, fatto che eliminò anche il sorriso di Jungkook.
- Almeno tu non dovrai condividere ogni minuto della giornata con altri sei maschi ugalmente incasinati. – ridacchiò per baciarla ancora una volta – Mi mancherai tantissimo. –
Questa volta fu il telefono di Jae ad interromperli e finalmente decisero di alzarsi dal letto, sconfitti per il momento, ma incredibilmente innamorati.

Jeremy la stava chiamando e Jungkook inarcò un sopracciglio dopo aver visto lo schermo del cellulare, senza però dire niente a voce alta.
Le cose tra Jae e Jeremy erano un po' strane: continuarono ad essere amici, ma Jeremy non era più lo stesso. Tentava il più possibile di non rimanere da solo con lei; quando vedeva Jungkook era chiarissimo quanto gli stia sulle scatole e sembrava anche essere meno gentile in generale, ma aveva conservato i sentimenti per la ragazza gelosamente.
Jungkook non lo degnava neanche di uno sguardo, tentava il più possibile di dimenticare della sua esistenza e di relazionare con lui solo al lavoro quando non aveva altra scelta, ma il fatto che la maggior parte delle truccatrici parlassero di lui come una specie di Dio della bellezza, gli rendeva le cose ancora più difficili perchè lo considerava un avversario, e uno degno.

- Ti deve per forza chiamare lui? Non hai un capo che ti faccia la lavata di capo per il ritardo? – Jungkook tentò di mascherare il suo disappunto tentando di ridacchiare, ma la ragazza già lo conosceva bene.
- Sei ancora geloso? – rise Jae mentre si infilava i jeans al lato destro del letto.
- Jae, non sono cieco: è un bel ragazzo, americano, alto e pieno di fascino. Certo che sono geloso. – parlò dall'altro lato del letto mentre si infilava la camicia.
- Non mi sono mai piaciuti i biondi. – disse avvicinandosi a lui chiudendo gli ultimi bottoni della camicia bianca di lui.
- Ti devo piacere solo io. – rimbeccò afferandole i fianchi saldamente e stringendola a lui così fortemente che quasi le fece male, ma adorava sentire le sue braccia attorno a lei.
Le labbra di Jungkook trovarono quelle di Jae rapidamente ed il bacio che le regalò fu uno avido, possessivo; la baciava così ogni volta che si sentiva insicuro ma Jae lo trovava così incredibilmente sensuale che neanche le deva fastidio.

Finalmente i due si prepararono e scesero le scale in tutta fretta e furia, per poi trovare davanti al palazzo una macchina che aspettava Jungkook, ma siccome dovevano andare entrambi alla BigHit, Jae fu invitata dal suo ragazzo ad entrare nella vettura con una pacca sul sedere.
Una volta arrivati alla compagnia, Jae scese prima per poter lasciare che Jungkook venga portato nel parcheggio VIP da dove avrebbe avuto accesso al palazzo dall'entrata apposita per gli Idol.

- Annyeonghaseyo! – salutò Jae entrando nell'ufficio dove i suo colleghi le risposero in coro.
Lanciò la borsa sulla sua scrivania e cominciò ad analizzare la sua agenda di impegni per la giornata.
- In ritardo anche oggi? – Jeremy era apparso dal nulla vicino a Jae con due tazze in mano.
- Mi conosci molto bene. – ridacchiò la ragazza per poi prendere la tazza offerta dal suo amico – E grazie per il caffè, ne avevo proprio bisogno. –
Jeremy le stava raccontando qualcosa, ma la sua attenzione era rivolta solo verso il suo computer: infatti una mail da parte del manager dei BTS le stava facendo battere il cuore più del dovuto.

"Buongiorno Jae,

Il management della BigHit ti prega gentilmente di unirti alla nostra riunione il 05.08.2018 alle 10:30 nella sala principale (secondo piano, lato B dell'edificio), in quanto abbiamo necessità di discutere riguardo ad alcuni dettagli legati al tour mondiale dei Bangtan.
Sarà un periodo molto impegnativo per tutti noi ed è per questa ragione che consideriamo prezioso il lavoro in squadra.

Sarà presente anche il tuo superiore, in così modo da agevolare la situazione e farti sentire a tuo agio.

Mi scuso per il tardo invito e se ho creato eventuali disguidi di orario.
Seijin"


- Jae, mi stai ascoltando? – Jeremy sembrava leggermente stizzito dalla mancanza di attenzione.
- S-sì... ho solo ricevuto... questa mail. – e così dicendo fece spazio a Jeremy per leggere.
- Uau, parteciperò anch'io a quella riunione... – commentò pensieroso.
- E ci sta, voglio dire, sei uno dei fotografi ufficiali che li accompagnerà per tutto questo tempo, me lo immaginavo insomma che tu debba esserci, ma che cosa potrebbero mai volere da me? Sono semplicemente una stagista. –
- Per il momento. – parlò il biondo inarcando le sopracciglia – Ricordati che a parte la laurea, sai un sacco di lingue e questo potrebbe tornare molto utile ad una compagnia internazionale ed in crescita come la BigHit. –
- Stai dicendo che... –
- Sto solo dicendo che forse è una cosa più che positiva. Almeno per la tua carriera. –

Jae si portò una mano al petto: era terribilmente agitata e sentiva come se stesse per svenire.
Quello era il primo lavoro serio che aveva ottenuto in tutta la sua vita, a parte fare la cameriera ed altri lavoretti che le permettevano di uscire e comprare bazzecole, per cui non era mai stata convocata in una riunione ufficiale dove avrebbero voluto pareri da parte sua.
Per un tour mondiale poi!

Che cosa ne sapeva lei di queste cose?

StarstruckWhere stories live. Discover now