Capitolo 4 - Giorno 15

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Erano già passate due settimane da quando Jungkook e Jae si salutarono davanti al palazzo della ragazza, ormai libero da giornalisti e fan, alle 8 e mezza precise di mattina e per entrambi cominciò un periodo alquanto strano, nel quale si sorprendevano a pensarsi a vicenda di tanto in tanto.
Jae si ritrovava a pensare a quello che faceva Jungkook quando era ai corsi all'università, mentre Jungkook si chiedeva come se la stesse passando Jae nei momenti liberi che erano sempre più pochi.
Anche se il ragazzo avrebbe potuto tranquillamente scriverle, preferì non farlo, non avrebbe saputo come rivelarle la sua identità ma più che altro, sapere il suo numero l'avrebbe messa in pericolo in un certo senso. Preferiva non farle del male, non farle passare brutti momenti a causa sua.
Un'altra settimana passò e nella testa di Jungkook il ricordo di Jae si faceva sempre più spazio, si addormentava pensandola per qualche ragione e si svegliava spesso con l'immagine del suo viso impressa nella mente e non riusciva a darsi pace.
Perchè ci stava pensando così tanto?

Jae invece, continuava a studiare con diligenza, preparandosi per gli esami che tra non molto avrebbero battuto alle porte e che la rendevano agitatissima, per non parlare della tesi che avrebbe dovuto sostenere.
Infatti, erano già a metà aprile e gli esami cominciavano a maggio, quindi mancava davvero poco, però la ragazza si consolava col fatto che mancava poco anche alle vacanze estive e quindi all fine del suo percorso universitario ed anche se aveva già deciso che avrebbe lavorato quell'estate, almeno non avrebbe più avuto lo stress degli esami.
Avrebbe voluto trovare un internship come traduttrice o magari lavorare in un'ambasciata, ma la sua priorità numero uno era studiare e passare gli esami al momento, anche se anche a lei capitava di perdersi nei suoi pensieri e tuffarsi nei pochi ricordi con Jungkook, quel ragazzo che aveva deciso in modo prepotente di farsi largo nella sua testa.

- Possiamo prenderci una pausa per favore? - domandò Nari stiracchiandosi sul tavolo della biblioteca.
- Eddai Nari, smettila di battere sempre la fiacca. - commentò subito Daeshim che era chinato sul codice penale visto che studiava per diventare avvocato.
Jae invece continuava a guardare il suo libro di letteratura spagnola però non lo stava leggendo, stava pensando ad un certo Idol.
I suoi amici si tirarono una veloce occhiata d'intesa e Daeshim fu colui che decise di parlare, non prima di schiarirsi la voce in modo prezioso, obbligando Nari a darsi uno schiaffo sulla fronte per l'eccessiva galanteria del loro amico.
- Jae... va tutto bene? - domandò cautamente, destando la ragazza dal sogno ad occhi aperti che stava facendo.
- Hm...? Sì, scusate, penso molto agli esami in questo periodo. - mentì, ritornando a concentrarsi sulle parole scritte sul libro e cominciando a prendere appunti.

Nello stesso momento, Jungkook si trovava dall'altro lato della città, con gli occhi chiusi, stanco ma felice, con una ragazza che gli stava finendo il trucco visto che sarebbe entrato in scena tra un po'.
- Jungkookie-ah! Per quanto ne hai ancora? - Jimin entrò nella camera del minore visto che si annoiava.
- Ancora un po'. - rispose con ancora gli occhi chiusi.
- Perchè ci mettono così tanto con te? - chiese di nuovo con gli occhi che diventarono due fissure.
Il minore non fece in tempo a rispondere che la testa di Jin sbucò improvvisamente da un'altra porta solo per commentare:
- Perchè non ha una faccia da Worldwide Handsome come il sottoscritto. - Jungkok prese un cuscino dal divano vicino e lo lanciò nella direzione di Jin ma quest'ultimo chiuse la porta proprio all'ultimo minuto evitando la cuscinata in faccia ed aprì nuovamente la porta solo per fare una linguaccia e richiuderla subito dopo tra le risate allegre di Jimin.

La verità era che aveva dormito pochissimo quella notte, stava pensando al tour che sarebbe cominciato ad agosto, e poi al fatto che ultimamente aveva avuto dei problemi di salute. Certo, non gravissimi, ma lui è il tipo di persona che deve sempre dare il massimo e voleva essere sicuro di poterlo fare senza alcun problema, in ogni dato momento. Poi c'è stata la questione che il suo cervello pesantemente rincoglionito dalla mancanza di sonno, continuava a fargli ronzare per la testa l'idea di scrivere a Jae, cosa che presa in un modo razionale non aveva alcuna logica, però doveva ammettere che effettivamente desiderava farlo, contro ogni logica e buonsenso.
- Ancora 5 minuti e abbiamo finito. - disse la truccatrice con un sorriso e lui ringraziò subito la gentilezza della donna.
"Cinque minuti..." pensò lui guardando il cellulare sul tavolino davanti a lui.
In un momento di totale euforia, lo afferrò e scrisse semplicemente "Ciao come stai?" a Jae e lo mandò.
Tutto accadde d'un tratto, senza pensare ad un possibile piano, o a che cosa le avrebbe detto in seguito. Non aveva la minima idea di come avrebbe reagito lei, però è stato qualcosa più forte di lui, sentiva che doveva farlo.
Rimase col cellulare in mano aspettando una risposta che però non arrivò e così lasciò il telefono nel camerino ed entrò in onda al programma televisivo dove avrebbero risposto ad alcune domande, avrebbero annunciato ufficialmente le date del tour mondiale e si sarebbero anche esibiti.

Jae era appena arrivata a casa dopo aver studiato quasi tutto il giorno: visto che si avvicinavano gli esami, alcuni corsi non necessari per la laura li saltava in questo periodo, per cui si ritrovava con abbastanza tempo libero tra le mani che solitamente utilizzava per sfracellarsi il cervello studiando.
Si lasciò cadere sul divano sospirando pesantemente e cercando di scacciare il terribile mal di testa che regnava sovrano nel suo cervello, quando il cellulare suonò nella borsa.
Senza alcuna voglia si alzò dalla sua posizione comoda e rimase perplessa nel vedere un messaggio dal numero sconosciuto con cui si era scambiata qualche messaggio un paio di settimane fa.

StarstruckWhere stories live. Discover now