Capitolo 27 - Notte 196

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- Che cosa succede Jeremy? – domandò Jae preoccupata una volta trovatasi nel corridoio dell'hotel.

Aveva notato che il biondo sembrava stare male e quando le aveva chiesto se potevano uscire un attimo per parlare, non ci pensò due volte, voleva aiutarlo per quanto possibile, soprattutto considerando i sensi di colpa della ragazza.
Lo sguardo del ragazzo caddero sulla mano di lei, alla quale aveva ancora l'anello donatole precedentemente da lui stesso e sorrise, prendendolo come un segno.

- Voglio parlarti, una volta per tutte. – dichiarò in modo deciso – Jae, non ho smesso un secondo di pensarti. –
- Jeremy... – cominciò subito Jae, tentando di fermare il discorso sapendo già che non avrebbe portato da nessuna parte, ma Jeremy volle continuare comunque.
Anche perchè la quantità di alcol ingurgitata da quest'ultimo durante la cena fu consistente e si poteva osservare dal suo comportamento: troppo diretto e spinto, senza rispetto e quasi fastidioso.

- No! Non fermarmi! Lo so che stai con lui, ma quand'è che capirai che non fa per te? Hm? Non può renderti veramente felice ma io posso. Posso farti diventare la mia priorità, puoi diventare il centro della mia vita. –
- Jeremy per favore, hai bevuto tro...-
- Ti ho detto di non interrompermi! – urlò verso di lei spingendola verso il muro ed intrappolandola di conseguenza, posizionando le mani ai lati della sua testa per poi abbassare la voce, vista la vicinanza – Non per niente hai ancora l'anello che ti ho dato al dito, non mentire a te stessa. – la suo voce diventò di colpo sensuale e lentamente avvicinò le labbra a quelle di Jae mentre lei chiuse gli occhi pietrificata dallo spavento.
Non aveva mai visto Jeremy così ed anche se voleva dimenarsi, farlo smettere e urlargli in faccia di lasciarla in pace, si trovò paralizzata sul posto dalla paura e l'unica cose che riuscì a fare fu strizzare gli occhi, stringere le spalle ed abbassare la testa.

D'un tratto il corpo di Jeremy fu scaraventato a terra e davanti a Jae apparse la figura di Jungkook con uno sguardo a dir poco furibondo.
Aveva appena sferrato un pugno in pieno viso all'americano ed ora Jae, che si guardava intorno terrorizzata, ebbe un sospiro di sollievo quando capì che non c'era nessuno su quel corridoio che poteva aver visto il tutto.

- Non osare mai più toccarla! – gridò Jungkook per poi afferrare per il colletto Jeremy ed obbligarlo ad alzarsi solo per sferrargli un altro pugno in pieno viso che fece di nuovo accasciare a terra il biondo.
- Kookie, ti prego fermati! – supplicò Jae, tentando di afferrare il ragazzo per il braccio, ma quest'ultimo si voltò verso di lei con uno sguardo furioso, uno sguardo che non le aveva mai rivolto fino ad allora.
- E tu... tu ora vieni con me. – pronunciò con un tono che non lasciava spazio a proteste e la prese per mano per poi sparire insieme nella camera di Jae.

Una volta chiusa la porta della stanza, Jungkook continuò a guardarla minacciosamente e con un gesto tutt'altro che delicato, le afferrò la mano, visibilmente in collera.
- Mi puoi spiegare che cos'è questo, che cosa ci fa al tuo dito e soprattutto perchè cazzo Jeremy ne ha uno uguale? – domandò precipitosamente indicando l'anello.
Jae era frastornata, spaventata e non capiva nemmeno come Jungkook sapesse dell'anello.
Come se le avesse letto il pensiero, il minore aggiunse:
- Ho sentito tutto e francamente non credo di essere mai stato così incazzato con te prima d'ora, quindi ora rispondimi! CHE CI FA AL TUO DITO? – l'ultima parte praticamente gli e la urlò in faccia e le mani di Jae si unirono al petto mentre gli occhi si riempirono di lacrime immediatamente, riuscendo a sciogliere un po' della furia di Jungkook e facendogli capire che doveva calmarsi un po' e parlarle normalmente.

Sospirò pesantemente prima di abbracciare Jae che scoppiò a piangere tra le sue braccia.
Era arrabbiato con lei, è vero, però non avrebbe mai potuto sopportare di vederla così. Non voelva spaventarla, non voleva farla stare male, ma il dolore che sentiva nel suo cuore voleva solo farlo urlare.

- M-Mi d-dispiace. – parlò lei, stringendo Jungkook a sè disperatamente – Ti prego credimi, non è come pensi. – questa volta lo guardò negli occhi e Jungkook si calmò completamente riconoscendo la sincerità oltre che le lacrime.
- Allora spiegami per favore. – disse lui con un tono decisamente più pacato per poi farla sedere sul letto.
- M-Mi ha praticamente o-obbligata ad accettarlo. – disse singhiozzando la ragazza e riuscendo a guardare solo le proprie mani dalla vergonga – Ho cercato di rifiutare, t-te lo giuro! – quest'ultima frase quasi la gridò disperatamente e Jungkook si sentì terribilmente in colpa di averla spaventata così prima.

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