Capitolo 24 - Giorno 161

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Dopo la riunione avvenuta ad agosto, Jae capì che la sua vita sarebbe cambiata, almeno quella professionale.

Infatti era stata chiamata per discutere del suo coinvolgimento per i vari concerti dei ragazzi: avevano bisogno di qualcuno che possa comunicare in modo efficiente e rapido con gli organizzatori delle varie location dove i ragazzi si sarebbero esibiti, sia per per email, telefonicamente oppure faccia a faccia, e visto che Jae padroneggiava diverse lingue straniere, il suo curriculum fu uno dei primi che fu nominato dal management più alto della BigHit.
Praticamente lei doveva seguirli e risolvere vari problemi, incomprensioni o mettere a punto certi dettagli legati ai concerti, essere la diplomata che rappresentava la compagnia ed inclusivamente i Bangtan, insomma, quasi un vero PR, infatti il manager dei BTS le aveva già accennato che una volta tornati in Corea, la compagnia era pronta ad offrirle un contratto a tempo pieno con un notevole stipendio, addetto alla sua nuova posizione, se le cose sarebbero andate per il verso giusto durante il tour.

Inutile dire che Jae accettò senza troppi indugi: non solo quell'opportunità significava l'inizio vero e proprio di una carriera, ma non doveva più separarsi da Jungkook, anzi, aveva la possibilità di stargli a stretto contatto senza neanche destare troppi sospetti.
I Bangtan festeggiarono quella sera con Jae, Nari e Daeshim e Jungkook finalmente, in un momento di euforia indotta dal troppo alcol e dalla felicità smisurata di non doversi separare dalla sua ragazza, svelò a tutti i suoi compagni e agli amici di Jae della loro relazione.

Nari era furibonda di essere stata tenuta all'oscuro di tutto ciò, anche se sospettava già da un pezzo che gatta ci covava, però dopo averli visti insieme, dopo aver osservato le loro carezze velate, i loro sguardi innamorati, si calmò con l'aiuto di Yoongi che rideva beatamente alla vista del suo viso arrabbiato, e celebrò la riuscita dell'amica come di consueto, anche se sapeva quanto le sarebbe mancata quei mesi.

Daeshim invece, sembrava più triste che mai: si sentiva abbandonato, solo.
Nari e Jae erano state le sue amiche da molto tempo, però Jae era diversa, lo capiva in un modo differente da Nari che era quella più dura tra loro; Jae possedeva quella dolcezza che faceva sentire a suo agio qualsiasi persona, ed è esattamente quella sensazione che sarebbe mancata a Daeshim più di tutto.
Un'altra persona che sarebbe mancata terribilmente al ragazzo, sarebbe stato Jimin, col quale aveva stretto una forte amicizia. Uscivano spesso insieme e parlavano di tutto ma Daeshim era confuso e parecchio.

Era confuso perchè si sentiva così emozionato con lui, perchè gli sudavano le mani, o perchè non poteva guardarlo negli occhi per più di qualche secondo senza sentirsi incredibilmente imbarazzato.
Il cuore gli batteva più forte quando lo vedeva ed una sera d'agosto, completamente in preda al panico e alla paura, aveva fatto un gesto che avrebbe rimpianto per i mesi a venire.

* Inizio Flashback *

I due si erano appena trovati al centro commerciale per bersi una cosa ed optarono per l'accomodarsi su una terrazza poco affollata vista l'afa che agosto portava.

- Non posso credere che tra qualche settimana te ne sarai andato. – commentò Daeshim verso Jimin che rispose con i suoi occhi sorridenti.
- Io te l'ho detto di venire con me. – fece spallucce per poi sorseggiare la sua bibita.
- Jimin-ah, non è che possa semplicemente abbandonare la mia vita e fuggire con te nel mondo. –
- Perchè no, hyung? – la domanda che aveva posto Jimin era abbastanza semplice da rispondere in teoria: c'era lo stage di Daeshim che stava facendo ad un ufficio di avvocati, i genitori che avevano bisogno del suo aiuto con il rinnovo della casa, ed anche se nel suo profondo avrebbe voluto partire con lui, semplicemente non riusciva ad ammetterselo, diventando anche scontroso di fronte alla sua confusione.
Infatti non comprendeva questa dualità: com'era possibile volere e non volere allo stesso tempo la stessa cosa?

- Perchè ti sarei d'intralcio più che altro. – rispose Daeshim diventando rosso e spostando lo sguardo su un punto lontano.
- Non potresti essermi d'intralcio. Mai. – rispose subito Jimin che poggiò una mano su quella di Daeshim.

Il ragazzo, spaventato e colto di sorpresa dall'azione, ritirò velocemente la mano dal tocco di Jimin e lo guardò inorridito.
- Senti, non lo so cosa tu pensi stia succedendo tra di noi, ma io sono etero, lo capisci? – il tono acido con cui pronunciò quelle parole obbligò il cuore di Jimin a spezzarsi dolorosamente.
- Daeshim, sei stato tu a baciarmi la prima volta. – rispose passandosi nervosamente una mano tra i capelli e distogliendo lo sguardo dal ragazzo palesemente in preda al panico.
- Ero solo ubriaco, non aveva alcun significato. –
Jimin si affacciò sul tavolo, arrivando più vicino al viso di Daeshim.
- Gli amici non si baciano, Daeshim, neanche quando sono ubriachi. –
- Allora forse non dovremmo essere amici. – e con quelle poche parole cattive, Daeshim si alzò dal tavolo e se ne andò in fretta e furia, lasciando Jimin da solo con i suoi pensieri.

* Fine Flashback *

Da allora, i due, non ebbero più la possibilità di parlarsi o il desiderio, comunque.
Si vedevano perchè uscivano con tutti gli altri ma non erano mai più rimasti da soli, non parlavano più per ore al telefono nel cuore della notte come prima, quasi non si guardavano l'un l'altro e questo faceva molto male ad entrambi, ma Daeshim continuava a ripetersi che fosse meglio così.

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