Capitolo 29 - Giorno 295

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I ragazzi si svegliarono di buon ora anche se la serata precedente avevano dato tutto di loro stessi sul palcoscenico davanti a migliaia di fan.
A grandi proteste da parte di Jungkook, Nari e Daeshim "rapirono" Jae e la star ebbe la possibilità di vedere la sua ragazza solo di sfuggita quella mattinata.
Il fatto che non ebbe l'occasione di darle un bacio lo depresse a tal punto che durante la giornata i suoi compagni fecero addirittura salti mortali per tirarlo su di morale ma se c'era una lezione che Jungkook imparò quella giornata, fu che una volta trovato l'amore era difficile sostituirlo con altro. Si rallegrò comunque, grazie ai Bangtan, ma il pensiero rimaneva fisso su di lei.

Nel mentre, Jae, che soffriva per la mancanza di Jungkook tanto quanto lui, stava girando per negozi con i suoi amici fino a quando non decisero finalmente di tornare all'hotel per mangiare, farsi una doccia e poi semplicemente chiacchierare davanti ad un caffè.
La giornata passò velocemente tra ricordi, novità, tante risate e tanti bicchieri di vino che fecero sentire i tre come se non si vedessero solo da ieri; nonostante la lontananza, tra di loro non cambiò nulla e quella sensazione di appartenere a qualcosa, stava rendendo Jae incredibilmente grata di vivere quell'avventura chiamata vita.

- Quindi ti sei portato praticamente tutto l'armadio? – domandò Jae un po' troppo allegra dal vino.
- Non è tutto l'armadio! – ribattè prontamente Daeshim per poi prendere un altro sorso di vino.
- No, si è portato dietro la casa, altro che armadio. – Nari era quella che sembrava più diversa dal solito visto il forte contrasto tra la lei sobria e la lei brilla – E io... sono ancora qui a chiedermi... – una pausa teatrale tenne col fiato mozzato i due che ora la stavano scrutando in attesa che finisca la frase -... ma tu sei veramente etero? – concluse per poi scoppiare in una fragorosa risata accompagnata da Jae che battè le mani un paio di volte.
Daeshim però non rise.
Non sorrise nemmeno, anzi, semplicemente sembrò cadere in uno stato di trance, guardando solamente il bicchiere che teneva in mano, le ragazze ignare del conflitto interiore del loro amico.
- Questo è il momento quando puoi ridere, sai? – intervenne nuovamente Nari, ma al vedere che non riuscì a destare alcuna reazione dentro di lui, lanciò un'occhiata a Jae che parve ugualmente allarmata.
- Stavamo solo scherzando Dae. – intervenne Jae scrutando il loro compagno a lungo – Lo sappiamo che sei un playboy, l'abbiamo visto troppe volte già. -

Lui continuò a non rispondere, donando tutta la sua attenzione al bicchiere fino a quando, ad un tratto, si girò di scatto verso le sue due amiche e con un sorriso da maniaco disse:
- Vi siete spaventate eh? –

Al sentire quella frase, le due ragazze sospirarono sollevate solo per riempirlo poi di insulti visto che avevano pensato di averlo veramente offeso. Daeshim si maledisse mentalmente perchè non ebbe il coraggio di svelare loro il problema che non gli dava pace da agosto.
- Ma parliamo di te Nari... – cambiò discorso Daeshim per guardare a lungo quest'ultima – Tu non sei con nessuno da quasi due anni. –
- E rimarrà così perchè l'unico amore della mia vita è la fisica quantistica, come ben sapete. Nulla si può paragonare alla gioia di scoprire un buco nero. –
- Ihm... e se nominiamo un certo Yoongi... – Nari si voltò con gli occhi sgranati verso il suo amico e lo colpì violentemente, anche se per scherzo.
- Non osare, sai? – il tono acuto della ragazza fece ridacchiare i suoi amici, facendo capire loro che qualcosa stava accadendo tra i due.
- Effettivamente anche lui ha chiesto di te. – aggiunse Jae guardando per aria e portandosi l'indice alla bocca mentre si ricordava.
- Davvero? Che cosa ha detto? Che cos'ha chiesto? Che cosa gli hai detto? No anzi, non me lo dire non lo voglio sapere. – pronunciò per poi stare zitta qualche secondo e riprendere – No, lo voglio sapere! DIMMI TUTTO!! –

Jae e Daeshim la squadrarono qualche secondo, ciascuno tenendo i bicchieri in mano e ciascuno fermandosi dal bere, paralizzati temporaneamente dallo shock.
- Nari... ehm... ma che... –
- OMMIODDIO! Sei innamorata. Lo sapevo! – Daeshim eseguì sul posto quello che, agli occhi degli altri poteva sembrare un strano balletto a dir poco insolito, ma agli occhi delle sue migliori amiche, quello era il ballo della felicità che usava fare quando sentiva notizie così fantastiche che le parole semplicemente non bastavano. Quella era un'azione che piano piano fu adottata da tutti e tre.

- Heeeeeeei, piano con le parole, ho una reputazione io! –
- Santo cielo! Non l'hai neanche negato! – Jae portò una mano alla bocca, completamente basita da quello che stava sentendo.
- Ma perchè vi dico cose? Basta, cambiamo argomento. – pronunciò seria Nari, ma Daeshim le riempì prontamente il bicchiere di vino mentre Jae gli e lo porse.
- Ma no Nari... parliamone un po'. –
- Non c'è niente di cui parlare! Siamo amici ed è per questo che mi sta a cuore quello che lui pensi di me. – disse lei, continuando a bere.
- Quando inventi delle menzogne potresti almeno cercare di farle credibili. – Daeshim semplicemente la squadrò con un sopracciglio alzato mentre Jae semplicemente diede il cinque a quest'ultimo, come gesto di sostegno.
- Ragazzi, inutile insistere, non c'è nulla da dire. –

Ma la verità era ben altra.
Nari aveva pensato a Yoongi dal primo giorno in cui se n'era andato.
Le mancavano le discussioni con lui, le sue risposte acide che si assomigliavano così tanto con quelle proprie, il sorriso gommoso che raramente regalava di propria iniziativa e non potevano sentirsi tanto per telefono a causa dell'orario impegnato di lui e del suo modo di essere asociale, ma questo non li fermava dal cercarsi a vicenda.
Il fatto era che Nari non si concedeva molto tempo per pensare all'amore o alla sua vita privata in generale, considerava che la sua carriera avesse priorità su tutto.
Dello stesso parere era anche Yoongi che impiegava corpo ed anima in tutto quello che faceva ed aveva sempre dichiarato, in privato e pubblicamente, che la questione "relazione" non gli interessava minimamente e tutto questo era vero, finchè non incontrò Nari.

Non se lo poteva spiegare neanche lui del tutto, voleva semplicemente saperla vicino a sè, sapere che stesse bene, voleva che si confidasse con lui così come lui voleva fare con lei però non sapeva se questo significasse amore.
Infatti si era sorpreso durante le innumerevoli notti insonne a porsi questa domanda: perchè lei?
Non era niente di speciale obiettivamente parlando, però per lui... le cose che faceva, il modo in cui pensava... lo attraeva.
Molto.
Decise però di smetterla di fantasticare a cose che comunque non sapeva se desiderasse veramente, consolandosi con un semplice "Mi passerà".

I due gruppi si incontrarono finalmente dopo il concerto, quando i Bangtan trovarono i tre ancora beatamente spaparanzati sul divano nella camera di Jae, intenti semplicemente a ridere, bere e chiacchierare.
- Dite la verità, - disse Yoongi guardandoli con un sorriso e sedendosi per terra davanti ai tre – non avete fatto un cazzo oggi vero? –
- Linguaggio Yoongi! –
- E madonna mia Jin, non posso più dire niente in questo gruppo! –
- Ma è vero che non avete fatto un cazzo vero? – ripetè la domanda Namjoon che si beccò uno scappellotto da Jin.
- Hei, abbiamo fatto qualcosa. – Daeshim sembrava profondamente offeso mentre portava il bicchiere alle labbra per l'ennesima volta quella giornata.
- Sì, abbiamo bevuto. – completò Nari per poi trangugiare il liquido del suo di bicchiere.

Jungkook non sentì nemmeno questo veloce scambio di repliche, no, l'unico motivo per il quale lui si trovava là in quel momento era lei.
L'unica che voleva vedere, stringere e baciare era davanti a lui, con i suoi amici, con gli occhi che le brillavano alla vista di lui.
Quell luccichìo nel suo sguardo era quello che Jungkook pregava non perdesse mai nei suoi confronti, voleva che lo guardasse per sempre così, come se lui fosse tutto per lei.
Non perse altro tempo, entrò nella stanza avvicinandosi a lei, vedendo solo lei, e Jae, che l'aveva pensato tutto il giorno, aprì le braccia contenta di poterlo accogliere finalmente.

Jungkook posò le labbra su quelle di lei sotto gli occhi di tutti e, non che non li abbiano mai visti baciarsi, ma non li avevano mai visti baciarsi così prima d'allora. Così assenti, così nel loro mondo, completamente dipendenti l'uno dall'altra.

- Ma prendetevela una camera! Siamo in un hotel non dovrebbe essere difficile! – Hoseok semplicemente guardò il soffito esasperato mentre i due neanche diedero l'impressione di sentirlo.
- Io mi ricordo la mia Jae più rispettosa e pudica. – Nari scosse la testa a mo' di disapprovazione ma con un leggero sorriso sulle labbra, un sorriso che Yoongi adorava vedere.
- Eh sì, Jungkook probabilmente le ha lavato il cervello. – Daeshim commentò ridacchiando nel bicchiere per poi voltare la testa, fare un breve contatto visivo con Jimin ed osservare quest'ultimo uscire dalla stanza.
Qualcosa all'interno di Daeshim lo spronò ad alzarsi e raggiungerlo prima che sia troppo tardi. Aveva tutto quell'alcol in circolo, aveva passato una bella giornata in compagnia delle persone che più lo amavano al mondo e voleva chiarire anche con lui.
Voleva dirgli che quella volta era stato solo confuso, che l'aveva baciato perchè era l'atmosfera giusta, non perchè significhi qualcosa di più. Voleva semplicemente ritornare ad essere amico di Jimin perchè gli mancava troppo.
Fece qualche passo più rapidamente del solito e raggiunse Jimin che lo accolse con uno sguardo sorpreso.

- Jiminnie! – Daeshim sfoggiò il suo sorriso più brillante ma l'assenza di entusiasmo dall'altra parte lo scoraggiò, infatti, Jimin neanche parlò, semplicemente lo guardò in attesa di sentire quello che aveva da dire, così, il maggiore, prese fiato nei polmoni e parlò:
- Mi dispiace per quello che ho combinato tra di noi. Sono stato un emerito coglione. –
Al sentire queste parole, nel cuore di Jimin si accese un barlume di speranza: possibile che si fosse già chiarito le idee? Era forse possibile che anche Daeshim provi le stesse cose?
- E non è così che mi volevo comportare con te, ma sono qui, ora, con le idee completamente chiarite e voglio semplicemente... –
- Non qui. – disse Jimin interrompendolo e facendogli segno di seguirlo nella sua stanza.

Accese le luci e d'un tratto Daeshim si sentì emozionato, come quasi ogni volta che lo vedeva.
Non capiva, credeva di aver superato questa fase, ma a quanto pare solo vederlo gli mandava il cervello nella confusione più totale.
- Dicevi? – lo spronò il minore che ancora attendeva la risposta a braccia conserte.
- D-Dicevo c-che... – che cosa gli stava prendendo? Perchè d'un tratto era così confuso e balbuziente? Prima era completamente sicuro sul che cosa dirgli, come parlargli, sul come mantenere la conversazione in un tono amichevole e leggero, ma adesso semplicemente aveva il batticuore e temeva potesse svenire da un momento all'altro.

- Daeshim. – il minore richiamò dolcemente l'attenzione del ragazzo.
- I-Io... – babettò ancora lui, momento nel quale, agli occhi di Jimin, parve così indifeso e turbato, così bello mentre tentava di cercare il coraggio di esprimersi guardando per terra e gli fece una tenerezza incredibile.
Semplicemente Jimin si avvicinò a lui e lo legò in un abbraccio che voleva dire molte cose, come se volesse infondergli coraggio, ma quello che contò in quel momento, era che Daeshim si sentì finalmente rilassato tra le sue braccia, come se un enorme peso si fosse tolto dalle sue spalle.

- Va bene... – sussurrò Jimin – Va tutto bene. –
Daeshim strinse le braccia attorno a lui ancora più forte, ancora più bisognoso, senza neanche rendersi conto della lacrima che gli stava scendendo sulla guancia e nell'intento di staccarsi l'uno all'altro, l'inevitabile accadde.
Le loro iridi si incontrarono da vicino dopo molto tempo, la tensione crescente dentro la stanza non era più dovuta al caos interiore di Daeshim, bensì dall'incredibile attrazione che si era venuta a creare tra i due e che creava un'aria elettrica attorno a loro.
Le loro labbra si unirono avide in quello che si potè definire solo come un bacio liberatorio, come se entrambi avessero aspettato per un lungo tempo di rincontrarsi ed ora che finalmente lo avevano fatto, sarebbe stato molto più difficile dirsi addio.
Daeshim non volle staccarsi da lui, sentiva che se lo avesse fatto la paura l'avrebbe nuovamente assalito obbligandolo a fare quacosa di stupido, come scappare; invece voleva continuare a sentire quelle farfalle dentro allo stomaco, sentire il profumo di Jimin che in quel momento aveva annullato quasiasi forma concreta attorno a loro e voleva sentirsi libero.

Libero di amare.

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