Capitolo 14

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Mi guarda come se fossi un'aliena, dopodiché afferra la mia mano e si alza, lasciandola subito dopo.
-Tommy? Nemmeno tu mi chiami più così da tanto- ammette guardandomi, ma a quel punto sono già tornata con le braccia incrociate.
-Andiamo, sei abbastanza cosciente da andare alla macchina, vedrò io come faremo con la tua moto- dico, ma nella mia testa già vaga l'idea di prenderla e riportarla per conto mio, almeno ha avuto la buona idea di mettere il casco.
-Ridillo- mi chiede, inclinando la testa su un lato.
-Che cosa?- chiedo a mia volta aggrottando le sopracciglia, non capendo cosa dovrei dirgli.
-Richiamami in quel modo Grace- spiega.
Si può non sopportare il comportamento di Thomas DeLuca, ma non si può odiarlo, nessuno riuscirebbe a farlo.
Rimango a fissarlo per qualche istante e poi mi giro, per andare verso la macchina, senza prestare alcuna attenzione verso il ragazzo dietro di me.
-Grace!- mi richiama, alzando appena la voce è facendomi voltare istintivamente.
-Che c'è ancora? Muoviti e cammina- dico indietreggiando ma sempre con lo sguardo su di lui, ma vedendolo che non si muove, sospiro e roteo gli occhi.
-Andiamo Tommy, sali in macchina, che siamo in troppe e dobbiamo stringerci, ma tu starai davanti- ammetto, cedendo alla sua richiesta di chiamarlo con quel soprannome.
La sua reazione è immediata, camminando lentamente e facendo attenzione a non inciampare, si dirige verso la macchina per potersi sedere davanti.
-Non sali?- mi domanda mentre con tutto l'autocontrollo del mondo gli allaccio la cintura.
-Certo che salgo, stupido, ma non di certo davanti con te- ribatto scuotendo la testa e dandogli una bottiglia d'acqua e annuendo ad Alice che a momenti sarebbe partita, così vado dietro e dico di partire, ma in realtà ci facciamo un paio di metri, prima che lei si rifermi e mi faccia scendere.
Thomas si è addormentato appena toccato il sedile, di conseguenza non si accorge minimamente della mia assenza in auto.
-Ci vediamo sotto casa sua ragazze- mormoro salutandole e tornando verso la moto di lui.
-Vediamo quanto è facile guidarla- mormoro mettendomi il casco e salendo in sella, accendendo successivamente il motore.
"Non male", penso tra me e me, abituandomi un po' alla situazione e partendo poco dopo verso la mia meta.
Faccio rombare un po' il motore, per abitudine e infine parto, raggiungendo le ragazze in poco tempo e superandole. Grazie semaforo verde.
Fortuna che so dov'è casa sua, almeno ci arrivo nel minor tempo possibile.
Una volta li, trovo Ric ad aspettarmi sull'ingresso.
-Non saprà mai che l'hai guidata tu, stai tranquilla- mi dice avvicinandosi, come se volesse parlare al posto mio.
-Diciamo che non cambia, ma se non lo viene a sapere tanto meglio, spero solo non se ne ricordi- ammetto togliendomi il casco e togliendo la chiave dal punto di accensione.
-Ti mostro dove metterla, vieni- dice, esortandomi a muovere la moto per sistemarla nel garage.
Mi porta lì e mi fa parcheggiare meglio la moto, con tanto di casco sul tavolo. Ci facciamo una sana chiacchierata prima di sentire una macchina arrivare e dei fari illuminare un po' la casa.
-Andiamo, deve credere che sia sulla macchina, sperando che stia dormendo- dico alzandomi e andando verso questa, ma noto subito che il ragazzo seduto davanti è più che crollato, quindi quando il motore è spento apro la portiera laterale e faccio finta di scendere, andando poi sul lato del passeggero.
-Su principessa, svegliati, sei a castello- dico dopo aver aperto la portiera, appoggiandomici con il gomito.
-Mmmh- ricevo in risposta da DeLuca.
-No, mmh niente, ora ti alzi o ti butto giù e ti lascio qua- dico, mordendomi il labbro inferiore per non ridere della sua espressione assonnata.
-Va bene, va bene, ma quanto sei scontrosa- borbotta alzandosi barcollando un po' per il movimento improvviso.
-Lo sono perché probabilmente sono anche una delle poche persone sobrie che ti ha riportato qua e ti è vento a cercare, Ric era preoccupato per te- spiego cercando di non alzare la voce.
-E tu? Dovevi esserlo anche tu se sei venuta fino a qua- dice sfacciatamente.
Rimango comunque a bocca aperta per la sua tranquillità, ma tralasciamo certi dettagli per quando sarà lucido.
-Certo, non volevo avere sulla coscienza un mio compagno di scuola- affermo marcando sulle ultime tre parole, alzando un sopracciglio e adottando il suo stesso tono, dopodiché appoggio una mano sulla sua spalla e lo spingo verso la porta, dove ci aspetta il fratello.
-Tu mi devi spiegare perché l'hai fatto fratello, hai rischiato un sacco- esclama Riccardo aprendo la porta e facendolo entrare, ringraziandomi poco dopo.
-Solo una cosa, prima che tu vada...martedì ho una sfida con uno della pista, vuoi venire?- mi domanda il fratello che ho riportato a casa.
Al che quasi spalanco gli occhi, trattenendomi anche dal cadere per terra, appoggiando una mano sullo stipite della porta.
-No, non vengo ad una tua gara da tempo e lo sai, non ho intenzione di cambiare idea- dico prendendo un bel respiro, lanciando uno sguardo a Ric che in quel momento ha la mia stessa andatura, rigido e poi evidentemente rilassato dalla mia risposta.
-Ci sarà Teresa?- domanda Ric incrociando le braccia al petto e guardando noi due.
Thomas è costretto ad annuire, dandosi di conseguenza la conferma.
-Motivo in più per non venire, la mia risposta è definitiva DeLuca, ora vado, dovrò parlarne anche con Dani, se non lo sa già- dico sistemandomi il giubbotto e facendo un passo lontano dalla porta.
-Lo sa, ho avvisato anche lui, ma non è potuto andare a cercarlo perché aveva bevuto- spiega il secondo fratello.
-Bene, ci vediamo a scuola- dico voltandomi, scendendo dal portichetto e camminando verso la macchina della mia amica.
-Grace- mi richiama una voce.
-Che c'è ancora?- domando stizzita, girandomi verso la casa e allargando le braccia ormai stanca.
-Scusa, volevo ringraziarti per aver riportato qua Thomas- mi dice Ric, non hanno la voce così simile, ma la mia testa non collega le cose, quindi mi pento di aver reagito in quel modo.
-Scusa Ric, pensavo fosse Thom... non c'è di che, è pur sempre un conoscente- dico annuendo, vedendolo avvicinarsi in un secondo momento.
-Puoi contare su di me...per quel favore della moto intendo- si spiega alzando un angolo delle labbra.
-Davvero? Grazie Ric, grazie- esclamo contenta, abbracciandolo istintivamente ma allontanandomi poco dopo.
-Beh...ci vediamo- dice sorridendo e tornando dentro casa, mentre io mi dirigo verso la macchina e salgo sui sedili posteriori accanto ad Anna.
-Ha detto di si?- mi chiedono in due, e annuisco in risposta portandomi le mani sulle tempie.
-Se Thomas fa domande sulla moto, Ric gli dirà che si è immaginato tutto, almeno spererà che ci creda, e prenderà tempo per pensare a chi potrebbe aver guidato fino a qua- rispondo guardandole, con un'espressione che dice "non ha scelta".
-Da quel che abbiamo visto non sembra abbia bevuto così tanto da dimenticare che è uscito in moto, anche se appena si è seduto è crollato- mi spiega Alice, che si è già immessa sulla strada per poter andare fino a casa di Nadia.
-Questa cosa è abbastanza confusa, tutto perché non volevo rimanere in classe a far matematica- borbotto incrociando le braccia al petto.
-Secondo me sarebbe successo lo stesso, io ti avrei chiesto della festa e quella dei biglietti sarebbe successo lo stesso- ammette Anna, ma riesco a trovare una falla in questa frase.
-Ma se non l'avessi incontrato non me ne sarei uscita con "golden boy" quando ci siamo viste sulle scale, lui non avrebbe sentito il soprannome e probabilmente non sarei stata così sconvolta da prestargli l'attenzione che non avrei dovuto dargli- dico alzando appena l'indice, puntualizzando la situazione.
-Caspita Grace, poi dici a me delle frasi filosofiche e contorte- esclama la mia migliore amica ridendo.
-Nessuna delle due ha torto, ma lo conosco come voi, e potrebbe aver fatto questa cosa di proposito, sapendo cosa stava rischiando andando in giro in moto, avrebbe potuto aver voglia di vedere se tu fossi stata preoccupata per lui- dice Anna, facendomi arricciare le labbra per il dubbio.
-Ovvio che ero preoccupata, lo sarei stata anche per Teresa nonostante quello che è successo, è pur sempre una vita a rischio- rispondo, di fatto è anche una cosa vera.
-Grace quando la smetterai di negare l'evidenza? Il torto che ti hanno fatto e che hanno evidenziato sta sera ti sta bruciando lentamente da dentro- mi domanda Anna, girando il viso verso di me.
-Se non lo facessi e ricominciassi da zero, brucerei direttamente come la fiamma di un accendino anti-vento...mi serve un bravo analista, che palle- dico scherzando ma roteando gli occhi.
-Se ne trovi uno passa il numero, servirà ad un bel po' di persone mi sa- esclama Giada appoggiandosi al finestrino ma facendo un mini salto subito dopo.
-Santo cielo, Giada che è successo?- domando guardandola.
-Lele mi ha scritto, in questo momento, non ci credo- risponde fissando lo schermo del telefono.
-Rispondi, che ci sarà mai scritto- dico alzando le spalle con un sorriso divertito sulle labbra.
-Mi ha detto chi è e chiesto come va la serata- risponde passandomi il cellulare.
-Devo rispondere io?- chiedo alzando le sopracciglia.
-No no, ma era per farti vedere, ha messo anche uno smile con l'occhiolino- aggiunge entusiasta.
-Scommetto che sarai in prima fila martedì, magari potresti stare con lui mentre faccio i salti- le propongo, pensando che sia una buona idea.
-Si può fare? Non si distrae?- chiede inclinando la testa su un lato.
-Lui deve solo essere veloce in caso debba fermarmi per qualche cosa che centra con la moto- spiego, annuendo successivamente come a dirle che andava bene.
-Perfetto, allora mi troverai in prima fila...ah, però aspetto che sia lui a chiedermelo- risponde decisa mentre inizia a digitare, ormai è entrata nel suo mondo.
Pochi minuti dopo, quasi come ieri, arriviamo sotto casa della nostra amica, trovando anche facilmente un parcheggio, e subito dopo ci ritroviamo nel suo salotto a coccolare un gatto sedute sul divano o sul pavimento, mangiucchiando qualcosa.
-Grace, ti è arrivato un messaggio- mi fa notare Anna, passandomi l'oggetto che poco prima aveva lo schermo illuminato.
-Mmh? Di chi è?- domando afferrandolo e distogliendo l'attenzione dall'animale peloso.
-Ti stupirà- risponde dandomi una spintarella sulla spalla.


|ANGOLO AUTORE|
Buon lunedì! Dopo l'epilogo semi misterioso della scorsa settimana ecco un altro capitolo, con la sua playlist personale su spotify.
Chi pensate abbia scritto a Grace? E cosa crederà Thomas sul ritorno della sua moto al garage di casa?
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Not an ordinary dayWhere stories live. Discover now