Capitolo 16

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Caro diario,
hai presente quando nei film ci sono quelle ragazzine tanto contente di incontrare qualcuno in momenti che non sarebbero decisamente opportuni? Tipo un'amica o il ragazzo che sognano tra i corridoi di scuola. Ecco, mi sento così, magari è banale, ma io lo trovo...adrenalinico? Mette una strana sensazione, anche se non ho davvero la minima idea di cosa vorrà dirmi dopo Thom, conta sul mio resoconto, nella speranza che la scrittura sia leggibile, o che io sia nelle condizioni di poter scrivere, non si sa mai.
Forse dovrei uscire quel minuto prima per bere dell'acqua? Perché non puoi animarti e darmi un consiglio? Perché non siamo in una serie tv dove la protagonista vede le figure animarsi e risponderle appena pensa a qualcosa? Forse perché non mi faccio di chissà che sostanza pesante...mancano pochi minuti, meglio se finisco di scrivere adesso, o arriverò la tardi.
Un bacio.

Mancano ancora 20 minuti al suono della campanella e, nonostante non sia contentissima di vedere Thomas, l'attesa mi sta uccidendo ugualmente. Si starà chiedendo come la moto è finita nel suo garage? È ancora abbastanza intontito dal weekend per pensare che qualcuno potrebbe avergliela portata?
Si spera di si, ma non sottovaluto mai la sua mente, non sempre si dimostra stupido come i ragazzi che gli somigliano in fatto di carattere.
Abbasso la testa sul mio braccio come se fosse un cuscino ma poi la rialzo con l'intenzione di mandare la conversazione sul gruppo.
Una volta fatto lo screen lo mando sulla chat, suscitando l'interesse di Alice e Anna, che mi chiedono se sospetto qualcosa o se voglio chiarire le cose sia per il passato che per quello accaduto negli ultimi giorni.
L'unica cosa che mi viene in mente è la moto, ma non si sa mai, imprevisto è il suo secondo nome.
《No, forse è per la moto, ma non credevo volesse proprio parlarne di persona, o che fosse così importante per lui saperlo proprio tra un'ora e l'altra di lezione》ribatto infilandoci anche una faccina seccata. Non nascondo però che forse parlare metterà in chiaro le cose una volta per tutte.
Scrivo e riscrivo, andando a curiosare su Instagram i profili delle mie amiche, stando attenta a non farmi vedere dal prof che ogni tanto lancia sguardi intorno a se.
Quando suona la campanella metto via il telefono e alzo la mano, non voglio arrivare giustissima ma almeno posso prendermela con calma. Il problema si presenta quando il prof mi dice che devo aspettare ancora un attimo perché vuole finire di vedere una scena e spiegarne il significato. Adesso non è sicuramente una questione importante per la quale chiedo di uscire, però se chiedo di uscire non è che mi deve tenere la seduta, magari sto male e sento la necessità di andare in bagno...in ogni caso ho aspettato due minuti e ho rialzato la mano, ricevendo un'altra risposta negativa. Eh no eh.
Altri due minuti e tiro un sospiro quando glielo richiedo per la terza volta, grazie al cielo sta volta mi lascia andare quindi vado con calma verso la porta e poi inizio una breve corsetta verso il piano in cui ci siamo visti venerdì, arriverò con il fiatone e non riuscirò a parlare, grandioso.
Una volta la, mi guardo intorno aggrottando le sopracciglia sorpresa di non trovare la persona che mi ha chiesto di vederci, ma non avrebbe tutti i torti ad essersene tornato in classe dopo così tanti minuti dal suono della campanella.
Sbuffo sonoramente e faccio per andare verso i bagni, tanto vale approfittarne e bere dell'acqua prima di tornare in classe, ma dopo due passi mi scontro con lui.
-Finalmente sei arrivata- mi dice senza scostarsi, cosa che però faccio io.
-Scusa, Zingarelli non mi faceva uscire e...no, non ti devo alcuna scusa, ora parla- dico risoluta alzando le sopracciglia e fissando lo sguardo nel suo.
-Primo, cosa ci faceva il tuo gruppo alla pista senza di te? E secondo, domani ho una sfida, vieni? Dovrebbero esserci le tue amiche, Dani le informerà a breve- mi domanda per poi farmi quella proposta.
-Primo, potrei risponderti che non sono affari tuoi, ma ti dirò solo che è per Giada, da quel che ho capito si tratta di un ragazzo e secondo...me lo hai già chiesto sabato quando ti abbiamo riaccompagnato a casa, cosa ti fa pensare che cambierò risposta? Cioè, hai una bella faccia tosta per scrivermi che devi parlarmi per poi chiedermi se voglio venire ad una tua sfida di cross per la seconda volta, sapendo che non ci vengo più da tanto oltretutto- ribatto accennando ad una risata.
-Aspetta...- dice, ma non lo lascio continuare. In queste situazioni mi servirebbe un freno, o qualcuno che mi dia uno schiaffo prima che inizi la vagonata di parole dette a sproposito.
-No, non aspetto nulla, tu non l'hai mai fatto, e non mi interessa niente della tua stupida sfida, come se pensassi di essere il re del mondo, ma indovina una cosa...non lo sei, sei soltanto una persona che vuole ottenere tutto per riempire quel vuoto che si presenta quando riceve qualcosa di nuovo e sparisce l'euforia dell'attesa, ma non starò più a questo gioco Thomas, ora vado...non mi sembra il momento e il luogo per fare certi discorsi, ciao- dico tutto d'un fiato stringendo la mascella con tutta la volontà possibile e voltandomi per andare verso le scale.
-Volevo solo ringraziarti per sabato sera, ma a quanto pare non riesci a mettere da parte l'orgoglio e il rancore- dice facendomi fermare e girare un istante.
-Non è rancore, è mancanza di fiducia, e non mi fido più di te, anche se si tratta di una sfida chissà cosa potrebbe esserci sotto- dico, dio quanto sembro paranoica.
-Adesso stai ingigantendo le cose- aggiunge avvicinandosi lentamente, ma io indietreggio.
-Magari si, però non mi presento davanti alla tua classe dicendoti che voglio parlarti di una cosa così...banale- borbotto scuotendo la testa.
-Banale? Ricordi quanto era importante per noi che tu venissi ai miei allenamenti e alle gare?- domanda ormai poco tranquillo, ma senza alzare la voce.
-Per me era importante quanto lo era per Teresa evidentemente, ora devo andare, sono stata fuori troppo a lungo- dico girandomi ma scivolando sul primo scalino e facendone uno in giù, aggrappandomi con una mano sul corrimano in pietra e venendo afferrata da una stretta potente su quella libera.
-Stai bene?- mi domanda guardandomi, prendo un bel respiro e dopo essermi messa dritta annuisco impercettibilmente.
-Si, ti ringrazio, ma ora vado- dico quasi senza emozioni, voltandomi nuovamente e stando attenta a dove metto i piedi, riuscendo finalmente a tornare in classe, dove stranamente non hanno ancora ripreso a guardare il film.
《È stato un disastro, se non fossimo stati a scuola gli avrei urlato in faccia o mollato uno schiaffo, nel dubbio entrambe le cose》scrivo sul gruppo, sospirando e fissando lo schermo.
Passa l'ora e l'unica cosa alla quale voglio pensare è la ricreazione che passerò con le mie amiche, a raccontare l'accaduto.
-Tu, devi spiegarmi cos'è successo devi e come far perdere la testa ai ragazzi, Thomas è fuori di sè- dice Nadia raggiungendo me e Anna insieme a Giada, Alice, Layla e Sofia.
-Non ti chiederò che ha fatto, non mi interessa dopo la conversazione di prima e quello che anche lui ha detto- dico alzando le spalle.
-Fammi indovinare, ti ha detto che sei orgogliosa e rancorosa- dice Anna, senza ostilità.
-Si, e ha evitato che rotolassi per le scale dopo una scivolata, ma non vuol dire che voglia fare ammenda per quello che è successo- dico inumidendomi le labbra.
-Come?- domanda Anna girandosi verso di me con stupore.
-Stavo per cadere dalle scale e mi ha afferrato il polso, tutto qua- spiego alzando un angolo delle labbra.
-Almeno tu stai bene, lui un po' meno, ha rischiato una sospensione- ci dice Diana scuotendo la testa.
-Io ingigantisco le cose, ma lui mica scherza eh- ironizzo alzando le sopracciglia.
-Ha mandato a quel paese il prof sbagliato, tutto qua, però dev'essere stata una discussione seria- spiega la rossa appoggiando la piccola mano sulla mia guancia per una carezza e allontanandola poco dopo.
-Mi ha chiesto di venire alla sfida di domani, di nuovo, un po' l'ho presa sul personale e un po' ho esagerato di mio nel dirgli di no, almeno sembrerà più realistico quando non mi vedrà- rispondo alzando le spalle, vedendolo uscire da lontano con Dani, Matt e altri amici.
-Davvero Ric non può stare al tuo posto?- mi chiede Layla alzando un angolo delle labbra in un mezzo sorriso.
-Ci ho seriamente pensato, ma neppure Ric può risultare assente, solitamente è in prima fila alla postazione o comunque con il pubblico, e ci sarebbe il problema della somiglianza fisica, che io e lui non abbiamo proprio per nulla...domani non servirà- rispondo facendo dei piccoli movimenti con la testa come a pensare ad un'altra soluzione.
-Per quanto riguarda la festa invece, non vediamo l'ora di sistemarci da te, vedrai che andrà tutto bene- dice Giada, che insieme ad Anna viene ad abbracciarmi.
Alzo un attimo lo sguardo e com'è solito in queste situazioni, vedo Cip e Ciop guardare verso di noi, ma cambio subito direzione.
-Lo spero, dopo quello che gli ho detto non so se si sia pentito di avermi dato i biglietti, mi è seccato un po' usare quel tono con lui- ammetto guardando in basso.
-No no no, Grace non avere ora dei ripensamenti, anzi, non averli proprio- mi dice la mia migliore amica sventolandomi la mano davanti agli occhi.
-Non è quello, semplicemente non gli ho mai parlato così e mi sento in colpa ad aver usato un tono del genere, non sono abituata- spiego guardando verso il gruppo dei ragazzi, vedendo il migliore amico del golden boy farmi un segno con la testa.

|ANGOLO AUTORE|
Allora, ho saltato un altro lunedì, mi dispiace davvero, questi sono gli ultimi giorni di scuola e sono infernali (forse peggio, Lucifer non sarebbe contento di questo paragone, credo), ma comunque...Grace ha fatto bene o no a parlare a Thomas in quel modo? Lei ci ripenserà e gli chiederà scusa? O sarà troppo orgogliosa per farlo? Chiederà a qualcuno di farlo al posto suo?
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Not an ordinary dayWhere stories live. Discover now