Capitolo 15

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-Ric- aggiungo, parecchio confusa vista l'ora.
-Susu, leggilo- mi esorta la proprietaria di casa mentre il gatto si accoccola sulle mie gambe.
-Rubino, un po' di contegno prego...comunque dice "Sono Tom, non trovo il telefono, forse è al campo insieme alla moto, comunque grazie", beh, abbiamo la conferma che è abbastanza lucido ora, nonostante sia passata un'ora o più, non che cambi di molto- ammetto alzando le sopracciglia e rispondendo con un "affari tuoi se hai perso il telefono, non sfruttare tuo fratello per scrivermi". Semplice e conciso.
-Non si è reso conto che la moto è a casa e che il telefono dovrebbe averglielo ridato Riccardo?- domanda Anna ridacchiando.
-Ma ti prego, stiamo parlando di DeLuca, non se ne accorgerà fino all'ora di pranzo- rispondo trattenendo una risata.
-Non hai tutti i torti, ma preparati alla carrellata di domande- mi dice Nadia stessa annuendo.
-Non aspetto altro- rispondo alzando le sopracciglia scuotendo appena la testa.
-Cosa gli hai detto al parco quando siamo andate a prenderlo?- mi chiede Anna iniziando a sistemarsi per dormire.
-Mi ha chiamata di nuovo usignolo, ma mi sono incazzata ancora prima che finisse la frase, poi ha detto che si sarebbe alzato solo se l'avessi lasciato chiamarmi ancora così senza protestare quindi...un giorno preso a caso mi chiamerà così- spiego alzando le spalle e stendendomi accanto a lei, mentre le altre tendono le orecchie.
-Almeno ne hai approfittato anche tu? Non può sfruttare così il passato tesoro, devi usare le sue stesse carte- esclama Nadia prendendo con se il gatto.
-Oh si, eccome, credo proprio abbia funzionato anche- rispondo soddisfatta alzando il mento.
-Grace, ti voglio un mondo di bene, ma sei un covo d'orgoglio, se fossi stata in te a sentire quel nome me ne sarei andata, mi stupisce che tu non l'abbia effettivamente fatto- ammette sempre la mia migliore amica.
-Non l'ho fatto per Thomas, o Ric...beh forse per Ric in parte, ma perché Thomas è comunque una persona, se non fossi stata avvisata non avrei avuto il peso sullo stomaco di lui in qualche guaio, ma sarei andata a prendere anche Teresa se necessario, sarebbe sempre una persona che rischia qualcosa- dico accovacciandomi su me stessa.
E dopo una lunga pausa Anna mi guarda senza dire nulla, quasi con un sorriso dispiaciuto.
-Bene, direi che è arrivata l'ora di dormire- dice Nadia rompendo il ghiaccio, cosa che ci voleva proprio.
-Nadia ha ragione, ma tu non pensarci, okay? Se ti da fastidio bloccalo, quando riprenderà il telefono sblocca Ric e non guardare i messaggi di Thom- mi dice Anna, sussurrando l'ultima frase.
-Sei troppo saggia per questo mondo, lo sai?- domando accennando una risata.
Nessun'altra voce, solo il silenzio e il buio totale regnano in quella casa. L'unica cosa che mi riesce naturale è guardare il soffitto, aspettando il sonno.
La domenica non si è fatto nulla di che, a metà mattina, quasi ora di pranzo sono tornata a casa con la mia migliore amica per studiare e poi ci siamo salutate con la promessa che il giorno dopo non saremmo dovute entrare in ritardo, come invece capita spesso il lunedì.
Lunedì mattina, la sveglia suona, o meglio, parla a voce alta: mia madre apre la porta della stanza ed entra senza pensare che le mie orecchie potrebbero essere sensibili come un bocciolo al vento. Borbotto qualcosa sottovoce e mi alzo per aprire la tapparella, inondando così il resto della camera, colpendo pure i miei occhi.
-Fanculo- mormoro dopo aver aperto anche le lastre ed esser andata a prendere i vestiti.
Oggi mamma mi dice di prendere la metro, quindi faccio veloce e dopodiché esco con le cuffiette alle orecchie. Una volta arrivata in prossimità della fermata vedo un'auto fermarsi accanto al marciapiede e sento un clacson oltre alla musica. Maledetto l'istinto umano che mi dice di togliere una cuffietta per vedere cosa sta accadendo, ma il destino vuole che sia per me.
-Grace, vuoi un passaggio?- mi domanda con voce leggermente alta la madre di Thomas.
Poco dopo il finestrino posteriore si abbassa rivelando i volti dei due fratelli.
-Signora DeLuca...la ringrazio ma credo che camminare mi farà bene, ci si deve sempre tenere in allenamento- dico sorridendo cordialmente anche se forse non molto sinceramente.
-Sei sicura? Non manca poco all'inizio, rischi di arrivare tardi- mi chiede ancora, indirizzando la mia attenzione all'orologio del telefono. Non ha completamente torto, ma posso farcela.
-Sicurissima, sarà per la prossima volta, grazie ancora- ribatto accennando sta volta un sorriso sincero a labbra strette, mentre mi precipito giù per le scale dopo aver fatto un cenno con la testa. Corro, quasi inciampando ma riuscendo a prendere in tempo la metro, che mi porta subito dopo verso la fermata più vicina alla scuola.
Arrivo alle 7:55, e vedo ancora gli studenti che parlano, sentendone alcuni mentre metto via cuffie e telefono e mi dirigo verso il mio nuovo gruppo.
-Hai sentito della sfida di domani? Sembra che qualche povero sventurato abbia accettato la proposta di Thomas- dice una ragazza alla sua amica.
-Di che sfida state parlando?- domando fingendomi ignara di tutto, ma mi riesce bene vista l'ora.
-Thomas ha sfidato un ragazzo alla pista da cross e quello ha accettato, immagino che fosse nuovo- spiega tranquillamente.
-Davvero qualcuno ha deciso di stare al suo gioco?- domando trattenendo una risata, come se davvero non avessi saputo nulla fino a quel momento, come se qualcuno mi stesse prendendo in giro.
-Già, noi andiamo a vederla, tu ci sarai? Eri spesso alle sue sfide- mi chiedono.
Sarebbe bastata una semplice scusa, ma se vengono altre persone della scuola come farò?
-Non lo so, forse devo andare da mio padre, non lo vedo da un po'- dico, sorprendendomi che qualcosa di così credibile sia uscita dalla mia bocca.
-All'ora di pranzo?- domandano alzando le sopracciglia.
Annuisco.
-Già, la sera esce con la fidanzata e non vogliono me tra i piedi, sapete, immagini che non voglio avere in testa- ammetto alzando prima un sopracciglio e facendo infine una smorfia di disgusto.
-Afferrato, ci si vede in giro- risponde la prima, lasciandomi un po' perplessa mentre raggiungo finalmente le mie amiche.
-Ma che è successo?- domanda Alice socchiudendo le labbra.
-Sanno della sfida, non posso andarci, non posso- dico sottovoce scuotendo la testa.
-Può essere la buona volta che chiedi il favore a Riccardo?- domanda Sofia incrociando le braccia al petto.
-No, non credo, dovrei essere io perché Lele mi ha detto che le postazioni saranno vicine...ma ho dato a quelle due una scusa più che plausibile- spiego soddisfatta di me stessa.
-Ad esempio?- chiede Layla guardando le altre e poi me.
-Che forse sarei dovuta andare a pranzo da papà perché a cena non può, essendo con la fidanzata e che vogliono stare per gli affari loro- dico facendo una finta risata malvagia per poi tornare alla normalità.
-Credibile direi, guarda chi sta arrivando- mi dice Anna indicando la macchina nera che si era fermata prima vicino alla metro.
-Ah si, la loro madre mi ha chiesto un passaggio, ma guarda un po'...sono qua prima di lui, mi dispiace un po' aver detto no, lei è così simpatica...e ignara di tutto quello che succede nella vita dei suoi figli- ammetto inclinando la testa su un lato.
-Ora andiamo, o faremo davvero tardi- dice la mia migliore amica dandomi un bacio sulla guancia.
-Ci vediamo qua appena suona la campanella della ricreazione?- domando alle altre mentre cammino all'indietro per andare verso la mia classe nell'altro edificio, notando con la cosa dell'occhio Ric venire dalla mia parte e Thomas andare dall'altra.
Ricevo un si unico dalle ragazze e torno a camminare, accanto però al secondo DeLuca.
-Ho sentito che la sfida sta facendo il giro della scuola- mi sussurra mentre superiamo la porta.
-Si, e non era previsto- dico a mia volta con la voce bassa.
-Ti serve una mano con quello che mi hai chiesto?- mi domanda guardandomi fermandosi un momento, ma gli ripeto già quello che ho detto ad Anna e le altre.
-Okay, allora a dopo, in caso dimmi cosa decidi- aggiunge salutandomi con un cenno della mano prima di svoltare l'angolo e andare verso la propria classe, mentre io scendo le scale e raggiungo la mia.
Lunedì, il giorno che se non è festivo non rientra nella lista delle cose che mi piacciono o che piacciono agli altri.
Alcune mie compagne di classe mi salutano e io ricambio sedendomi, appoggiando subito dopo la fronte sul banco, stanca, soltanto degli istanti dopo mi tolgo la giacca appoggiandola allo schienale della sedia.
Ultimo banco, buona o cattiva scelta? Dipende dai punti di vista, l'unica cosa che so è che queste due intense ore di teoria perché abbiamo i laboratori occupati mi faranno dormire come non mai, ma veniamo sorpresi dal prof che porta dentro un televisore su un piccolo carrello.
La mediateca era troppo difficile da prenotare? E film sia, almeno due ore le buttiamo al vento per un film che...interessa solo a lui.
Se non fosse che ho paura che vada come venerdì, uscirei per farmi un giro, ma alla fine sono appena arrivata, andrò alle macchinette solo se sarà una questione di vita o di morte per causa della noia.
《Ho di nuovo il telefono, ma sono curioso di sapere di più su sabato sera》vedo comparire sul mio schermo accanto all'iconcina verde.
No vi prego, non a quest'ora della mattina.
《Stiamo guardando un film, vorrei non essere disturbata》mando, nonostante sia la cosa più falsa detta fino a quell'ora.
《Da quando Zingarelli fa vedere film interessanti?》domanda subito dopo.
《Mi stai infastidendo sperando che ti dica "si, parliamo"?》chiedo sospirando silenziosamente e controllando lo schermo prima di bloccarlo e appoggiare il telefono sul banco.
Vedo lo schermo illuminarsi nuovamente e un "Si".
《Il punto è che se anche ti dico di si poi continuerai a darmi fastidio, quindi...una sola occasione, poi non scrivermi, ma tra la prima e la seconda ora all'ultimo piano del mio edificio》rispondo, voleva parlare? Sarebbe stato alle mie condizioni.
《Va bene, là appena suona》risponde, ma non visualizzo il messaggio, e blocco definitivamente lo schermo.

|ANGOLO AUTORE|
Un po' in ritardo ma ci sono, come al solito!
Cosa dovrà dirle Thomas? Sicuramente qualcosa riguardante la moto, per lui, o loto, la moto centra sempre. Non dimenticate la playlist su Spotify e il profilo Instagram!


Not an ordinary dayWhere stories live. Discover now