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Mentre sto pulendo il bancone a lavoro racconto a Clary del mio quasi appuntamento con Dylan e per poco non mi uccide.

-Perché devi essere così romantica? Gli farai sudare un appuntamento con te vero?- dice Clary quando arriva l'oggetto del nostro discorso davanti alla cassa. Dylan.

-Parli del diavolo...- sussurro a Clary per poi andare a preparare il caffè di Dylan

-A che ora stacchi?- mi chiede quando gli do il caffè appena preparato

-Perché?- faccio l'indifferente

-Voglio portarti fuori per il nostro appuntamento- sorride malizioso facendomi l'occhiolino

-Stacca alle 6- si intromette Clary che si guadagna una mia occhiataccia che, se potesse, la fulminerebbe all'instante

-A che ora passo a prenderti?- dice Dylan facendomi voltare di nuovo verso di lui

-Non ho detto di sì- dico

-Allora è un no?-

-Non ho detto neanche questo- rispondo per tenerlo sulle spine

-Passo alle 7- dice e mentre sto per ribattere Clary si avvicina e, mettendomi una mano sulla bocca, mi impedisce di parlare

-Alle 7 è perfetto- risponde al mio posto

-Bene. A stasera- dice Dylan facendomi l'occhiolino e pagando il caffè

-Non vede l'ora- aggiunge Clary prima che Dylan si allontani dalla cassa ed esca dal locale. Per vendicarmi cerco di morderle la mano, ma non ci riesco così le lecco il palmo facendola indietreggiare.

-Sei disgustosa- dice pulendosi la mano sul grembiule che indossa. Non abbiamo una vera e propria uniforme, ma solo un grembiule bordeaux.

-Perché lo hai fatto?- chiedo cercando di essere arrabbiata anche se non lo sono

-Perché tu non lo avresti fatto- risponde lei

-Puoi ringraziarmi dopo- dice indicando un cliente che sta aspettando alle mie spalle.

Appena finisce il nostro turno da Addy's, faccio un salto veloce da Sam in libreria per salutarlo e poi io e Clary corriamo a casa per prepararmi. Dopo aver provato quasi tutti i miei vestiti alla fine opto per un pantalone semplice bianco e una maglia nera. Proprio quando ho finito di truccarmi e Clary ha finito di aggiustarmi i capelli arriva Dylan con la sua auto. Diamo inizio alla serata.

Mi porta in un ristorante molto elegante e all'apparenza molto costoso.

-Sei ricco?- chiedo dopo che il cameriere se ne andato lasciandoci i menù

-I soldi non mi mancano, ma non vado in giro a vantarmi- risponde un attimo spiazzato dalla franchezza della mia domanda. Ma a mia difesa, non so niente di lui.

-Sei figlio unico?- continuo

-No, ho una sorella di due anni più piccola che mi fa impazzire- dice ridendo

-Che mi dici dei tuoi genitori?-

-Sei curiosa eh?-

-Scusa per la mia invadenza, ma sono uscita con te senza sapere niente. Potresti anche essere un maniaco serial killer che non si chiama neppure Dylan-

-Ma conosci mio nonno e lui ci tiene a te e ti avrebbe avvertito se non fossi un bravo ragazzo- si difende quando arriva il cameriere per le ordinazioni. Dylan ordina anche per me e mi guarda come se mi conoscesse da sempre. Non riesco a sentire quello che dice perché parla piano nascosto dietro al menù.

-Non hai risposto alla mia domanda. I tuoi genitori?- chiedo notando che diventa cupo in viso così cambio argomento per non costringerlo a rispondere

-Quali sono i tuoi passatempi?- chiedo

-Suonare. Giocare a qualsiasi tipo di sport. Leggere. Cavalcare e andare a correre. Vorrei diventare uno scrittore da grande, ma mio padre non è tanto d'accordo. Mi ha già riservato un posto nell'azienda di famiglia dato che sono il primogenito- vedo della tristezza nei suoi occhi e cerco di non parlare più delle nostre famiglie.

La cena va benissimo e dopo mi accompagna a casa lasciando la macchina qualche isolato più indietro così da poter camminare e continuare a parlare. Mentre camminiamo mi prende per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo e glielo lascio fare perché mi sembra davvero così.

-Allora... Cosa devo fare per un primo bacio? Mi farai sudare anche quello?- mi chiede fermandosi davanti a casa mia e io mi metto difronte a lui.

-Forse- chiedo avvicinandomi un po' a lui

-Prima ti avrei risposto di sì, ma hai guadagnato punti con la cena e per l'onestà alle mie domande- dico avvicinandomi ancora un po'

-Quindi mi stai dando il permesso?- chiede attirandomi a sé prendendomi per la vita

-Forse- rispondo in un sussurro perché siamo a soli pochi centimetri di distanza

-Posso baciarti?-

-Provaci e vediamo che succede- rispondo e lui annulla completamente quella distanza di poco fa lasciandomi senza fiato. 

Solo NoiWhere stories live. Discover now