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Dylan ha insistito per farmi conoscere i suo genitori così ora sono a casa sua per cena e c'è anche Sam. Più che una casa questa sembra una villa in cui potrebbero vivere decine di persone. Mentre entriamo faccio notare a Dylan che non mi aveva detto di essere così ricco, ma fa finta di non sentirmi e mi porta subito in cucina.

-Faith questa è Dorotea. Mi ha cresciuto lei, è come una seconda mamma per me. Dorotea lei è Faith- dice Dylan presentandomi

-È un piacere conoscerla signorina Faith. Ho sentito tanto parlare di lei- mi saluta per poi finire di apparecchiare.

Mentre siamo a tavola in attesa della cena il padre di Dylan, il signor Kelly, non fa altro che tartassarmi di domande su cosa voglia fare nel mio futuro e sul lavoro dei miei genitori, ma ogni volta Dylan mi precede e risponde al posto mio in modo molto vago.

-Come vi siete conosciuti?- chiede il signor Kelly

-Perché non lo racconti tu. Sono curiosa di sentire la tua versione- dico in modo sarcastico a Dylan

-Lei passa molto tempo nella libreria del nonno e io lo aiuto quando posso. Ci siamo incontrati lì per caso- dice semplicemente. Sam mi guarda in modo comprensivo per la risposta che ha dato suo nipote perché mi conosce e sa che ci sono rimasta male. Non so come faccio a restare calma.

La cena procede molto male da lì in poi. Il padre di Dylan non mi approva e dato che lui e sua moglie sono molto uniti, anche per lei è così. Almeno Mag, Sam e Dorotea sono dalla mia parte.

-Tu ti vergogni di me- dico quando Dylan ferma l'auto davanti casa mia. Non ho aperto bocca per tutto il tragitto di ritorno e nemmeno lui

-Faith è complicato- inizia a dire

-Non è per niente complicato. Tuo padre mi odia perché non sono ricca come voi, cosa che fra parentesi mi avevi nascosto, e tu hai risposto in modo vago alle domande di tuo padre invece di dire la verità perché ti vergogni di me-

-Faith mio padre ha delle aspettative su di me. Non sempre sono libero di fare ciò che voglio e ti avevo avvertito che era all'antica-

-Quindi non puoi scegliere con chi stare? Fammi indovinare c'è una ragazza che approvano e che ti vorrebbero far sposare- dico per scherzo, ma lui non risponde abbassando lo sguardo in modo colpevole

-Non ci credo- dico sbuffando e uscendo dalla macchina chiudendo forte la portiera

-Faith aspetta- urla Dylan così torno indietro sempre più furiosa

-Se ti imbarazzo tanto allora ti evito di scegliere fra me e la tua famiglia. Chi non mi accetta per come sono non mi merita e io non cambierò o fingerò di essere qualcun'altro per nessuno. Nemmeno per te- dico per poi correre in casa senza voltarmi indietro.

Non parlo con Dylan da due giorni. Non fa che chiamarmi e mandarmi messaggi anche se io continuo ad ignorarlo. È passato anche un paio di volte a casa, ma non ho voluto vederlo. La cosa positiva è che ho l'ispirazione perfetta per continuare la mia storia. Perché le cose migliori vengono in mente sempre nei momenti peggiori? Le canzoni, le storie, qualsiasi cosa.

Clary, Sam, Mag e la mia famiglia non hanno smesso di dirmi che devo chiarire con lui, ma non voglio.

-Ciao- Dylan entra dalla finestra che ho dimenticato di chiudere come ho fatto delle ultime 48 ore proprio per evitare questo. Lo ignoro e continuo a scrivere battendo forte i tasti del pc

-Faith dobbiamo parlare. Non può finire tutto per una cosa senza importanza-

-Senza importanza dici?- mi alzo di colpo dal letto raggiungendolo

-Non ti ho chiesto di scegliere fra me e la tua famiglia. Non lo farei mai. Ma tu ti vergogni di me e questo non posso sopportarlo-

-Faith io non mi vergogno di te. Come potrei? Tu sei perfetta. Io mi vergogno della mia famiglia. Dei miei genitori. Mio padre ha dei pregiudizi che cerco di cambiare da tutta la vita senza successo e mia madre come hai visto lo segue a ruota. Non volevo mentire, solo non volevo metterti in difficoltà con loro- si avvicina prendendomi il viso fra le mani

-Tre giorni. Ti chiedo solo tre giorni. Vieni con me a New York e se dopo vorrai lasciarmi lo farai-

-Solo tre giorni?-

-Sì. Pagherò tutto io. Dammi quest'opportunità. Tre giorni senza le nostre famiglie. Solo noi- dice supplicandomi con lo sguardo e anche se non sono tanto convinta annuisco. 

Solo NoiWhere stories live. Discover now