1

577 29 1
                                    

❝ Nightmares in a damaged brain. ❞

Venne trovato in una vasca piena di suoi escrementi e acqua sporca; poteva avere più o meno dieci anni, all'epoca.
Ma questo lo aveva segnato a vita.
Era stato rinchiuso in un ospedale psichiatrico, sotto la cura di medici specializzati.
Era malato, lo avevano fatto diventare un deviato mentale.
Si chiamava Richard, ripeteva questo nome in loop come se fosse la sua canzone preferita.
Lo avevano trovato un paio di persone della sicurezza, in una casa abbandonata, aveva urlato così tanto da farsi graffiare le tonsille.
Si nutriva di piccoli scarafaggi solo e niente più, infatti era ridotto pelle e ossa.
Tutti lo compativano, ma lui non aveva bisogno di compassione da parte delle persone. Soffriva molto, mentalmente. Mangiava poco.
Si chiudeva in se stesso quasi la maggior parte delle volte che gli si avvicinavano. Non parlava quasi mai, e se lo faceva rispondeva solo a monosillabi.
A volte, si incantava e fissava il vuoto senza un valido motivo.
Oppure si chiudeva in camera sua, si portava le gambe contro il petto e guardava oltre la finestra.

Era piccola, ma lui da dentro immaginava il mondo come fuori era fatto.
Non era più uscito da quell'istituto da quanto era stato trovato. Ricordava quegli uomini che lo avevano raccolto e accolto.
Lo avevano lavato, dato che lui era troppo debole per farlo, lo avevano vestito e gli avevano anche dato un tetto sulla testa.
Doveva ringraziare mille volte quegli angeli custodi, ma lui -invece- si limitava solo a guardare gli altri con quegli occhi vitrei, vuoti di chi non aveva nulla da perdere nella sua vita e di chi voleva morire perché aveva visto fin troppo.
Lo psicologo a cui era stato affidato faceva di tutto per farlo parlare e per farlo aprire un po', ma non ci era mai riuscito nonostante i tanti tentativi che aveva provato.
Richard era sempre stato molto testardo e si era messo in testa di non voler raccontare della sua vita per paura di non essere accettato dagli altri.
Ma forse, era proprio la paura degli altri che non li faceva parlare come loro volevano.

Spazioautrice
Non so cosa dirvi a parte che è una nuova Reed900, quella vecchia che avevo scritto non riuscivo a continuarla per assenza di idee e nulla.
Come sempre, datemi un parere e se non vi piace provvedo a cancellarla.

ASYLUMWhere stories live. Discover now