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C'erano  solo piante.
Piante e alberi.
Si guardarono in faccia, senza dire nulla e ripresero a camminare, fino a quando non videro la nebbia diradarsi: le cose presero forma e si accorsero che non ci fossero solo degli alberi, ma anche quelle che sembravano delle statue.
Più avanzarono verso le statue più sentivano un odore di putrido, marcio, giungere alle loro narici.
Gavin andò a sbattere contro qualcosa e cadde a terra; poteva almeno portarsi una torcia dietro.
《Cazzo.》
Si massaggiò la testa e si alzò, ma subito sbiancò  quando vide ciò che gli si parò davanti.
Richard, corso in suo aiuto, assunse la stessa espressione.
In quel momento, capirono  a cosa era dovuto quel fetore di putrido.
Capirono anche perché Connor non faceva entrare nessuno li dentro.
Quelle non erano delle semplici statue. Quelli erano cadaveri, sfigurati. 
Tanti cadaveri, di donne e di bambini, messi in varie pose, con occhi e bocca cuciti, e contornati da filo spinato.
Gavin, con occhi sgranati, si mise le mani sulla bocca e represse un conato di vomito.
Ebbe un mancamento, ma Richard fu apposta lì per sostenerlo.
《Reggiti.》
Il ragazzo non ce la faceva, entrambi non ce la facevano davanti a quella scena  macabra e orripilante. 
Il corvino  non sapeva più che altro pensare di suo fratello, se non che fosse un mostro.
Sentirono entrambi delle voci, poi uno sparo che li fece voltare entrambi in direzione dell'entrata di quel giardino, poi udirono dei ringhi.
《Corri.》
Sibilò  il corvino, tirando Gavin verso la direzione opposta all'entrata, ci doveva pur essere un'uscita da quel posto.
Si inoltrarono  nella fitta boscaglia di piante, graffiandosi  le membra con dei rametti sporgenti ma non riuscirono a trovare un'uscita.
《Dobbiamo  scavalcare, Richard.》sussurrò  Gavin a bassa voce, sentendo dei passi e dei ringhi avvicinarsi ancora di più.
Il corvino, prendendo la mano del ragazzo, si avvicinò alla sporgenza e se lo tirò dietro, allungando una gamba e poi l'altra, riuscendo a ritrovarsi dall'altra parte.
Si lanciarono una occhiata furtiva da dietro le sbarre e Richard raccolse Gavin dalle spalle, tirandolo fuori da li.
Entrambi caddero su qualcosa di morbido; Gavin  addosso a Richard.
Un odore di erba fresca giunse alle narici di entrambi.
Si guardarono negli occhi, per una frazione  di minuto che sembrava infinita e Gavin pensò che Richard avesse gli occhi più belli del cielo stesso.
Qualcosa andò storto, dall'altra parte del cancello sentì un ringhio e qualcosa che atterrò  nella loro parte di terra. Entrambi si voltarono, vedendo un grosso dobermann  nero e incazzato che stava mostrando i denti; questi ultimi erano in ferro, il bagliore lunare si andava a specchiare in essi.

Il cane ringhiò  ancora, sbuffando mentre i due indietreggiarono di un passo e saltò in direzione di Gavin.
《No! Gavin!》
Urlò  Richard,  ma accadde tutto troppo in fretta.

Spazio autrice
Ciao ~
Sto aggiornando tanto perché vi avevo già detto che ero un pozzo pieno di idee !
Volevo accennarvi  solo un paio di cose: il libro non è finito qui, ma sarà diviso in sezioni.
Vi spiego;la Reed900  è  conclusa,ma non del tutto.
Volevo fare questa storia incentrata come in Detroit. 
Farò  anche uno spazio "Kara"  e un altro "Markus"
Le tre storie saranno collegate e ci sarà un finale a sorpresa.
Cosa ne pensate ?

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