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Era malato.
Le voci ridevano nella sua testa, lo prendevano in giro e lui -invece-  preferiva starsene raggomitolato in una parte della stanza a ridere silenziosamente con loro.
Rideva in silenzio, non voleva sembrare un pazzo, non lo era ... vero ? Vero?
Nonostante fosse in un ospedale psichiatrico lui non era pazzo, le persone che stavano li con lui non erano pazze.
Riuscivano a guardare solo oltre quello che gli infermieri, in quella struttura, non riuscivano a fare.
Sentiva anche che sarebbe successo qualcosa di diverso, se lo sentiva dentro; non perché fosse scambiato per un pazzo quando semplicemente non lo era.
Richard, gli avevano dato quel nome, ma lui non era sicuro che fosse quello.
Insomma, non veniva chiamato da così tanto tempo da qualcuno che si era dimenticato  il suo vero nome.
Ma Richard gli piaceva, lo faceva sembrare un uomo d'affari, quelli bene impostati e che sapevano parlare bene.
Le voci cessarono di ridere e lo fece anche lui, alzandosi dal pavimento.
Il corvino, ora, guardava fuori dalla finestra che gli dava la visuale su un giardinetto sul retro in cui tutti avevano la loro ora d'aria prima di rientrare nelle loro stanze.
Il giardinetto era recintato da delle mura e a lui sembrava tanto di stare  in una prigione, per questo non scendeva mai li preferendo starsene dentro la stanza.
Lui non la divideva con nessuno, gli piaceva stare da solo, in  silenzio, a volte a sentire quelle voci nella sua testa che parlavano o ridevano di lui.
La stanza era tutta bianca, le pareti, le lenzuola sul letto, il comodino vicino a esso, la porta e persino i suoi vestiti  lo erano.
I capelli scuri che aveva costituivano un punto di colore in tutta quella depressione e a lui di certo non dispiaceva state in tutta quella depressione.

Quando sentì lo scatto della porta, si destò  dai pensieri.
Era arrivata "l'ora del farmaco" , così  la chiamavano i medici e così avevano  imparato a chiamarla i pazienti.
Richard, con passo lento e sistemato, si andò a mettere sul bordo del letto seduto e con il viso rivolto verso la porta.
Da lì, entrò  un infermiere.
Era sicuro di non averlo mai visto prima di allora!
Conosceva tutti in quella struttura, sapeva i loro ruoli  e i loro nomi. Ma quel tizio non lo aveva mai visto prima di allora. 
In quella struttura c'erano: Hank Anderson, un uomo burbero che borbottava sempre sotto voce contro il suo capo, era un infermiere e a volte gli sentiva dire anche cose non proprio belle. Sapeva, inoltre, che era un alcolizzato e aveva un cane di nome Sumo, ma Richard non gli aveva chiesto mai nulla a riguardo, avrebbe rischiato di irritarlo.  A parte, che lui non avrebbe mai parlato con nessuno,  ne tantomeno con Hank; Jeffrey Fowler che era, per l'appunto, il capo della struttura  e che impartiva  gli ordini a destra e a manca, soprattutto a Hank. Poverino, poi aveva ragione a lamentarsi; Tina Chen una ragazza che lavorava come segretaria e recepitionista, lei accoglieva i nuovi arrivati e c'era proprio lei quando lui era arrivato in quel posto.
Poi Richard conosceva anche i nomi e i cognomi di tutti quelli che erano chiusi li dentro, nessuno escluso.
Aveva una memoria di ferro su certe cose.
Ma quello non lo aveva mai visto prima d'ora: basso, scorbutico e occhi grigi.
Ma quello che lo aveva attirato di più era una grossa cicatrice sul naso.
Borbottava sotto voce, cose che nemmeno lui capiva.
L'infermiere appoggiò il vassoio sul letto e  prese da lì il bicchiere d'acqua e una pillola bianca.

《Prendi questo.》
Disse  solo, allungando il tutto nella sua direzione.
Richard non disse nulla, obbedì  solo: mise la pillola nella bocca e la ingoiò  con un sorso d'acqua, facendo una espressione stufata quando percepì  l'amaro sapore del farmaco.
Gli facevano schifo, ma doveva prenderli se a detta  loro doveva "guarire".
Lui di certo era sano come un pesce, non doveva guarire da niente.
Non era malato o altro.
L'infermiere scorbutico,  senza accennare a nessuna parola, rimise il bicchiere sul vassoio e se ne andò in silenzio  così come era entrato nella stanza.

ASYLUMWhere stories live. Discover now