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Richard non parlava con nessuno, né con tantomeno chi si spacciava per suo fratello.
Lui non aveva fratelli, era stato trovato da solo un quella casa abbandonata. 
O almeno lui non ricordava di averne, nonostante la somiglianza tra lui e quel ragazzo fosse molto grande.
Praticamente erano come due gocce d'acqua, avrebbe potuto essere un suo gemello oppure un clone uscito male.

《Vi lascio da soli. L'orario di fine della visita è  alla diciotto che poi verrà un inserviente a portargli da mangiare,  signor Comstock.》
Blateró  Tina Chen, ricevendo un cenno del capo da parte del corvino  di cui Richard  aveva capito solo il cognome, poi lasciò  la stanza e finalmente furono da soli.
Comstock; quel cognome non gli era nuovo.
Infatti, apparteneva a una delle famiglie più ricche della città.
Richard sapeva solo questo.
L'uomo avanzò verso di lui, prese una sedia e si sedette con le gambe accavallate l'una  sull'altra.
Si vedeva proprio che aveva i soldi, aveva un completo molto costoso ed elegante addosso, delle scarpe scure e una camicia bianca e marcata, i capelli scuri li aveva tirati all'indietro con del gel.
Sul taschino della giacca invece ho era cucita una grossa "C" dorata; Richard pensò  che fosse l'iniziale del suo cognome.
Si leccò  le labbra, quello dagli occhi chiari, ma non disse nessuna parola.
Nonostante l'aspetto, l'altro aveva un sorriso gentile disegnato sul viso, ciò  lo tranquillizzò  un pochino.

《Mi hanno detto che ti chiami Richard e non parli con gli altri. Vero ?》
A quelle parole, l'interpellato fece un cenno del capo per acconsentire.

《Io mi chiamo Connor, sono tuo fratello maggiore.》
Allungò  la mano ben curata in direzione del presunto fratello ma la ritirò quando notò  che le dita di quest'ultimo fossero tutte mangiucchiate e con grumi di sangue secco a colorare i polpastrelli.
Erano uno lo specchio dell'altro e nonostante questo, erano molto diversi. Uno trasandato, con capelli in disordine completo bianco macchiato da qualsiasi cosa e profonde occhiaie sotto gli occhi.
L'altro dal viso quasi che luccicava  senza nessuna imperfezione, curato e profumava  anche di buono.

《Ti sembrerà strano, ora. Ma cercherò di fare di tutto per tirarti fuori da qui. Il mio avvocato sta preparando le carte, ti racconterò tutto una volta uscito da qui. Promesso, fratellino.》
Disse con un sorriso cordiale, lanciò  una occhiata all'orologio da polso -molto costoso, tra l'altro- e si alzò dalla sedia.
Fece un cenno del capo e uscì dalla stanza, quando bussarono  alla porta per poter portare i medicinali e la cena.

ASYLUMWhere stories live. Discover now