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La casa era molto grande e a Richard piaceva.
C'erano  molti svaghi;una sala da ballo con  un pianoforte, una stanza con una grande biblioteca incorporata e sembrava anche avere tanti libri, e aveva anche una stanza dedicata alla pittura, Connor  gli aveva anche confidato in segreto che molti quadri erano stati dipinti da lui e non era nemmeno tanto male a dipingere,  nonostante lui non ne capisse proprio di arte.
Beh, oltre che un grande salone, una cucina, una sala pranzo e delle camere.
Sul retro aveva anche un giardino, almeno quando era chiuso in camera sapeva cosa fare.
Venendo scortato in camera da Gavin, che era stato mandato da Connor, e proprio lui fu a sistemare le sue cose sul letto,tra l'altro che non erano così tante.
Quando ebbe finito, si voltò verso di lui e ai grattò  la nuca:《 ecco fatto. La cena è alle otto e Connor aveva detto di volerti parlare. Hai il tempo di sistemare tutte le tue cose e se vuoi, qui in camera, c'è  anche un bagno nel caso volessi sistemarti.》sussurrò  e poi lo lasciò  da solo uscendo dalla stanza.
Aveva notato una cosa parecchio strana; quando si era portato la mano sulla testa, la sua manica era scivolata appena in giù e aveva messo in mostra quelle che sembravano delle bruciature  sul polso.
Scosse la testa, nella speranza di aver visto male.
Sentiva che non voleva che gli accadesse qualcosa di brutto, ma aveva sempre quella strana ansia che gli si presentava ogni qualvolta  che c'era  qualcosa che non andava.
Voleva sbagliarsi, ma le sue  sensazioni non avevano mai sbagliato.
Prese un paio di pillole, buttandole  giù nella bocca senza acqua e prese quei pochi vestiti che gli avevano dato nel centro, prima di mettergli addosso quel deprimente completo bianco, poi li andò tutti a sistemare nell'armadio.
Occupavano solo poco spazio, dopotutto.

Quando ebbe sistemato tutta la sua roba e si era dato una ripulita, il corvino scese le scale fino a raggiungere il salone dove lo stava aspettando il suo presunto fratello. Arrivato li, poté  ben constatare  che fossero solo loro due, la questione era così  privata che aveva mandato via anche i camerieri  per fare sbrigare a loro le faccende.
《Accomodati.》
Disse Connor facendo a Richard un cenno della mano in direzione di una poltrona in pelle.
L'altro, senza farselo ripetere due volte,  si andò a sedere.
Aspettò  cosa avesse da dire, lui non avrebbe parlato.
Come sempre, d'altronde.
Il minore si schiarì la voce, accendendosi  una sigaretta e si andò a sedere di fronte a lui.
In quel momento, erano separati solo da un semplice tavolino in vetro che sembrava intonarsi  perfettamente con lo stile della stanza.
Guardò  come l'altro fece un tiro dalla sigaretta, buttando fuori il fumo e standosene in silenzio.
Forse voleva trovare le parole giuste per potergli parlare.
《Non sai per quanto tempo avrei voluto averti qui con me. E, appena il mio ragazzo ti ha visto li, sono venuto subito a cercarti. Forse tu non ricordi perfettamente com'è  andata a finire, ma papà  ti ha rimasto da solo in quella casa. La mamma era morta, lui è  andato fuori di testa ed io ho dovuto ucciderlo.》
A quelle parole, Richard ebbe un brivido lungo la schiena mentre si mantenne rigido e sulla difensiva; non si aspettava una tale confessione da parte sua.
Credeva che Connor fosse diverso.
Quest'ultimo, scosse la testa, sorridendo appena.
Non un sorriso felice, era molto triste.
Richard si ritrovò a deglutire mentre gli occhi del fratello e i suoi si scontrarono.
《Ho dovuto farlo, altrimenti avrebbe ucciso prima me. Mi ha riempito di percosse, non puoi immaginare quanti anni ho dovuto subire maltrattamenti  da parte sua mentre io insistevo nel volerti con me. Papà  non mi ha mai più portato in quella casa e, dopo averlo tolto di mezzo, sono venuto a cercarti ma tu eri già stato portato via.》
All'ultima parola, lasciò  un flebile sospiro mentre spense la sigaretta nel posacenere al centro del tavolo e si leccò  le labbra.
《con gli anni, ho cambiato nome e ho fatto carriera, ma non ho dimenticato tutto quello che ho dovuto passare. Nemmeno tu presumo, ma non ho mai smesso di cercarti.》

ASYLUMWhere stories live. Discover now