Una serata particolare

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◊Aria POV◊

Appena salita sentii immediatamente un buon profumo di caffè e notai che la macchina era molto in disordine. Vi erano vari bicchieri di carta sia ai miei piedi che in ogni porta-bibite disponibile nell'auto. Poi mi resi conto che ovviamente io conoscevo il suo nome, ma lui non aveva la più pallida idea di chi fossi.

«Mi chiamo Aria, grazie molte del passaggio».

Aizawa ripose subito «è un piacere. Abita molto lontano?».

«No, all'inizio di Viale Trastevere, vicino la stazione. Credo che in mezz'ora sarò a casa».

Mi sembrò quasi di sentire i suoi pensieri. Starà pensando a che strada devo percorrere, e arriverà all'ovvia conclusione.

Infatti Aizawa mi guardò con quegli occhi assonnati, perplesso.

«Mi scusi, ma dubito che ci metterà così poco, solo in macchina ci vogliono 20 minuti. Abito poco oltre casa sua, lasci che le dia un passaggio.. Davvero non mi costa nulla»

Mi irritai subito, grande costante della mia vita.

Che razza di presuntuoso. Come se mi servisse qualcosa. E poi per quel che ne so io potrebbe essere lui il maniaco da evitare.

Mi imposi di restare calma, stavo parlando con un professore infondo.

«Non si preoccupi, ho lo spray al peperoncino e corro veloce. So badare a me stessa».

Sperai che capisse che lo spray l'avrei usato anche per lui, perché sarà anche un professore, ma per me resta sempre uno sconosciuto.

Guardai la strada con nervosismo quando sentii Aizawa dire quasi sottovoce «mi scusi io.. è solo mi dispiace pensarla ancora per strada, mentre io tra poco sarò già a casa»

Lo fissai, cercando di capire se fosse davvero mortificato. Se veramente fosse solo preoccupato per una sconosciuta, o se volesse aiutarmi esclusivamente perché gli facevo pena, proprio come tutti gli altri.

Intanto Aizawa aveva accostato per farmi scendere. Si girò e mi guardò negli occhi, con un'espressione indecifrabile. Ressi il suo sguardo meno di un secondo, poi guardai la strada.

«Parta, accetto il passaggio»

◊Aizawa POV◊

Restai sorpreso per un attimo, ma non me lo feci ripetere una seconda volta e mi immisi nuovamente sulla strada.

«Mi dice lei quando fermarmi?»

«Si» rispose semplicemente.

Ormai nell'auto riuscivo solo a sentire il suo profumo, dolce ma leggermente pungente, come l'odore lasciato da una pioggia estiva.

Il traffico scorreva lento e a volte la guardavo con la coda dell'occhio, temendo di essere scoperto, ma aiutato dai lunghi capelli a non farmi notare. Aria ora era tranquilla e guardava fuori dal finestrino.

Capisco perché si è innervosita prima, l'ho trattata come una ragazzina a cui serve aiuto. Eppure vedendola così..

La guardai nuovamente. Aveva una corporatura minuta, l'altezza forse leggermente sotto le media. Di sicuro io la sovrastavo di almeno 20 centimetri. Tuttavia, il suo sguardo era determinato, sicuro, arrabbiato.

Volevo dirle qualcosa, ma non sono bravo ad iniziare conversazioni. Di solito mi limito ad ascoltare distrattamente gli altri, pensando a quando potermi defilare per andarmi a fare un pisolino.

Che stupido sono. Non faccio altro che ripetermi quanto non la sopporti, invece mi sforzo di parlarle e temo il momento in cui mi dirà di fermare la macchina.

≈Tu per me sei aria  [Aizawa x OC]Where stories live. Discover now