Nel tempo di una sigaretta

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◊Aria POV◊

Ormai era giugno. Non vedevo Aizawa da quando aveva lasciato casa mia, quella strana mattina.

Oggi mi sono vista con i miei amici vicino l'università, così ho deciso di rifugiarmi nella biblioteca della facoltà a studiare e sfuggire alle prime giornate calde della stagione.

Pensavo spesso ad Aizawa. Che intendeva dicendo "sai dove trovarmi"? Voleva davvero che lo cercassi?

No, probabilmente stava solo giocando con me. Quella mattina sembrava divertirsi particolarmente nel mettermi in imbarazzo.

Si era insinuato nei miei pensieri contro la mia volontà. Più la ragione mi imponeva di scacciarlo, più la sua presenza era innegabile.

Sbuffai, infastidita nell'essere di nuovo preda di quelle fantasie. Meglio fare una pausa caffè.

Mi alzai, andando verso le macchinette.

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Aspettavo il mio cappuccino "al catrame" come lo soprannominai, sconsolata di non poter trovare di meglio in facoltà. Intanto giocavo con il mio portamonete a forma di rana, quando sentii qualcuno avvicinarsi e mettersi in fila dietro di me.

Ignorai quella presenza, come mio solito, finché non sentii una voce familiare.

«Buongiorno»

Bastò quella semplice parola per sentire il mio stomaco fare le capriole. Mi voltai e a poca distanza da me c'era Aizawa, attraente come non mai.

La pelle chiara era messa in risalto dalla maglietta nera che portava e dai suoi capelli, che gli coprivano parte del viso.

Mi imposi di restare calma.

Davvero ma che ho? Perché vederlo mi agita tanto? Non mi era mai importato di lui e dei suoi stupendi.. cioè stupidi occhi. Stupidi occhi stanchi, ecco. Non stupendi.

«Ciao» dissi, sentendomi un'idiota. Da dove mi era uscita quella specie di rantolo?

«Non mi hai cercato, presumo che tu abbia trovato un altro cuscino» disse con quel sorriso scaltro che -difficile da ammettere- ultimamente popolava i suoi sogni a luci rosse.

«Mi sta forse chiedendo se ho un ragazzo?»

Rise «dovrei?»

Avrei continuato a giocare, ma volevo fosse sincero.

«Io credevo scherzasse quella volta»

«Già..» lo vidi incupirsi «non sarebbe-.. Noi non possiamo..»

«Già» risposi semplicemente. Forse sarebbe stato meglio continuare a giocare.

La macchinetta suonò, così mi girai per prendere il bicchiere.

Mi poggiai vicino alla finestra ed iniziai a farmi una sigaretta, ma la sua presenza continuava ad agitarmi, così mi caddero tutti i filtri a terra.

«Porca merda» imprecai sottovoce. Lo vidi guardarmi con la coda dell'occhio e ridacchiare, mentre mi accucciai a raccogliere tutto.

Che si ride? È solo colpa sua..

Decisi di ignorarlo, poi i suoi piedi invasero il mio campo visivo e si chinò per aiutarmi.

«Grazie..» dissi in imbarazzo. Era molto vicino, e nonostante fossimo piegati era più alto di me, la sua figura mi sovrastava.

Alzai lo sguardo e lui mi guardò sorridendo, stavolta con gentilezza.

«Le dispiace offrirmene una?» chiese mentre ci alzavamo «le mie le ho scordate in ufficio»

«Si certo, solo devo ancora prepararle»

≈Tu per me sei aria  [Aizawa x OC]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora