12. Credimi

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Dario

Sono in ritardo, il che è veramente strano per uno come me, che ama la puntualità.
Quando arrivo alla piazza, lei è già lì che mi aspetta, e l'espressione corrucciata sul suo viso la dice lunga su ciò che sta pensando in questo momento.
- Allora sei vivo. - esordisce appena le sono vicino.
Giulia ha sempre avuto questo modo di fare sarcastico e pungente, che in effetti mi è sempre piaciuto.
- Sei già la seconda persona che me lo dice, questa settimana. - cerco di fingere un sorriso, per alleggerire l'evidente tensione che c'è fra noi.
- Non ti fai sentire da settimane. - continua lei, come se non avesse neanche sentito ciò che le ho detto.
Tra noi cala un attimo di silenzio.
Sto giusto per risponderle, quando lei mi interrompe.
- Com'è lei? - mi chiede, così dal nulla.
Rimango spiazzato, perché a quanto pare mi si legge in faccia il suo nome.
Mi sento quasi in imbarazzo a parlarne con Giulia, la ragazza con cui ho condiviso i momenti più intimi degli ultimi mesi, almeno fino a ieri.
Ripenso a Lena, alla notte che abbiamo passato a dormire insieme, al suo respiro silenzioso e calmante, anche quando sono dovuto andar via la mattina seguente.
Ripenso ai momenti con lei, sul balcone di casa sua, alla passione che ci ha trascinati, alla sua pelle liscia sotto alle mie dita.
Un brivido mi percorre la schiena fino alla nuca, e una piccola morsa mi azzanna lo stomaco.

- È intelligente, misteriosa, divertente e bellissima. - le rispondo allora.
Lei mi guarda, mi studia. Adesso sulla sua faccia non c'è un'espressione particolare, un'espressione decifrabile, ma è impassibile.
- Mi dispiace... - aggiungo poi, sentendomi in colpa. Non so neanche per cosa, in realtà, perché io e lei non ci siamo mai promessi niente. Ma forse a lei questo non bastava.

- Mi faresti un ultimo favore? - mi domanda allora lei, dal nulla.
Senza pensarci troppo, annuisco ingenuamente.
A volte sono proprio un idiota.

Lena

L'appuntamento con Roberto era per le 16 in piazza, ma lui è in ritardo ed io fin troppo in anticipo.
Rimango sotto i portici ad aspettare, da sola, e la mia mente inizia a vagare ovunque e da nessuna parte. Alla serata trascorsa con Dario, al significato di ciò che abbiamo fatto, a quello che sto iniziando a provare. Non mi fido facilmente delle persone, ma lui in qualche modo è riuscito a superare le mie barriere.
Continuo a chiedermi se sia il momento giusto di raccontargli tutto, di aprirgli la mia anima marcia e sperare che mi accetti comunque.
Ma la paura di rimanere sola, abbandonata di nuovo, è più forte di tutto il resto.

Prima di perdermi nella mia stessa testa, prendo il telefono e chiamo Dario.
Tu, tu, tu...
Sento la sua suoneria vicino a me e la seguo, pensando di andare incontro ad una piacevole ed inaspettata sorpresa.
Mi ritrovo davanti ad una pasticceria e mi guardo intorno. A qualche metro da me vedo una ragazza bellissima, alta, magra, con i capelli lunghi e scuri; è insieme ad un ragazzo e si stanno abbracciando. La ragazza poi lo bacia, in modo veloce, ma con un'intensità che riesco a percepire da qua. Mi incanto a guardarli, il volto di lei che copre il suo, fino a che mi rendo conto che il ragazzo è Dario.

Mi volto di scatto e mi nascondo dietro la colonna di un porticato. Sento il cuore battermi all'impazzata, l'ansia salirmi su come bile.
Mi rendo conto che devo sembrare proprio un'idiota, ma non so davvero come reagire: cosa pensare, cosa fare.
Devo restare qui o andarmene?
Cosa significa quello che ho visto? Chi era quella ragazza?
Dovrei fare finta di niente?
Ma come potrei fare finta di niente..?

Mi giro per tornare a guardarli, ma la ragazza è sparita. Adesso c'è solo Dario, in piedi davanti al negozio, e sta guardando diritto verso di me.
Quando incrocio il suo sguardo colpevole, qualcosa dentro di me si sgretola.

Dario

Sento ogni muscolo del mio corpo pietrificarsi. Lena è li, a pochi metri da me, mi sta guardando con un'espressione indecifrabile, e non capisco se abbia visto ciò che è successo oppure no.
Mi muovo verso di lei, e senza rendermene conto sto mettendo le mani avanti come si fa quando si deve dimostrare di essere innocenti. Ma è proprio così: sono innocente, non ho fatto niente. L'unica colpa che ho è quella di essere un emerito idiota.
- Non è come pensi. - è la prima cosa che dico, e mi riderei in faccia da solo per quanto banale e scontata suoni questa frase. Ma Lena non lo fa.
- Non è come pensi, finché alla fine è proprio come pensavi. - dice, con voce ferma, imperturbabile. Sono un po' stupito, perché non sembra arrabbiata, ma le sue parole sono come uno schiaffo in pieno viso.
- Ti giuro che è così. Giulia mi ha baciato dal nulla, non ho ricambiato, è che sei arrivata proprio nel momento sbagliato. - mi mordo subito la lingua, consapevole di quanto possa suonare male ciò che ho appena detto.
Ma l'ho già detto che sono un idiota?

Lena

Sto ancora cercando di processare ciò che ho visto, tentando di dare un senso alle immagini recenti e alle parole di Dario.
- Momento sbagliato? - ripeto.
Lui impallidisce, mentre io mi sento fin troppo tranquilla.
- Mi è uscita male. - si corregge, mortificato.
- Lena, per favore, credimi. - mi sta guardando con quei suoi occhi castani, intensi, e la mia pelle brucia sotto al suo sguardo.
Voglio credergli, anzi gli credo, perché voglio fidarmi di lui. Ma non capisco comunque come siamo arrivati a questo punto, quando io non sapevo neanche di questa ragazza, che sembra conoscerlo così... Intimamente.
Nella mia testa inizia a farsi strada l'idea che forse lo conosco meno di quanto dovrei, di quanto vorrei. E non capisco perché dopo tutto, mantengo ancora le distanze.

Vengo distratta dal telefono che mi squilla in tasca: è mio padre. Deve essere arrivato.
Torno a guardare Dario, che mi sta fissando come un cucciolo abbandonato. È mortificato e sta continuando a scusarsi, cercando di spiegarsi.
- Lena, eccoti! - sento chiamarmi da dietro.
Roberto mi saluta e poi nota Dario.
- E tu sei..? - chiede, mentre si sporge verso di lui per stringergli la mano.
- Dario. - risponde secco lui, confuso.
- Io sono Roberto, il padre di Lena. - si presenta allora lui.
L'espressione sul volto di Dario cambia, diventando un misto di stupore e di qualcos'altro che non riesco a cogliere.
- Io ora devo andare. - gli dico.
- Ci sentiamo più tardi? - mi domanda lui.
- Certo. - taglio corto. Poi lo saluto frettolosamente e vado via con Roberto.

Dario

Non mi resta altra scelta se non quella di tornarmene a casa e maledirmi per la mia idiozia.
Ma quando arrivo nel mio quartiere, ho un'ansia tremenda addosso che mi impedisce di pensare lucidamente e di tranquillizzarmi.
Mi ritrovo al parco, sta volta in pieno giorno, a fumare l'ultimo grammo di erba che mi è rimasto.
Rivivo nella mia testa ciò che è successo poco fa, con Giulia e con Lena. Rivedo me stesso lì in piazza, a parlare con Giulia; rivedo lei che mi chiede un ultimo favore, un ultimo bacio, che senza darmi una scelta si è presa da sola.
Avrei dovuto immaginarlo, penso.
Dopo tanto tempo passato con lei, avrei dovuto prevederlo.
Rimango lì a fumare, fino a che si esaurisce l'erba, così come la mia voglia di starmene lì a rimuginare.

Quando rientro a casa, sono tutti in cucina a chiacchierare, con la mamma che prepara la cena e Leo e papà che le danno una mano, apparecchiando la tavola.
- E anche l'ultimo Matassa è arrivato. - annuncia mio padre quando mi vede entrare.
Sono di pessimo umore, ma cerco comunque di salutare tutti dignitosamente.
Leo si accorge subito che qualcosa non va, ha già capito che stasera sarò nuovamente un fantasma.
- Tutto bene? - mi domanda, quasi retoricamente.
- Sì, sono solo un cretino. - gli rispondo, per poi sparire nel corridoio e chiudermi in camera mia, dove rimango sveglio fino a tardi ad aspettare un suo messaggio e a chiedermi cosa ci facesse con suo padre e perché non me ne avesse parlato.
Non si fida di me?
Ma come biasimarla, soprattutto dopo la stronzata che ho fatto...

Non ricevo nessun messaggio da Lena, e forse ho fatto un danno più grande di quanto pensassi.
Sono le 3:00, decisamente tardi, ma decido di darle comunque la buonanotte.

Lena

Il cellulare suona per una notifica e sullo schermo si disegna il suo nome.
D: Buonanotte Lena.

Non so neanche se rispondergli, in questo momento. Sto ancora cercando di capire come mi sento, dopo ciò che è successo oggi.
Credevo si fidasse di me, ma non abbastanza da parlarmi di lei.
Ma d'altronde è più bella, più matura, più magra. Ha completamente senso...

Alla fine rispondo al suo messaggio, ma per la prima volta dopo settimane sento che il buio sta tornando.

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Nel prossimo capitolo:
Oggi piove. Il temporale imperversa fuori, ma anche dentro di me. Quasi come se il mio umore avesse un'influenza sul meteo, che per solidarietà ha scelto di soffrire con me.

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Non ci posso fare nulla: sono un'amante del dramma! D'altronde le cose non possono sempre andare perfettamente.
(Vi prego, non odiatemi).

Secondo voi cosa significherà questo per Lena e Dario? Riusciranno a chiarirsi, a non perdersi?
Fatemi sapere cosa pensate con un commento e magari ne parliamo insieme.
Un bacio 😘

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