13. Ti fidi di me?

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Dario

Oggi piove. Il temporale imperversa fuori, ma anche dentro di me. Quasi come se il mio umore avesse un'influenza sul meteo, che per solidarietà ha scelto di soffrire con me.
Sono rimasto solo con la mia testa ed un grammo di erba, e questo è il risultato: pensieri su pensieri, paranoie su paranoie.
Mi impedisco di piangere, mentre butto fuori il fumo, e vorrei poter buttare fuori anche la pesantezza che sento dentro.
Sono giorni che cerco un contatto con Lena, ma lei è sempre con suo padre, e sono sicuro che mi stia evitando.
Non posso darle torto. Ma vorrei davvero farle capire che è stato solo un malinteso, che le mie intenzioni non erano quelle che sembravano. Vorrei farle capire che Giulia non ha per me il significato che crede.

Mi suona il telefono, è Francesco che mi chiede di uscire. Forse vedere un amico potrà aiutarmi a stare meglio, almeno un po', almeno per qualche ora.

Ci incontriamo per un caffè e quando lui si siede al tavolo, noto subito che è di buon umore: ha un nuovo taglio di capelli e sotto la barba rossiccia si intravede un gran sorriso.
Non c'è neanche bisogno che glielo chieda, perché lui subito inizia a raccontarmi tutto: si sta frequentando con la ragazza dai capelli blu, Sofia, e le cose stanno andando alla grande, perché Francesco sente di aver vinto alla lotteria conquistando una ragazza così bella.
- Ed è pure intelligente! - sta dicendo. Mi scappa una risata a quella sua affermazione.
- Beh una cosa non esclude mica l'altra. - gli faccio notare, sfottendolo un po'. Lui ride con me e poi si fa serio.
- Ma parliamo un po' di te... Non ti si vede più in giro da un po'. Gli altri stanno iniziando a preoccuparsi. - lo dice con fermezza, ma sempre mantenendo un certo velo scherzoso.
- Avete ragione. È che con la faccenda della psicologa e tutto il resto, non ci sto molto con la testa. -
- Tutto il resto? - mi domanda lui.
- Intendi Giulia? Vi siete finalmente messi insieme? - a quelle parole sento una stretta allo stomaco.
- No, affatto. Piuttosto il contrario. -
- Non ci credo! - esclama Tonno.
- Perché? - chiede poi.
Evito il suo sguardo perché non so se voglio parlargli di Lena, ma allo stesso tempo sto male per ciò che è successo e ho bisogno di sfogarmi con qualcuno.

Decido di raccontargli di lei, di come ci siamo conosciuti, di quel giorno al mare quando abbiamo finto di non conoscerci. Non dico niente riguardo le sue faccende private o le mie preoccupazioni, i miei dubbi sulla sua salute, i segni sul suo polso.

Francesco è quasi shockato dalle mie rivelazioni, ma si dimostra anche contento per me. Per quanto riguarda ciò che è successo con Giulia, è il primo a darmi di coglione.
- Lo so. Ma come faccio? Sono giorni che cerco di vederla ma lei è sfuggente, so che mi sta evitando. -
- Non lo so, Dario. - mi dice lui, lasciandosi andare sullo schienale della sedia.
- Giovedì non è il giorno della psicologa? La puoi incontrare lì. - propone lui.
- Niente da fare. Lo studio è chiuso per due settimane, la Gabrielli è in ferie. -
Francesco torna a pensare, l'espressione concentrata mentre si tocca la barba.
- Mi è venuta un'idea, ma è rischiosa. - afferma infine.
Mi si illuminano gli occhi alle sue parole.
- Spara. -
- Lei e Sofia sono amiche, no? - inizia a spiegare lui, e mi indica nel dettaglio il suo piano d'azione.
La sua idea è effettivamente un rischio, ma devo fare un tentativo, perché non voglio perderla così.

Lena

Sofia è molto persuasiva, perché in qualche modo mi convince sempre a fare cose che non mi interessano minimamente, come andare a vedere quei film horror che piacciono solo a lei, oppure andare alle feste.

Siamo in un locale del centro pieno di gente, nonostante sia un giorno infrasettimanale. Prima ancora di mettere piede all'interno, mi sento frastornata dalla musica alta e dall'odore dell'alcol che aleggia nell'aria.
Mi guardo intorno, non sapendo bene dove posare lo sguardo, quando Sofia mi strattona e mi invita a seguirla.
Ha incontrato qualcuno che conosce.
- Lena, ti ricordi di Francesco vero? - mi ricorda, prima di lasciargli un bacio a stampo sulle labbra.
Un piccolo allarme mi risuona nella testa: è l'amico di Dario. Non faccio in tempo a pensarlo, che lo vedo spuntare dalla folla, dietro al suo amico.
- Ho portato compagnia. - dice Francesco, con un tono di voce che tradisce la sua aria innocente.
Non può essere una coincidenza.

Non mi aspettavo di incontrarlo oggi, non so se sono pronta ad affrontare quel discorso che sto evitando da giorni.
Mi sento una stupida per il modo in cui mi sto comportando nei suoi confronti, ma anche se credo alle sue parole, non riesco a fidarmi completamente.
- Ehi... - mi saluta lui, incredibilmente imbarazzato.
Ricambio il saluto, cercando di sembrare il più naturale possibile, ma so che non sta funzionando.
- Posso parlarti? -
Acconsento e ci spostiamo fuori, dove la musica alta sbiadisce e l'odore dell'alcol sfuma insieme alla brezza estiva.

Dario inizia a spiegarmi per filo e per segno cos'è successo con quella ragazza, Giulia. Lui è visibilmente agitato e mi sento ancora più in colpa, perché sono io la causa del suo malessere.
- Ti credo. - gli dico, interrompendo bruscamente il suo monologo. Lui ci rimane di sasso.
- Mi credi? - ripete.
La sua espressione a metà fra lo stupito e il confuso mi fa scappare una risata.
- Non dovrei? - gli domando allora, trattenendomi dal ridere ancora.
Lui fa un piccolo sorriso timido.
- Non intendevo quello. -
- Allora non capisco, perché mi hai evitato fino ad ora? - mi chiede, forse ancora più agitato di prima.
- Non lo so... - è la prima risposta che mi esce.
Tra di noi cala il silenzio, accompagnato dai nostri sguardi che si scrutano.
Dario è visibilmente preoccupato.

- Tu ti fidi di me? - gli chiedo infine.

Dario

- Certo. - rispondo di getto, senza bisogno di pensarci.
- Allora perché non mi hai detto niente di lei? -
- Non lo so, non era importante. -
- Sembrava piuttosto importante, quando vi ho visti insieme. -
Sento un groppo salirmi in gola: non volevo che la conversazione prendesse questa piega.
- Te lo giuro, Lena. È stato un malinteso. -
- Avrei solo voluto scoprirlo da te e non... così. - sbotta lei, irritata, delusa, forse un po' ferita.
So che Lena ha ragione, ma non sono l'unico che ha mantenuto dei segreti.
- Potrei dire lo stesso per tuo padre. - ribatto.
Lena mi lancia un'occhiata strana, pungente.
Nessuno dei due parla per qualche secondo, e nella mia testa si insinua un dubbio.
- Tu invece ti fidi di me? -
Rimango in attesa di una sua risposta, senza sapere cosa aspettarmi.
Lei mi sta guardando, o almeno ci sta provando, perché percepisco il suo sforzo, come se in realtà non volesse davvero mantenere il contatto visivo.
- Meno di quanto vorrei. -
Ma che significa?

Accanto a noi le persone passano: chi ubriaco, chi in cerca di un accendino, chi in gruppo a ridere con gli amici.
- Non allontanarmi... - è tutto ciò che riesco a dire. Lei alza finalmente gli occhi su di me, sono lucidi, ma non so se sia per il fumo nell'aria o per qualcos'altro.
Mi avvicino a lei e le prendo una mano. Lei me la stringe e si avvicina ancora di più, appoggiando la sua testa sul mio petto.
Sento l'odore dei suoi capelli: un misto di miele e cocco.
Le lascio un bacio sulla fronte, prima che lei si metta in punta di piedi e avvicini le sue labbra alle mie.
- Va bene. - sussurra poi Lena sulle mie labbra.
Mi sento sollevato, mentre la morsa della paura si alleggerisce: paura di perderla.
Dentro di me c'è un intruglio di emozioni indefinito: ansia, tristezza, paura, preoccupazione, ma anche qualcosa di molto diverso e strano, che forse racchiude in sé tutto il resto. Qualcosa da cui sono sempre fuggito.

Mentre siamo lì abbracciati, a guardarci e baciarci, a cercare di non piangere e di non perderci, capisco per la prima volta che forse amare non significa idealizzare una persona e volerla solo finché non finisce l'incantesimo. Significa volerla, approfondirla, aspettarla, vedere oltre la prima idea, oltre l'incanto iniziale che fa perdere la ragione. Significa rimanerle accanto, prenderle la mano e farsi portare nei suoi guai.
E quindi io la amo.

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Nel prossimo capitolo:
Quando mi aveva detto di voler recuperare il tempo perso, non gli avevo voluto credere. Ma più sto insieme a lui e più mi rendo conto di quanto mi sbagliassi.

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Sto scrivendo un capitolo alla volta, piano piano, prendendo il tempo che mi serve e cercando di spianare la strada alle prossime vicende.

In questo capitolo esploriamo la profondità del rapporto che si è creato, i sentimenti che sono nati. Ma quali saranno le conseguenze?

Spero vi sia piaciuto questo capitolo, vi aspetto nei commenti, un bacio ❤️

Chi può salvarciWhere stories live. Discover now