Epilogo - Fine.

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Dario

- Lena? -
Lo diciamo all'unisono e la cosa mi farebbe ridere se non fossi sconvolto.
Nella mia testa è un uragano di pensieri che si accavallano tra di loro, accompagnati da tutte le emozioni che mi tenevo dentro.
Sei tornata? Come stai? Mi sei mancata. Ho sofferto come un cane. Mi hai distrutto.
Cazzo, sei ancora più bella.
Ma di tutte queste cose non riesco a dirne neanche una, e devo sembrare proprio un idiota in questo momento, fermo davanti alla porta della dottoressa Gabrielli, imbambolato a guardare questi occhi verdi che pensavo di non rivedere mai più.
- Cosa... - ci fai qui? Che domanda stupida.
- Co-come stai? - riesco a chiedere, dopo un attimo di balbuzie incredibilmente imbarazzante.
Lena sembra persa tanto quanto me, non si aspettava di incontrarmi tanto quanto io non mi aspettavo di incontrare lei.
Mi guarda come se fossi un'allucinazione, poi sbatte le palpebre e scuote leggermente la testa.
- Sto... Meglio. Bene. - mi dice, sforzando un sorriso. Mi guarda a tratti, fa fatica a mantenere il contatto visivo: proprio come la prima volta che ci siamo incontrati.

Lena

- Tu come stai? - provo a chiedere.
- Vai ancora dalla dottoressa? Pensavo che... - le mie parole rimangono sospese. C'è un attimo di silenzio, in cui aspetto che lui continui a parlare.
- In effetti è la mia ultima seduta... - prova a spiegarsi, ma è comprensibilmente agitato. Non lo biasimo.
- Ah. -
Una parte di me sperava che non sarebbe stato il nostro ultimo incontro, una parte di me sperava che questo posto sarebbe tornato ad essere il nostro ritrovo, come lo era sempre stato. Ma tante cose sono cambiate, noi siamo cambiati, siamo diversi.
Abbasso lo sguardo, perché la densità dei suoi occhi è ancora più travolgente di quanto ricordassi. Stringo la mano intorno alla tracolla della mia borsa e mi schiarisco la voce.
- Allora io entro, è il mio turno. -
- Mi ha fatto piacere... Rivederti. - riesco a dire, la mano sempre più chiusa intorno alla stoffa della borsa.

Dario

È incredibile la quantità di dettagli che si notano nelle persone, se solo ci si concentra abbastanza. Noto subito il nuovo taglio di capelli di Lena, che adesso le arrivano sopra le spalle e si incurvano leggermente all'insù. I suoi occhi sono più luminosi, non più cerchiati di nero e spenti. Si è messa un po' di mascara e indossa una maglia nera larga, dei jeans scuri e un paio di sneakers bianche e consumate. Sulla spalla ha appoggiata una shopper con sopra il logo dell'università di Bologna. Noto la pelle del suo polso: è chiara, nuda, libera, segnata dal passato. Non c'è traccia del bracciale.
- Certo, sì. - le rispondo inconsciamente, senza pensare a ciò che sto dicendo. Sono troppo distratto da tutto il resto, da lei.
Lena mi abbozza un sorriso, che è anche il suo modo di salutarmi, ed entra nello studio.

La sua figura sta sparendo dietro la porta della dottoressa, ed ho paura che se adesso me ne vado sarà solo un altro addio.
Allungo la mia mano verso di lei e la paura che si riveli inconsistente, un fantasma, svanisce nel momento in cui incontro il suo braccio.
È reale.

Lena

- Aspetta! - lo dice quasi urlando, con urgenza, mentre la sua mano si appoggia fermamente sul mio braccio. Mi immobilizzo sul posto, attraversata da un calore familiare là dove i nostri corpi si incontrano. Alzo gli occhi su di lui e i nostri sguardi si allacciano l'uno all'altro.
Dario si schiarisce la voce, continua a guardarmi.
- Abiti al solito indirizzo? - mi chiede. È una domanda insolita, e annuisco senza capire bene dove voglia andare a parare.
- Allora ti accompagno. - sentenzia, sicuro.
- Cioè, se vuoi, intendo... - si corregge subito, in imbarazzo.
- Ma ci vorrà più di un'ora con la dottoressa... - cerco di dire.
- Non importa. - taglia corto lui, staccando lentamente la sua mano da me.
Si accomoda su una delle sedie lungo il corridoio.
- Ti aspetto. -
Lo dice come se fosse una frase qualsiasi, ma sappiamo benissimo entrambi che non lo è.
- Ti aspetterò sempre. - ripete, e le sue labbra si curvano in un sorriso.
Inevitabilmente, sorrido anch'io.

FINE.

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NON STO PIANGENDO, È CHE MI È ENTRATA UN PO' DI SABBIA NELL'OCCHIO, OK? TIPO UNA SPIAGGIA INTERA. 😭
Non ci credo che anche questa storia è finita. È sempre un momento dolceamaro.

Ringrazio chi mi ha seguito, chi ha votato e commentato: grazie grazie grazie!

Fatemi sapere cosa pensate di questo finale, se siete soddisfatte, deluse, cosa ricorderete con piacere di questa storia. Io commenterò con voi.

Alla prossima storia! ♥️♥️

Chi può salvarciWhere stories live. Discover now