ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴛʀᴇᴅɪᴄɪ

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Yoongi aprì le persiane per far entrare nella stanza i raggi caldi del sole di prima mattina, ma chiuse subito dopo le finestre, rabbrividendo per il freddo: era pur sempre inverno. Si voltò e vide che Jimin aveva infilato la testa sotto il cuscino, mentre si lamentava della luce. Rise e gli si avvicinò tirando via le coperte dal suo corpo. «Ti avevo detto che oggi ti avrei portato a fare colazione fuori, quindi muoviti a lavarti e a cambiarti. Io vado ad avvertire Jin-hyung» disse e fece cadere Jimin giù dal letto.

«Ho appena battuto una culata che ricorderò per tutta la vita».

Yoongi rise e uscì dalla stanza. Raggiunse il salotto e vide Jungkook e Taehyung impegnati a parlare. Sorrise vedendo gli sforzi del minore di farlo ridere, sebbene co riuscisse a malapena. Raggiunse poi la cucina e per poco non vomitò quando vide Seokjin e Namjoon baciarsi appassionatamente, mentre il primo era seduto accanto al lavandino e l'altro stava fra le sue gambe aperte.

«Ragazzi, non vorrei interrompere nulla, ma io e Jimin oggi andiamo a fare colazione fuori» disse.

Seokjin spinse via Namjoon, entrambi erano palesemente imbarazzati. «D'accordo...» mormorò e Yoongi ridacchiò vedendo il suo volto imporporarsi velocemente. Li lasciò soli e tornò in salotto. Si sedette in una poltrona e osservò Jungkook in tutta la sua bellezza. Strinse le mani a pugno: non era suo, non poteva essere geloso della vicinanza tra il suo volto e quello di Taehyung, e poi sapeva bene perché lo stesse facendo.

Dopo qualche minuto Jimin entrò nella sua visuale a testa bassa. «Andiamo?» domandò in un sussurro.

Yoongi annuì e si alzò afferrando il polso del ragazzo e guardando male Taehyung, che se lo stava mangiando con gli occhi. I due indossarono un cappotto e il più grande prese le chiavi della macchina. Scesero le scale in silenzio, ognuno stretto nel proprio cappotto. Yoongi aprì la macchina e Jimin si sedette sul sedile del passeggero. Mentre guidava, il maggiore lanciava sguardi preoccupati all'amico, che sembrava ancora più piccolo di quanto già non fosse con quella sciarpa che gli copriva gran parte del viso e il capello di lana sui capelli biondi. Osservava le case che passavano sotto i suoi occhi velocemente, silenzioso e triste. Il cuore di Yoongi si strinse a quella vista. Avrebbe voluto dire qualcosa per tirarlo su di morale, ma non trovava le parole giuste. Probabilmente nemmeno esistevano delle parole giuste da dire in quella situazione. Anche il più sincero "Taehyung tiene davvero a te" sarebbe sembrato una cazzata ai suoi occhi, e lo capiva.

Parcheggiò di fronte a un bar, il bar preferito di Jimin. Indossarono degli occhiali e una mascherina nera per evitare di essere riconosciuti, cosa alquanto probabile anche in quelle condizioni, ma era anche un modo per dire: «Non ci rompete le palle, grazie».

Scesero dalla macchina e gli occhi di Jimin, ingranditi dai suoi enormi occhiali da vista, si illuminarono. «Amo questo bar!» esclamò.

«Per questo ti ci ho portato. Entriamo dai».

Appena varcarono la soglia del locale, Yoongi si sentì un po' in soggezione: era da solo con Jimin ed era la prima volta che i due uscivano senza qualcun altro. Non credeva di potersi avvicinare così tanto a lui in così poco tempo, pensava, mentre osservava Jimin dirigersi verso un tavolo accanto alla finestra senza esitazione. Lo seguì e si sedette di fronte a lui.

«Sai, qui ci venivo spesso con Taehyung».

Yoongi gli prese il volto tra le mani e lo guardò male. «Che ti avevo detto? Non pensiamo a lui. Pensiamo solo a divertirci».

Jimin fece un sorriso poco convinto e annuì. «Giusto, scusami tanto, hyung» disse, poi abbassò lo sguardo. «E scusa anche per ieri sera. Non volevo che mi vedessi in quello stato».

ho bisogno di te ; vmin, kookga ✓Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora