ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴠᴇɴᴛɪᴄɪɴǫᴜᴇ

806 69 102
                                    

Taehyung aprì l'armadio e osservò con attenzione tutti i capi d'abbigliamento al suo interno. Era il terzo giorno della missione "riavvicinarsi a Jimin" e non aveva ancora risolto nulla. Il giorno prima aveva cercato di stargli accanto in tutti i modi possibili: a colazione gli aveva dato il cornetto alla crema che aveva tenuto da parte, il suo preferito, poiché si era svegliato tardi e gli altri avevano finito tutto. Jimin lo aveva ringraziato sottovoce, ma non gli aveva regalato nemmeno un sorriso. Mentre al servizio fotografico gli aveva dato il suo giubbotto, anche se poi quello a patire il freddo era stato lui, ma vedere Jimin stringersi nel suo cappotto con un leggero sorriso sulle labbra e le guance rosse gli aveva fatto pensare che valeva la pena tremare, anche solo per guardare la sua espressione calma e felice.

Sospirò. Hoseok gli aveva detto che quella mattina Jimin era andato allo studio e Taehyung aveva intenzione di raggiungerlo. Voleva essere il più presentabile possibile, quindi indossò un paio di pantaloni larghi e neri, che strinse in vita con una cintura di Gucci, e un maglione leggermente aderente bianco e a collo alto.

Uscì dalla camera e si diresse verso l'ingresso. Indossò un capotto nero e una sciarpa bordeaux. Mise gli occhiali da vista e una mascherina nera, quindi uscì. Rimase affascinato dalla neve che cadeva dolcemente dal cielo e sorrise. Cara neve, lo sto raggiungendo anch'io adesso, pensò e cominciò a camminare verso lo studio. Affondò il viso nella sciarpa e si mise ad osservare le persone che gli passavano accanto: c'era chi correva per non arrivare in ritardo a scuola o al lavoro, oppure chi, insieme al proprio partner, entrava in un bar o in un negozio ridendo. Lui era un semplice spettatore che amava guardare il mondo con tutte le sue meraviglie e sperava davvero, un giorno, di poter entrare in un bar o in un museo mano nella mano con Jimin, mentre magari lo guardava sorridere e meravigliarsi per qualsiasi cosa, anche quella più piccola, brutta e invisibile agli occhi di molti.

Taehyung si fermò di fronte all'entrata dello studio e sentì l'ansia cominciare a salire dentro di lui, impedendogli di respirare in modo naturale. Prese un profondo respiro, mentre si incoraggiava mentalmente, e varcò la soglia con il cuore a mille e i palmi delle mani sudati. Si diresse verso la sala in cui di solito si nascondeva Jimin per cantare e ballare in santa pace e, appena arrivò, la sua voce angelica che cantava le ultime parole di Serendipity lo raggiunse, cominciando a fargli battere il cuore più forte del normale, mentre la vista gli si annebbiava a causa delle lacrime che non riusciva a reprimere ed eliminare. Si lasciò andare ad uno sfogo silenzioso con la mano premuta contro le labbra che durò poco tempo, prima di avere il coraggio di entrare.

Aprì la porta e si ritrovò davanti una scena che lo fece sorridere: Jimin stava abbracciando il microfono con un sorriso felice sul volto, mentre saltava e correva per la stanza urlando: «Oh, Dio, ce l'ho fatta! Yoongi sarà contentissimo! Ce l'ho fatta a cantarla tutta, ommiodiononcipossocredere».

«Come mai tutta questa felicità?» gli domandò Taehyung, mentre appoggiava il cappotto e la sciarpa su una delle sedie.

«Taehyung?»

Il castano si voltò e sorrise, indicando poi se stesso. «In tutta la sua bellezza» disse e si inchinò leggermente. Di solito quelle battute scherzose facevano ridacchiare Jimin, che si avvicinava a lui e gli dava un bacio tra i capelli, ma quel giorno restò in silenzio. Taehyung alzò lo sguardo e lo vide torturarsi le mani e osservarlo, immobile, con un leggero sorriso a increspargli la labbra. Anche lui sorrise. Almeno avevano fatto un piccolo passo avanti.

«Cosa ci fai qui?» gli domandò il biondo, mentre andava a posare il microfono, dandogli così le spalle.

Taehyung decise di essere sincero, almeno quella volta. «Hoseok mi ha detto che eri qui, quindi sono venuto».

ho bisogno di te ; vmin, kookga ✓Where stories live. Discover now