ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴠᴇɴᴛᴜɴᴏ

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Dopo cena Yoongi si rinchiuse in camera. Era stata la cena più triste di sempre fra loro sette. Jimin non parlava, Taehyung fissava il cibo senza muoversi – sembrava davvero morto: infatti aveva mangiato solo due cose –, Jungkook non alzava lo sguardo oltre la bottiglia dell'acqua, mentre lui era stato tutto il tempo rinchiuso in se stesso mentre cercava di trattenere le lacrime. Namjoon e Seokjin erano piuttosto perplessi, mentre Hoseok inizialmente aveva provato a tirare su la situazione, finendo poi per mangiare in un silenzio quasi assordante e triste – quando mai Hoseok non parlava o rideva?

Yoongi si strinse le gambe al petto circondandole con le braccia e appoggiò il mento sulle ginocchia . Cosa c'era che non andava in lui? Aveva sognato tanto, nelle notti passate a scrivere e a guardare il cielo, che Jungkook gli dicesse quelle maledette due parole. Eppure, quando era arrivato il momento, aveva avuto paura. E di cosa? Della gioia che sembrava volergli uscire da tutte le parti? O anche del fatto che se avesse detto «Ti amo anch'io» Jungkook avrebbe avuto tutto il potere per ucciderlo? Yoongi aveva sempre pensato, infatti, che l'amore rendesse le persone deboli e lui era stato debole per troppo tempo, soprattutto durante il periodo della sua socio-fobia.

Si passò una mano sugli occhi portando via quelle lacrime che stavano per rigargli il viso candido e pallido. Da quando aveva cominciato a piangere così facilmente? Lo sapeva bene: da quando aveva iniziato ad innamorarsi di Jungkook. Quindi sì, l'amore lo rendeva sempre più debole.

Si prese la testa fra le mani. Avrebbe voluto spegnere il cervello per non pensare più a niente e agire seguendo solo il cuore, senza preoccuparsi delle conseguenze, del suo passato, delle sue mille paure e delle sue debolezze. Ma la sua debolezza più grande la vedeva praticamente sempre e, sebbene avesse deciso di lasciarlo andare per fargli vivere una vita felice, senza un cretino che aveva paura del suo stesso cuore, non sarebbe cambiato niente: lui avrebbe continuato ad amarlo, lo sapeva.

«Mi odio» mormorò con la testa affondata fra le gambe.

«Perché dovresti odiarti?» Alzò la testa e incontrò lo sguardo dolce di Jimin, che era entrato senza fare rumore e ora lo stava guardando. «La base del nostro percorso non è forse amare se stessi?»

Yoongi scosse la testa. «Tu non capisci» disse, passandosi per la seconda volta il braccio sugli occhi. Basta piangere, debole del cazzo, pensò. «Sono una persona di merda» Jimin si staccò dalla parete e lo raggiunse. Provò ad abbracciarlo ma lui lo scansò. «Non voglio ferire anche te» si scusò e abbassò il capo.

Il biondino si morse il labbro inferiore e gli saltò sulle gambe, stringendolo poi fra le sue braccia. «Non mi importa. Sei mio amico e anche se mi pregassi non ti lascerei mai da solo in un momento di difficoltà» Sospirò e appoggiò la testa sulla sua spalla. «Tu non l'hai mai fatto».

Yoongi sbuffò. «E allora?» domandò e, sebbene non capisse il comportamento di Jimin, ricambiò l'abbraccio con piacere e il suo cuore si scaldò un poco. Secondo lui quel piccoletto che lo stava abbracciando aveva una specie di potere: quello di far stare bene gli altri, anche se magari era lui quello che soffriva di più, quindi lo strinse. Era fortunato ad avere qualcuno come lui al proprio fianco, e lo avrebbe protetto da tutti, anche da Taehyung se necessario.

«Allora non sei una brutta persona» affermò Jimin alzando la testa e guardandolo negli occhi. «Le brutte persone non si preoccupano per gli amici, non lasciano da parte se stessi per qualcuno a cui tengono molto. Certo, può capitare di fare degli errori e di ferire gli altri, ma si può sempre rimediare» Sorrise leggermente e la tristezza fu palese nei suoi occhi. «Basta solo volerlo», e tornò con la testa appoggiata sul suo petto.

Yoongi annuì. «A volte non sei poi così bambino come sembri» disse facendolo ridere. Sorrise anche lui, felice di aver scatenato quella reazione nel suo animo malinconico. «Hai sempre la febbre?» Jimin annuì, allora lui prese le coperte e coprì i loro corpi. «Stai meglio? Stavi tremando».

ho bisogno di te ; vmin, kookga ✓Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin