Capitolo 5

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Ester fu la prima a svegliarsi dopo una nottata serena, aveva dormito direttamente con i vestiti del giorno prima, non che desiderasse così tanto spogliarsi davanti a un ragazzo.

Si mise seduta sul letto, guardando il suddetto dormire disordinatamente sul lenzuolo. Era molto dolce quando sonnecchiava, con i capelli dorati scompigliati sul cuscino e il volto tranquillo.

Approfittò del sonno pesante del ragazzo per cominciare a prepararsi, si alzo poggiando i piedi sul suolo freddo dove aveva adagiato sia i tacchetti che le calze che portava, le riordinò dentro la valigia, per poi lavarsi la faccia dentro l'antico lavandino.

Si specchiò e non vide nulla di particolare, nonostante la sua vita si fosse stravolta e non avesse certezza di un futuro sano e salvo era sempre la stessa Ester, i soliti capelli rossi ondulati, i soliti occhi castani e le solite lentiggini sparpagliate per tutto il viso.

Sospirò prendendo la spazzola dal bagaglio e pettinando i capelli, legandoli con un nastro in una stretta treccia laterale, dopodiché si cambiò velocemente gli indumenti indossando un vestito bianco semplice lungo fin sotto il ginocchio, prese una collanina d'argento usando come ciondolo l'anello di sua madre, agganciandola dietro al collo e infine indossò un cardigan rosa antico di lana.

Si guardò allo specchio soddisfatta, chiudendo la valigia e indossando di nuovo le calze e i tacchi bassi del giorno scorso.

Wilm continuava a dormire profondamente, al punto che Ester si chiese quando si sarebbe svegliato se non lo avesse scosso per la spalla.

-Dobbiamo andare.- sussurrò Ester inginocchiata davanti a lui sul pavimento.

La ragazza cominciava ad avere un leggero languorino in fondo allo stomaco e da quel piccolo stanzino riusciva a sentire che la famiglia dell'amico di Wilm si stava preparando per fare colazione.

Il biondo socchiuse gli occhi infastidito guardando male la rossa. -Che ore sono? - chiese mettendosi seduto, aveva qualche bottone della camicia bianca sbottonato e un aspetto poco presentabile.

Ester frugò nella borsetta che portava oltre alla valigia prendendo l'orologio del padre, era un modello semplice della Festina, marca svizzera, regalato dalla madre prima di sposarsi ed era un oggetto a cui il padre della ragazza era molto affezionato.
-Le sette in punto.-

-Allora dormo un altro po'...- insistette il ragazzo sdraiandosi di nuovo.

-Non possiamo! - esclamò la ragazza togliendogli le coperte di dosso. -Dobbiamo andare.-
-Che fretta c'è? - Sbuffò seccato lui alzandosi.

Si limitò a infilare la camicia dentro i pantaloni, lavarsi la faccia e sistemarsi con le dita i capelli, lasciandosi quell'aspetto trasandato che gli si addiceva.

-Bene.- affermò soddisfatta la ragazza bussando al muro della stanza di Karl.

Subito si sentì un rumore simile al trascinamento di qualcosa e i due ragazzi dedussero che Karl stava spostando la libreria, per poi sentire la chiave nella toppa girare e il viso del giovane comparire dietro la porta.

-Fate colazione, dopo dovete andare..- sussurrò Karl dispiaciuto mentre si passava una mano tra i capelli spettinati.

Era già vestito per andare a scuola con abiti apparentemente costosi che non si addicevano al suo fisico robusto.

Wilm gli strinse la spalla e sorridendo. -Hai fatto ciò che potevi.-

I due ragazzi erano completamente opposti se messi uno accanto all'altro come in quel momento, Karl aveva un altezza nella media ma la sua postura quasi curva lo faceva sembrare più basso di com'era in realtà; Era robusto con delle braccia forti, il viso rotondo e bambinesco, il naso tozzo era come una nota stonata sul viso candido e latteo del ragazzo, le labbra erano leggermente sporgenti e gli occhi neri erano grandi e sempre rivolti verso il basso, non sembrava per niente la rappresentazione della razza ariana.

The Nutcracker SuiteWhere stories live. Discover now