Capitolo 11

103 6 0
                                    

Una settimana dopo le cose stavano andando di male in peggio.

Le facevano lavorare e molte volte dovevano portare oggetti pesanti che non riuscivano a reggere, dopotutto erano degli scheletri che si trascinavano anche sotto il loro peso.

Ester stava dimagrendo con una velocità sorprendente e aveva quasi sempre fame, non poteva fare i propri bisogni perché la toelette pubblica non era esattamente igienica, l'acqua per lavarsi era sporca e quella per bere non era migliore.

La brodaglia che gli davano per pranzo non saziava e il pane nero era duro e spaccava i denti.

Ester si era dimenticata due volte il numero di matricola all'appello e l'avevano picchiata, portava lividi per tutto il corpo e Adeline cercava di sollevarle il morale come poteva, nonostante il suo non fosse altrettanto alto.

L'unico momento in cui trovava riposo e conforto era la sera quando dormiva e riusciva a sognare la sua famiglia e Wilm, le davano forza per continuare quella battaglia mentale e fisica.

Una di quelle mattine si svegliò e la routine giornaliera prese il sopravvento sulla povera ragazza.

Appello, lavoro, ma questa volta successe qualcosa di diverso.

Non li portarono al solito posto, li fecero dirigere verso la piccola foresta fuori dal campo.

Ester prese la mano di Adeline che si abbassò per sussurrarle all'orecchio. -Certe volte ci sono questi lavori fuori programma, lo fanno per divertirsi.-

La massa di donne si muoveva lentamente, strascicando i piedi nella fredda arenaria con gli occhi bassi, sembrava che non respirassero di quanto silenzio i loro piccoli sospiri spezzati emettevano.

Quasi come se si fossero allenate per essere meno distinguibili possibile.

Si fermarono in uno spazio aperto, poco lontano dal campo.

Dopo qualche minuto di silenzio uno dei soldati, alto, bruno e sulla trentina, urlò: -Avete 10 secondi per prendere più pietre possibili, sennò...- alzò in aria la pistola e sparò a una delle ragazze in prima fila sogghignando senza un minimo di rimorso.

Le ragazze cominciarono a correre terrorizzate compresa Ester, che pensava che tutto quello fosse soltanto un modo per dimezzarle.

Dovevano scavare nella neve e nella terra scorticandosi le mani ossute, il cuore nel petto batteva mentre le dita bruciavano e le uniche parole che riusciva a sentire erano: -Sechs, sieben, acht...-

Ester ne aveva trovate due e le sembravano insufficienti, ma fortunatamente ne trovò un'altra con la punta affilata, proprio mentre il soldato urlava: -Neun, zehn!-

Nel prenderla velocemente si procurò un graffio per tutto il palmo della mano sinistra che cominciò subito a sanguinare.

Si tenne la mano stretta al petto mentre si alzava con le lacrime agli occhi e si metteva in fila.

Si guardò intorno e notò che soltanto due donne non erano riuscite a prendere nulla, il suo cuore si accartocciò su sé stesso mentre i soldati passavano in rassegna a tutte loro con lo sguardo che brillava di perfidia, non mostrando nessuna pietà per quelle che non erano riuscite a completare la missione affidata.

Arrivata a lei mostrò i suoi tre sassolini e uno dei due soldati notò il palmo sanguinante.

La guardò con un sorriso di scherno e passò avanti, mentre lei si inginocchiava poggiando la mano sulla neve, era un sollievo momentaneo visto che la ferita le bruciava.

Il soldato ritornò da lei urlandole: -Cosa stai facendo?!-

Lei si rimise dritta abbassando subito lo sguardo, stando zitta.

The Nutcracker SuiteWhere stories live. Discover now