Si risvegliò tra le lenzuola del letto, ma non ne uscì come faceva di solito iniziando la giornata.
Non aveva la forza di alzarsi, semplicemente reputava inutile continuare a provare a fare qualcosa sapendo che le sarebbe toccata la stessa sorte.
Le vennero a fare visita Helene e Daiana preoccupate portandole un po' di cibo, cercando di capire che avesse e che le fosse successo, ma Ester le congedò dicendo che si era presa soltanto una semplice influenza.
Venne perfino Karl, portandole un libro che non toccò e neanche guardò.
Wilm si fece vivo la sera. –Ester?.- gli si sedette accanto, sul piccolo letto messo nella stanza impersonale di Ester, che l'aveva lasciata grigia e informale.
-Sto bene, puoi andare.- si limitò a dire lei freddamente.
Parlare con lui era l'unica cosa che in quel momento non voleva fare.
Wilm la osservò insistentemente. -Ester guardami. -
Non aveva il coraggio.
-Fallo. - a quel punto Ester lo guardò dritto negli occhi, che erano grigi e pensierosi.
Le leggevano l'anima quei maledetti occhi color del mare d'inverno.
S'impedì di provare sentimenti positivi, ma ormai il solito tepore era riuscita a riscaldarle il petto cancellando in parte l'atroce dolore che la stava soffocando.
-Che è successo? - le uniche parole che aveva bisogno di sentire.
Gli raccontò tutto, di come aveva visto morire una cinquantina di persone davanti a lei insieme ai zii e le cugine e di come l'aveva rotta, di come non aveva voglia di fare nulla e di come sapeva che sarebbe morta anche lei insieme ai suoi genitori.
-No! - urlò Wilm prendendola d'impeto e stringendola a se. -No.- ripeté sottovoce, facendola sospirare per quella vicinanza cosi gradita e cosi riparatoria.
-Ester, ti prego non perdere la speranza. Non morirai, io non lo permetterò, ti porterò di nuovo a casa dai tuoi genitori e lavorerai alla sartoria da mia madre.
Non devi arrenderti, questa guerra finirà e io ti starò sempre accanto, devi solo promettermi che non perderai la speranza.- le prese il viso e la guardò così intensamente che si sentì scoperta, messa a nudo dei suoi sentimenti.
-Adesso i tuoi zii e le tue cugine sono in un posto migliore, mi hai detto più volte che credi in quel tuo Dio buono, e che lui farà abitare il suo popolo nella terra dove scorre il latte e....-
-Sono venuto a liberarlo dalla schiavitù degli Egiziani, lo farò uscire da quel paese e lo condurrò verso una terra fertile e spaziosa dove scorre latte e miele.- ripeté a memoria.
-Quello, quindi devi essere felice per loro che non dovranno vivere più con l'incertezza di una vita da perseguitati...no?- le sorrise sghembo.
Un'altra ondata di calore le colpì il petto. -Credo... di sì. -
-Allora andiamo a farci una bella passeggiata nella ferrovia?- Ester gli sorrise, alzandosi e cercando di rimuovere i brutti pensieri che le aleggiavano nella testa, pensando che Sarah avrebbe voluto che pensasse positivo.
-Fuori, devo vestirmi.- spinse leggermente Wilm, che le rivolse un sorriso malizioso.
-E mi dovrei perdere questa scena?-
-Per quello non hai Krista?- gli rispose ironica lei.
-Vedo che ti sei ripresa velocemente.- rise lui uscendo dalla stanza.
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The Nutcracker Suite
Historical FictionGermania, 1940 Ester aveva sempre voluto scappare da quella prigione che era la sua vita, dove non poteva più camminare per strada senza che nessuno guardasse la stella cucita sul suo seno con disprezzo, dove la paura le attanagliava le viscere quan...