Capitolo 9

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Si risvegliò tra le lenzuola del letto, ma non ne uscì come faceva di solito iniziando la giornata.

Non aveva la forza di alzarsi, semplicemente reputava inutile continuare a provare a fare qualcosa sapendo che le sarebbe toccata la stessa sorte.

Le vennero a fare visita Helene e Daiana preoccupate portandole un po' di cibo, cercando di capire che avesse e che le fosse successo, ma Ester le congedò dicendo che si era presa soltanto una semplice influenza.

Venne perfino Karl, portandole un libro che non toccò e neanche guardò.

Wilm si fece vivo la sera. –Ester?.- gli si sedette accanto, sul piccolo letto messo nella stanza impersonale di Ester, che l'aveva lasciata grigia e informale.

-Sto bene, puoi andare.- si limitò a dire lei freddamente.

Parlare con lui era l'unica cosa che in quel momento non voleva fare.

Wilm la osservò insistentemente. -Ester guardami. -

Non aveva il coraggio.

-Fallo. - a quel punto Ester lo guardò dritto negli occhi, che erano grigi e pensierosi.

Le leggevano l'anima quei maledetti occhi color del mare d'inverno.

S'impedì di provare sentimenti positivi, ma ormai il solito tepore era riuscita a riscaldarle il petto cancellando in parte l'atroce dolore che la stava soffocando.

-Che è successo? - le uniche parole che aveva bisogno di sentire.

Gli raccontò tutto, di come aveva visto morire una cinquantina di persone davanti a lei insieme ai zii e le cugine e di come l'aveva rotta, di come non aveva voglia di fare nulla e di come sapeva che sarebbe morta anche lei insieme ai suoi genitori.

-No! - urlò Wilm prendendola d'impeto e stringendola a se. -No.- ripeté sottovoce, facendola sospirare per quella vicinanza cosi gradita e cosi riparatoria.

-Ester, ti prego non perdere la speranza. Non morirai, io non lo permetterò, ti porterò di nuovo a casa dai tuoi genitori e lavorerai alla sartoria da mia madre.

Non devi arrenderti, questa guerra finirà e io ti starò sempre accanto, devi solo promettermi che non perderai la speranza.- le prese il viso e la guardò così intensamente che si sentì scoperta, messa a nudo dei suoi sentimenti.

-Adesso i tuoi zii e le tue cugine sono in un posto migliore, mi hai detto più volte che credi in quel tuo Dio buono, e che lui farà abitare il suo popolo nella terra dove scorre il latte e....-

-Sono venuto a liberarlo dalla schiavitù degli Egiziani, lo farò uscire da quel paese e lo condurrò verso una terra fertile e spaziosa dove scorre latte e miele.- ripeté a memoria.

-Quello, quindi devi essere felice per loro che non dovranno vivere più con l'incertezza di una vita da perseguitati...no?- le sorrise sghembo.

Un'altra ondata di calore le colpì il petto. -Credo... di sì. -

-Allora andiamo a farci una bella passeggiata nella ferrovia?- Ester gli sorrise, alzandosi e cercando di rimuovere i brutti pensieri che le aleggiavano nella testa, pensando che Sarah avrebbe voluto che pensasse positivo.

-Fuori, devo vestirmi.- spinse leggermente Wilm, che le rivolse un sorriso malizioso. 

-E mi dovrei perdere questa scena?-

-Per quello non hai Krista?- gli rispose ironica lei.

-Vedo che ti sei ripresa velocemente.- rise lui uscendo dalla stanza.

The Nutcracker SuiteWhere stories live. Discover now