Capitolo 1: Il ragazzo nero

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"Buonanotte Ele"... È da questo momento che ogni notte, proprio come questa, diventa un incubo. Una seconda vita che nessuno vorrebbe vivere, è come rimanere 8 ore incollato ad un horror.

Cerco di rimanere sveglio anche stasera... ed eccomi nel sonno più totale, apparentemente sembra di essere affondato in un fantastico sogno, un sogno profondo e con molti significati, della maggior parte negativi... "Hey, non correre troppo ci sono i fossi" -mi dice Marco, "Non ti preoccupare so quello che faccio" -gli rispondo.

Sono le 11 di sera e Marco, Emilio, Giovanni, Francesca, Chiara ed io siamo ancora in questo gigantesco parco a correre sulle nostre bici, il parco è vuoto ma si intravede un qualcuno o qualcosa arrivare in bici "Ragazzi, lo vedete anche voi?" -urlo ai miei amici, "Sì" -risponde Chiara, "Anche io" -urlano di conseguenza gli altri. Si avvicina sempre di più, ma il parco è gigante e ci prendiamo un altro po' di tempo per comprendere chi sia...

*ticchettio di pioggia che sbatte contro i vetri delle auto*

"Ok allora aspettiamo e vediamo chi è" -dico a bassa voce ai ragazzi dopo una rapida decisione di gruppo. Dopo molta attesa arriva questo ragazzo nero, completamente nero, la pioggia lo copre parzialmente con le sue goccioline opache. Crediamo che sia un vestito di Halloween e ridacchiando sotto voce lo invitiamo a fare un giro con noi.

"Quindi sei di queste parti?" -chiede Giovanni al ragazzo cercando di aprire un dialogo, ma il ragazzo non risponde ed effettivamente nessuno di noi rimane stupito, al nostro invito l'unica cosa che ha fatto è stato risalire sulla bici e iniziare a pedalare...

Si fanno le 11:20 e noi alle 11:40 dobbiamo stare a casa. "Avviamoci!" -esclama Francesca, alla conclusione di questa frase il ragazzo strano sparisce nel nulla, lasciando cadere la sua bici per terra, "Che razza di fine ha fatto?!" -chiedo rivolgendomi ai miei amici, gli altri senza parole rimasero a bocca aperta, "Oddio ma è scomparso" -esclama di conseguenza Giovanni. Non possiamo più aspettare e quindi ognuno se ne torna a casa sua...

...ma, io non riesco a dimenticare ciò che ho visto con i miei occhi e decido di parcheggiare la bici di quell'insolito ragazzo nel mio garage e vado a dormire.

Mi rivolto più volte nel letto cercando di capire cosa fosse da poco successo, il sole è calato ormai da tanto tempo e io rimango ancora sveglio a pensare...

Ore 7:30 del mattino, mi alzo di impatto dal letto. "Chi è?" -urlo impaurito nella mia camera, poco dopo entra mia madre sconcertata dicendo a bassa voce "Zitto, lo sai che ore sono?", sembra tutto normale ma... "Oddio quello non poteva essere un sogno, sento dentro di me che tutto ciò che è accaduto era reale" -penso tra me e me.

Ingenuo quanto sono torno a dormire ma tutto questo mi rimarrà per sempre impresso. L'ultimo pensiero è "Speriamo che non succeda mai più". È l'ultimo pensiero di questa notte... di questa mia seconda vita, almeno per oggi.

La mia seconda vita 1: Un incubo che diventa realtàWhere stories live. Discover now